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L’Usr decide di pubblicare le graduatorie definitive del concorso a cattedra del 2012, ma in tanti lamentano errori nei punteggi attribuiti. E presentano reclamo d’urgenza sostenuti dai sindacati.

“La Tecnica della Scuola” lo aveva espressamente detto in tempi non sospetti: la mancanza di direttive chiare e ufficiali da parte su come attuare le immissioni in ruolo de personale docente, nei casi in cui le graduatorie del concorso a cattedra bandito nel settembre 2012 non fossero pronte entro il 31 agosto, rischiava di produrre l’avvio di una miriade di contenziosi al Giudice del lavoro. E così è stato. Soprattutto nelle regioni dove gli Usr, nel tentativo di assumere tutti i docenti previsti nel contingente assegnato, hanno deciso di attuare dei “salti” normativi.

La situazione che più nelle ultime ore è diventata caotica è quella della Calabria, dove l'Ufficio scolastico regionale ha deciso di pubblicare direttamente le graduatorie definitive, forzando la procedura tradizionale che prevede sempre la pubblicazione precedente delle graduatorie provvisorie. Secondo tanti docenti la procedura affrettata, che priva i vincitori del concorso della possibilità di ricorrere in caso di errata attribuzione del punteggio complessivo, sta producendo più danni che benefici: tanti candidati al ruolo lamentano l’assegnazione di una posizione in graduatoria diversa da quella attesa dopo lo svolgimento del lungo e faticoso percorso selettivo. E hanno chiesto spiegazioni, presentando formale reclamo. L’Usr, che però ha fatto una scelta precisa, quella di dare la priorità alle assunzioni, sembrerebbe aver deciso di verificare la fondatezza dei reclami solo dopo le immissioni in ruolo: il tempo a disposizione, del resto, è troppo ridotto.

Con il risultato, però, di esasperare ulteriormente gli animi. E far intervenire i sindacati. La Flc-Cgil ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro contro quella che definisce una “decisione illegittima”. Anche l’Anief ha provveduto a diramare a tutti gli interessati un modello di reclamo, assumendo, nel contempo, una dura posizione nei confronti dell’Usr, definendo “illegittimo il provvedimento della pubblicazione delle graduatorie definitive”. Per molti docenti l’assegnazione dei posti verrà decisa nelle aule dei tribunali.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

A darne comunicazione è l’Anief: il tribunale sospende il D.D.G. n. 58/13, contenente le norme di organizzazione del corsi abilitanti, nella parte in cui esclude gli insegnanti a tempo indeterminato. A sperare, ora, sono migliaia di ricorrenti, anche non ruolo, privi dei requisiti più “alti” richiesti dal Miur per questa tornata di corsi abilitanti.

Potrebbe presto allargarsi il numero di partecipanti ai Percorsi abilitanti speciali: il sindacato Anief ha dato notizia di aver ottenuto dal tribunale l’ammissione con riserva ai corsi per una docente già di ruolo. Con la sentenza, di cui ancora non sono stati resi noti gli estremi, viene di fatto sospeso il D.D.G. n. 58/13, contenente le norme di organizzazione del corsi abilitanti, nella parte in cui esclude gli insegnanti a tempo indeterminato (art. 2, c.1).

Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, si tratta di una decisione che rende giustizia a quei “docenti di ruolo della scuola pubblica che hanno prestato un servizio specifico di 180 giorni come richiesto dal bando, a dispetto degli altri colleghi delle scuole private o degli altri dipendenti pubblici”, a cui l’amministrazione scolastica avrebbe dovuto dare l’opportunità di conseguire un'altra abilitazione dopo che “il dimensionamento e la riforma degli ordini scolastici” hanno prodotto una lunga serie “di classi di concorso in esubero e atipiche”.

Ora, trattandosi di una sentenza cosiddetta “pilota”, il sindacato autonomo spera che una decisione analoga possa essere presa di giudici anche per le altre tipologie di ricorso: coloro che non hanno svolto una annualità specifica sulla disciplina in cui ora intendono abilitarsi, coloro che hanno svolto solo 360 giorni complessivi, i dottori di ricerca e altri ancora. Con migliaia di ricorrenti che avrebbero così la possibilità di frequentare i corsi abilitanti.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

Alle diversità territoriali del personale docente, derivanti dalla mancata pubblicazione delle graduatorie definitive del concorso a cattedra in tante province e per diversi insegnamenti, si aggiunge la difforme applicazione dell’art. 59 del CCNL: non tutti gli AT terrebbero conto della possibilità del personale di ruolo di accettare la supplenza annuale su profilo professionale superiore.

A pochi giorni dalla scadenza delle immissioni in ruolo con nomina giuridica ed economica 1° settembre 2013, continuano a pervenire notizie di situazioni diversificate sulle assegnazioni delle nomine: si tratta di difformità dovute in prevalenza alla mancata definizione delle graduatorie dei vincitori dell’ultimo concorso per docenti. I vari ex Provveditorati agli Studi, oggi chiamati Ambiti Territoriali, a cui il contingente è stato comunicato meno di una settimana fa, stanno operando una vera corsa contro il tempo. Alcuni si sono già tirati indietro. Altri riusciranno a terminare sul filo di lana. La maggior parte procederà solo ad una parte delle nomine. Per avere un quadro completo “La Tecnica della Scuola” ha predisposto in un unico articolo tutte le graduatorie dei vincitori del concorso che le commissioni, a volte un po’ frettolosamente (con appena uno o due giorni per fare reclamo), hanno decretato come definitive.

Ma le problematiche non risparmiano il personale Ata. Per il quale le assunzioni che si stanno attuando in queste ore riguardano il contingente dell’anno scolastico ormai passato. Un contingente, tra l’altro, che non comprende amministrativi e tecnici. Ancora “bloccati” dalla minaccia del transito dei docenti inidonei e degli ITP C555 - C999 introdotta con la spending review dell’anno passato. Il Miur, attraverso la nota 8468 del 26 agosto scorso, ha esplicitato le disposizione per attuare le supplenze. Tra cui le nomine fino all’avente titolo. Ma non si è espresso su come far esercitare la possibilità, per il personale di ruolo, di essere utilizzato in un profilo professionale superiore, come previsto dall’art. 59 del CCNL, mantenendo il proprio posto per l’intera l’annualità. E ciò starebbe determinando comportamenti difformi da parte degli AT. L’Anief parla addirittura di “una vera e propria ‘Torre di Babele’”. Con gli uffici scolastici provinciali che “come troppo spesso accade in occasioni simili, stanno agendo ognuno per proprio conto, senza alcuna regia ministeriale”.

Sempre secondo il sindacato autonomo “Verbania e Vercelli, convocano ‘il personale incluso nella graduatoria permanente appartenente ai profili di assistente amministrativo ed assistente tecnico per l’individuazione sui posti disponibili, compreso il personale già di ruolo in altro profilo o area’. Altri invece, stanno convocando tutti gli aspiranti presenti nelle graduatorie permanenti, tranne il personale di ruolo in altro profilo, ad esempio l’A.T. di Grosseto comunica: ‘gli aspiranti ‘Assistenti Amministrativi’ e ‘Assistenti Tecnici’, di ruolo su altro profilo non potranno essere individuati’”.

Quello che chiede l’Anief al Miur, per evitare che venga inondato di migliaia di richieste di conciliazione con inevitabili strascichi anche in tribunale, di pubblicare una nota, come fece prima dell’avvio dell’a.s. 2008/09, con la n.13561, attraverso cui espliciti che “Trattandosi di supplenze temporanee conferite su posti disponibili entro la data del 31 dicembre e fino al termine dell’anno scolastico, è fatta salva la possibilità di accettazione di rapporti di lavoro a tempo determinato da parte del personale A.T.A. di ruolo ai sensi dell’art. 59 del C.C.N.L. 2006/2009”.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

Il Consiglio dei Ministri di oggi ha dato il via al "pacchetto precariato" per la pubblica amministrazione che avrà quale scopo la "soluzione strutturale" del precariato, dicono dal Governo. Avrà effetti anche per la scuola?

L'esigenza della stabilizzazione dei precari nasce dall'abuso dei contratti a termine nella pubblia amministrazione che viola quelle che sono le direttive europee sull'argomento.

A meno di colpi di scena, il pacchetto approvato oggi non riguarderà i precari stori della scuola che, nonostante le numerose sentenze da parte dei Tar, non hanno avuto riconosciuto il diritto al ruolo dopo i tre anni di contratti a TD indicati dalla direttiva europea.

Quindi i precari, come spesso sono stati costretti nella loro storia lavorativa, si sono rivolti ai tribunali ed entro l'anno si attende la sentenza dela Corte di giustizia europea che si spera condanni lo Stato Italiano per la reiterazione dei contratti precari anche della scuola.

Possibile che l'approvazione del provvedimento di oggi per tutti i comparti della PA non possa avere risvolti anche per la scuola?

Non direttamente, ma rappresenta un precedente e potenzialmente una discriminazione: perché per tutta la Pubblica Amministrazione si è sanata una situazione di illegalità nella reiterazione dei contratti e per la scuola no?

Abbiamo il sospetto che oggi il Governo abbia fornito delle argomentazioni in più ai precari storici della scuola.

Ne è certa l'ANIEF, che in un comunicato, ricordano l'attesa della sentenza della Corte Euopea, lancia un monito al Governo su questo argomento.

Anzi, il giovane sindacato attacca il Governo proprio sullo strumento varato oggi, quello del concorso riservato, affermando che i precari devono essere assunti senza concorso riservato, ma solo perché hanno raggiunto i tre contratti a tempo determinato.

Secondo Anief-Confedir, "nel nostro ordinamento siamo obbligati a recepire la normativa comunitaria." “Anziché varare dei provvedimenti a metà – continua il comunicato - il Governo si assuma le proprie responsabilità sino in fondo: dopo l’approvazione della Legge Bassanini, infatti, sono soltanto accresciuti i costi della spesa pubblica. A causa di una moltiplicazione dei costi legata soprattutto alla politica."

Per quanto riguarda la scuola, ricorda Pacifico "sono stati cancellati negli ultimi sei anni 200mila posti tra docenti e Ata, 4mila presidenze e scuole autonome. Cui prodest?", si chiede il presidente dell'ANIEF "Non certo ai servizi resi ai cittadini. In assenza di risposte adeguate, pertanto, continueremo a ricorrere alla magistratura per ottenere giustizia”.

Certo è che ci pare improbabile che si possa applicare la stessa idea anche alla scuola. Cosa accaderebbe se si dovessero bandire concorsi solo per coloro che hanno tre anni di servizio, dividendo i posti con le graduatorie e i concorsi rivolti, invece, a tutti, copresi i nuovi abilitati?

Crediamo ci sia confunsione nell'ambito del reclutamento già con queste regole, complicarle non è proprio il caso. Ma certo oggi si è aperto un capitolo nuovo per la PA che non potrà lasciare indifferente i precari della scuola.

Attendiamo, nel contempo le sentenze dall'Europa.

Fonte: Orizzonte Scuola

 

LE PROSPETTIVE - LA TECNICA DELLA SCUOLA

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti