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Concorso per docenti, con tanti vincitori che rischiano di rimanere disoccupati; divieto del garante della privacy di inserire i dati “sensibili” del personale precario della scuola nelle graduatorie pubbliche; rapporto Ocse sull'impiego, da cui risultano in aumento i giovani italiani che non studiano e non lavorano; aumento del numero di promossi nella scuola media e superiore.

Ascolta la rubrica del 21 luglio 2013

 

Solo meno della metà delle graduatorie del «Concorsone» è definitiva: a sette giorni dal termine ultimo stabilito perché i nuovi docenti entrino in ruolo per l'anno scolastico 2013-2014, le commissioni regionali ancora arrancano: a rivelarlo è il monitoraggio che, giorno per giorno, sta effettuando Orizzontescuola.it sulla base dei dati degli uffici scolastici regionali.

Ad oggi, esclusivamente le province autonome di Bolzano e Trento e la Valle d'Aosta hanno le graduatorie finali, mentre Lazio e Toscana hanno gettato la spugna. La regione Lazio ha comunicato, il 21 agosto, che «non sarà in grado di pubblicare alcuna graduatoria definitiva entro il 31 agosto», mentre la Toscana ha specificato che potrà fornire i vincitori solo per tre classi di concorso. E ci sono molte altre Regioni, come la Campania o l'Emilia Romagna, che hanno fino ad ora graduatorie provvisorie in tutte le categorie. In base ad una prima stima, questo significa che appena 3200 vincitori del nuovo concorso potranno realisticamente prendere servizio: non solo perché in molti casi le procedure per le prove orali sono state rallentate oltre misura, complici le fughe dei commissari. Ma anche perché in molte classi di concorso ci sono meno posti disponibili rispetto alle stime.

Il ministero dell'Istruzione assicura: il 75% delle procedure si concluderà entro il 31 agosto, e tutti gli altri docenti abilitati entro il 15 ottobre entreranno in servizio il prossimo anno scolastico, 2014-2015, oppure quello successivo, 2015-2016. Ma l'Anief, il sindacato dei precari della scuola, non ci sta: e annuncia un ricorso al Tar del Lazio per contestare la validità pluriennale delle graduatorie del concorso a cattedra. Secondo il segretario, Marcello Pacifico, il bando sarebbe «illegittimo perché ha violato il testo unico sulla scuola», che prevede che i concorsi diano immediato accesso ai posti vacanti. Ma questo è un altro capitolo spinoso: perché, come rileva sempre l'Anief, le cattedre disponibili non sono quelle previste un anno fa, quando è stato bandito il concorsone per 11.524 docenti perché ne mancano 2032 all'appello.

Chi andrà quindi a ricoprire quelle 11.268 assunzioni autorizzate venerdì dal Consiglio dei ministri? Si pescherà per il 50% dalle graduatorie ad esaurimento e, per la restante metà, dal concorso, ma visto che per il 1° settembre non ci saranno abbastanza vincitori ufficiali da coprire 5634 posizioni, si attingerà alla vecchia graduatoria del concorso del ‘99. Con la desolante conseguenza che quello che l'ex ministro Francesco Profumo immaginava come uno strumento per svecchiare la scuola, il primo concorso pubblico dopo 13 anni, rischia di partorire l'ennesimo compromesso burocratico all'italiana. Senza parlare della questione degli Ausiliari tecnici amministrativi della scuola, gli Ata, un altro nodo spinoso che il nuovo ministro Maria Chiara Carrozza dovrà affrontare nel decreto scuola annunciato per settembre: sono infatti state sospese per ora le 3730 immissioni in ruolo richieste, in attesa dei chiarimenti del Tesoro.

Fonte: Corriere della Sera

 

Il governo: “Stop agli aumenti per gli statali fino al 2015”. Protesta dei militari


ROMA — Medici e insegnanti, ma anche carabinieri e militari: tutti furiosi con il Consiglio dei ministri, che ha prorogato fino al 2015 il blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici. Ovvero ha prolungato lo stop all’adeguamento delle retribuzioni, degli scatti di carriera e il rinnovo dei contratti. Per un altro anno e mezzo almeno, di aumenti non se ne parla. Come da tre anni a
questa parte: la misura è in vigore dal 2010. E i sindacati proprio non ne vogliono sapere, gridano all’accanimento, minacciano manifestazioni, mobilitazioni e proteste di ogni tipo. La confederazione Usb ha già indetto uno sciopero generale per il 18 ottobre.Quella ratificata dal governo è una misura che, secondo Anief-Confedir, avrà conseguenzeeconomiche molto pesanti per gli oltre tre milioni di persone coinvolte: «Il blocco dei contratti farà perdere agli statali tra i seimila e i 60 mila euro. Una grave perdita economica, stimabile in
media sino ai 6-7 mila euro, che per i medici del settore pubblico può arrivare fino a 25 mila euro e peri dirigenti statali anche a 60 mila». Per questo, oltre a protestare, il sindacato pensa di rivolgersi ai tribunali per impugnare la decisione del governo. In subbuglio anche il mondo della sanità, con la minaccia di nuovi scioperi da parte delmaggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomed: «I dipendenti del Servizio sanitario nazionale — ricorda il segretario nazionale Costantino Troise — hanno il contratto di lavoro bloccato dal 2009. L’attacco a ruolo e status dei dirigenti del Ssn mina alle fondamenta la sanità pubblica ». Per questo, annuncia, l’Anaao «si farà promotrice di un autunno di ulteriori iniziative di protesta e non sono esclusi nuovi scioperi». Sulla stessa linea Biagio Papotto, segretario generale Cisl Medici: «Attiveremo tutte le iniziative in difesa del ruolo e della professionalità». Ed anche il segretario nazionale Fp-Cgil Medici, Massimo Cozza, afferma che il sindacato «valuterà cosa fare». Dalle sale operatorie alle cattedre. Lamentele e scontento anche nella scuola. «La Flc-Cgil è pronta alla mobilitazione contro l’ulteriore blocco del contratto nazionale, dei salari e degli scatti d’anzianità. Non siamo disponibili — afferma Mimmo Pantaleo, segretario generale — ad aprire alcun confronto se non si discute contemporaneamente di parti normative ed economiche del contratto nazionale. Il governo Letta prosegue nell’umiliazione del lavoro pubblico. Il modo autoritario con il quale è stato deciso l’ulteriore taglio dei salari dimostra che non s’intende discutere con le organizzazioni sindacali. Senza un’inversione di rotta sarà un autunno caldissimo». E a sostenere medici e professori, il Movimento 5 Stelle: «Faremo tutto ciò che è in nostro potere per impedire questa ennesima ingiustizia». Critiche al provvedimento arrivano pure dal Cocer dei carabinieri e dell’esercito, che annunciano «forme di dissenso». E proclamano lo stato di agitazione preannunciando «azioni di mobilitazione con possibilità di vere e proprie manifestazioni di piazza qualora il governo non corregga il tiro». Così anche i sindacati del comparto sicurezza: «Il Governo — denunciano —continua a disconoscere nei fatti la specificità e la peculiarità di un comparto chiamato a garantire la sicurezza, condizione imprescindibile per la civile convivenza»

Scritto da MARIA ELENA VINCENZI, la Repubblica
Sabato 10 Agosto 2013 08:15 -

 

Fonte: Repubblica

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IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti