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La storia di Gaia Triscornia stride con il 60% di assunti a oltre 50 anni di età: svolgerà esercitazioni pratiche di topografia nello stesso istituto tecnico di Carrara dove si è diplomata due anni fa. Con i suoi ex prof ora diventati colleghi. Lei si schernisce: sono la più giovane del concorso? Non sono certo andata a controllare. Intanto il Ministro apre uno spiraglio: tanti lavorano per la scuola ogni anno, perdono il lavoro a luglio e ricominciano a settembre, bisogna capirne il costo amministrativo e affrontare il tema una volta per tutte. Che significa: a conti fatti forse allo Stato converrebbe assumerli.

Finalmente una bella notizia: una ragazza di 21 anni, nativa di Carrara, ha vinto il concorso a cattedra ed è già stata immessa in ruolo. Insegnerà nell'istituto tecnico Domenico Zaccagna della sua città, dove lei stessa si è diplomata solo due anni fa. Con i suoi ex insegnanti che d’ora in poi diventeranno i colleghi di lavoro.
La notizia, ripresa in questi giorni da quotidiani locali Il Tirreno, La Nazione e Il Corriere Fiorentino, è di quelle che rincuorano. Perché significa che la scuola italiana è in grado di assumere non solo docenti con i capelli bianchi, ma anche giovani meritevoli.

La giovane prof si chiama Gaia Triscornia e si era iscritta all'università, poi ha deciso di tentare il “concorsone”, superando molti concorrenti che erano partiti con punteggi migliori.

"Non sarà facile farsi rispettare dai ragazzi, ma avrò il pugno di ferro. Ancora più strano – ammette - sarà avere come collega chi fino a poco tempo fa chiamavo prof". La cattedra che Gaia occuperà è, ovviamente, quella di insegnante tecnico pratico (non necessita della laurea, ma per accedervi basta il diploma di maturità tecnico o professionale): svolgerà esercitazioni pratiche di topografia.

La ragazza, diplomata geometra nel 2011 con 98/100, ha partecipato al concorso sostenendo quattro prove. "Dopo il diploma mi ero iscritta alla facoltà di ingegneria - racconta - poi ci ho ripensato, ho preferito mettermi subito in contatto con il mondo del lavoro". Le sue prove nel concorsone hanno superato in qualità quelle di molti altri che portavano in dote anche una laurea.

"Welcome, contratto a tempo indeterminato", ha quindi esultato su facebook, dopo aver avuto la notizia ed aver scelto la scuola presso l’Ufficio scolastico provinciale (oggi Ambito territoriale). L'11 settembre sarà con ogni probabilità il suo primo giorno di lezione. "Mi hanno detto che sono la più giovane del concorso - racconta - ma io non so, non sono certo andata a controllare".

La sua storia, dicevamo, stride non poco rispetto a quella di tanti altri docenti immessi in ruolo. Che spesso attendono anche più di 20 anni prima di firmare un contratto a tempo indeterminato. Come la professoressa grossetana Lia Baffetti, 62 anni, che dopo 33 anni di precariato pochi giorni fa aveva ottenuto l'incarico a tempo indeterminato (l’Anief aveva riportato la notizia ricordando che quasi il 60% dei neo-docenti immessi in ruolo ha più di 50 anni). Ma poi ha pure dovuto rinunciarvi: "Ho aspettato tanto questo momento, ma ho dovuto rinunciare per problemi familiari, la cattedra che mi era stata offerta era troppo distante da casa mia".

Intanto, dal Miur forse qualcosa si muove. "Sulla questione dei precari della scuola stiamo lavorando" ha detto il 5 settembre il ministro Carrozza a margine della Festa nazionale democratica a Genova. Aggiungendo che "ci sono tante persone che lavorano per la scuola ogni anno, perdono il lavoro a luglio e ricominciano a settembre. Bisogna capire anche il costo amministrativo di tutto questo e dimostrare che bisogna affrontare questo tema una volta per tutte. Ci sto lavorando". Il concetto sembra far affiorare quello espresso da anni dai sindacati: considerando il personale amministrativo impegnato, il Tfr da pagare subito dopo il termine della supplenza e i costi che lo Stato deve affrontare per l’indennità di disoccupazione da assegnare ai precari per i periodi di inattività lavorativa (per tutti coloro che vantano almeno 70 giorni di supplenza per ogni anno solare), al Governo non converrebbe forse assumere i precari su tutti i posti vacanti (sembrerebbe circa 100mila)? A conti fatti, forse, ci guadagnerebbe. Almeno per alcuni anni.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

Il concorso DDG n. 82 del 24 settembre 2012 viene bandito per il 50% del reclutamento in due anni scolastici (2012/13, 2013/2014), magicamente la graduatoria diventa triennale, adesso il Miur non assicura la copertura dei posti entro i 3 anni. A che gioco giochiamo?

Una premessa importante: la situazione delle immissioni in ruolo da concorso 2012 (della quale abbiamo ad oggi solo dati parziali e aggregati) è molto variegata.

Il dato totale, comunicato dal Ministero durante un incontro con i sindacati, ci dice che entro il 31 agosto 2013 è stato assegnato il 28% dei posti messi a concorso, ma - è bene ricordarlo - il dato è viziato dalla mancate assunzioni nella regione Lazio (0%) e dalla parziali assunzioni in Toscana (2.52%) e controbilanciato da percentuali alte in Lombardia (66, 42%), Umbria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Piemonte, con punte oltre il 50%.

Il Ministero ha assicurato che per le modalità del bando, che prevede un numero di posti determinato da assegnare a tempo indeterminato, l'assunzione di un numero di docenti pari ai posti messi a concorso sarà assicurata. Concorso docenti, come ti trasformo le graduatorie in triennali

In quanto tempo? Secondo la FLC CGIL - non ci risulta infatti che sia stato il Ministero a pronunciarsi su questo punto - non è garantita l'assunzione dei vincitori del Concorso entro il triennio previsto.

Anche qui vanno fatti dei distinguo. Ci risulta che alcune regioni, per alcune classi di concorso, abbiano già un numero di posti vacanti anche superiore alle immisioni in ruolo autorizzate quest'anno e abbiamo avanzato il sospetto che siano stati assegnati più ruoli rispetto ai posti messi a concorso. Concorso a cattedra, sospetti su nomine in ruolo in più rispetto ai posti a bando

In altre regioni e per alcune classi di concorso la pessimistica previsione della FLC CGIL potrebbe invece avere senso.

Concorso che d'altronde, sin dall'inizio, non è piaciuto a molti dei docenti inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento.

L'Associazione Adida così riassume il disappunto dei candidati "Il Concorsone è diventata l’ennesima farsa della nostra storia italica e, da sud a nord, i precari in attesa di stabilizzazione hanno visto sfumare ogni legittima aspettativa, nonostante le denunce delle varie associazioni di categoria che hanno tentato in tutti i modi di fermare la carneficina prospettata da un concorso che ha bandito un numero esiguo di posti, rispetto al precariato sfruttato da anni e in attesa di immissione in ruolo, che ha sovvertito l’ordine “naturale” delle cose."

Il problema successivo sarà quello di dare una risposta ai docenti che, pur avendo superato tutte le prove, non rientreranno nel numero dei vincitori. La definizione utilizzata nei loro commenti è quella di "idonei", e rivendicano l'utilizzo della graduatoria fino al suo completo esaurimento, o comunque fino alla costituzione di una nuova graduatoria derivante da un ulteriore concorso, come previsto dal Testo Unico decreto legislativo n. 297/94, art. 400 comma 8 "Le graduatorie relative ai concorsi per titoli ed esami restano valide fino all'entrata in vigore della graduatoria relativa al concorso successivo corrispondente".

E c'è anche chi, come il sindacato Anief, propone da subito un ricorso al giudice del lavoro. Le previsioni sull'indizione di un nuovo concorso non sono infatti rosee Il nuovo concorso docenti nel 2015? Necessario completare concorso attuale e stabilire nuovi requisiti di accesso

Immissioni in ruolo: effettuato il 96.2% delle nomine, di cui il 38% del totale da concorso. La tabella diffusa dal Miur

Fonte: Orizzonte Scuola

 

Sono almeno 4mila a lamentare l’ingiusta esclusione dalle immissioni in ruolo. Che sarebbero state “spostate” – a causa della mancanza di posti vacanti o ritardi della pubblicazione delle graduatorie – sulle liste di attesa dei vecchi concorsi o tutte sulle GaE. Proteste anche per l’errata assegnazione dei posizionamenti. L’Anief: hanno maturato il diritto all'assunzione, di cui si chiederà la certificazione in tribunale. La Flc-Cgil chiede un mega-piano triennale di assunzioni.

Era inevitabile. Malgrado i recenti appelli lanciati dal ministro Carrozza perché non si scatenasse una “guerra” tra le diverse tipologie di aspiranti alle immissioni in ruolo (precari delle GaE, neo-abilitati con il Tfa, vincitori delle procedure concorsuali che portano direttamente al ruolo, non abilitati, ecc.), la mancata assunzione di una parte dei neo-vincitori del concorso a cattedre sta producendo non pochi malumori. Con tanto di ricorsi al giudice del lavoro. Che, tra l’altro, La Tecnica della Scuola che aveva ipotizzato prima ancora che si scatenesse tutto.

A scatenare le proteste di migliaia di danneggiati sono una sommatoria di fattori. Prima di tutto vi sono le riduzioni dei posti vacanti e disponibili: in alcune realtà nessuno maestro è stato assunto. Vale per tutti l’esempio della primaria del Molise: in 27 avevano passato positivamente le prove del concorso, ma nemmeno uno di loro è entrato in ruolo.

Un secondo fattore è quello da ricondurre ai ritardi della pubblicazione delle graduatorie: nel Lazio non è stato fatto in tempo a produrne nemmeno una; in Sicilia e Toscana solo una parte. In questi casi si “pescato” dalle vecchie graduatorie. Sempre se ancora in vita. In caso contrario, i posti sono stati assegnati tutti attraverso lo scorrimento delle GaE.

C’è poi una terza motivazione che ha portato dei “mal di pancia” nei docenti che speravano nel ruolo: quella delle graduatorie sbagliate. Sembra che non siano rari i casi in cui le commissioni, al fine di stringere i tempi, abbiano operato pensando troppo al risultato. Con la complicità, in qualche caso, anche degli Usr. Come in Calabria, dove i dirigenti ministeriali hanno pensato bene di pubblicare direttamente la lista definitiva dei vincitori del concorso a cattedra. Saltando a piè pari quella provvisoria. Con “coda”, inevitabile, all’insegna di esposti e ricorsi.

Secondo il quotidiano “la Repubblica”, sarebbero solamente 3.123 i neo-assunti. A fronte degli 11.542 posti banditi e che sarebbero dovuti andare a ruolo nel biennio. Considerando che, di questi, a detta del Miur (in occasione della pubblicazione del D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012) ben 7.351 sarebbero dovuti essere stati assunti entro lo scorso 31 agosto, il conteggio dei danneggiati è presto fatto: oltre 4.200. E anche per i restanti le prospettive sono poco rassicuranti. Soprattutto perché il prossimo anno (al massimo nel 2015), la loro posizione di vincitori decadrà. In contemporanea alla pubblicazione delle nuove liste di candidati risultati idonei al prossimo concorso a cattedra.

Era inevitabile, dicevamo, che questo genere di situazione scatenasse delle reazioni. Con alcuni sindacati che danno manforte ai danneggiati. L’Anief sostiene, a tal proposito, che “non è colpa dei vincitori del concorso se i posti messi a concorso dal ministero non sono più disponibili, anzi, i vincitori hanno maturato il diritto a un contratto a tempo indeterminato, di cui si chiederà la certificazione in tribunale, vista la conclusione delle operazioni di nomina a t. i. e i ritardi nella pubblicazione delle altre graduatorie definitive”. La parte che l’Anief contesta (contenuta nell’art. 13 del D.D.G. n. 82) è la seguente: “Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale competente approva la predetta graduatoria e con proprio decreto individua i vincitori parti al numero dei posti messi a concorso, dandone massima pubblicità”. Il sindacato guidato da Marcello Pacifico, quindi, farà partire “un’azione giudiziaria, individuale”, con il fine dichiarato di ridare anche “serietà a una prova concorsuale e ripristinare un diritto altrimenti leso, visti i continui tagli, le riconversioni professionali, i mancati pensionamenti”.

Anche la Flc-Cgil si lamenta. E chiede di “avviare al più presto il confronto sul reclutamento e la formazione iniziale degli insegnanti per dare risposta a tutte le legittime aspettative dei lavoratori precari della scuola”. Per garantire il completamento delle assunzioni dal concorso, ma anche dalle graduatorie da esaurimento, il sindacato guidato da Pantaleo reputa “necessario definire un nuovo piano triennale che parta anche dalla stabilizzazione in organico di diritto dei posti di organico di fatto, in particolare per il sostegno”.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

Le collaboratrici scolastiche hanno firmato il contratto a tempo indeterminato ormai ultrasessantenni. Un altro caso simile si era verificato sempre in Emilia-Romagna. Il sindacato Anief: "Sono gli effetti della legge Fornero".

MODENA - Dopo un lungo precariato, "due collaboratrici scolastiche in servizio nella provincia di Modena, sono state immesse in ruolo a 66 anni". Lo riferisce l'Anief-Confedir, secondo cui un altro caso si è verificato sempre in Emilia Romagna, dove una donna ha firmato l'assunzione a tempo indeterminato a 65 anni.

"Purtroppo siamo arrivati al punto che i tanti casi di ultrasessantenni assunti nella scuola, come quello della docente 62enne di educazione artistica del grossetano, tra l'altro costretta a rifiutare il ruolo perché la proposta su più scuole presentatagli dall'amministrazione era incompatibile con i suoi spostamenti, non dovrebbero più farci meravigliare", afferma Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir.

Secondo Pacifico, grazie alla riforma Fornero "dal 1° gennaio 2012 tutte le dipendenti della scuola, che costituiscono oltre l'80% del personale docente e Ata, sono state costrette a rimanere in servizio fino a 66 anni e tre mesi di età". Quest'anno - precisa l'Anief in un comunicato - sono stati collocati in pensione 10.860 docenti e 3.662 tra amministrativi, tecnici ed ausiliari. Appena 14.522 lavoratori, un numero che corrisponde alla metà dei dipendenti pensionati del 2102 (lasciarono in 27.754), suddivisi tra 21.114 docenti e 5.338 Ata. Per Pacifico, "la scuola continua ad essere il settore dove più degli altri si continua a derogare alla direttiva comunitaria, la 1999/70/CE, che da 13 anni impone ai Paesi che fanno parte dell'Ue di assumere tutti i lavoratori che hanno svolto 36 mesi di servizio nell'ultimo quinquennio".

Fonte: Repubblica - ed. Bologna

 

Docenti, vincitori di concorso, fortemente indignati. Operazioni troppo affrettate quelle effettuate dall’Ufficio scolastico regionale della Calabria, in merito alla pubblicazione delle graduatorie definitive. Risultati sballati. I conti, per molti vincitori di concorso, non tornano.

Alla vista dei risultati, resi noti, già da due giorni, molti docenti sono stati costretti a fare reclamo poiché il punteggio della graduatoria risulta completamente errato. Maggiori errori si sono riscontrati nelle graduatorie relative alla scuola dell’infanzia e della primaria, in minore misura, invece, nelle altre.

Tanta l’indignazione da parte dei docenti, che, nelle ultime ore, hanno preso d’assalto l’ufficio scolastico regionale, molti, però, hanno optato per la via più breve e veloce, quella del fax, così nel giro di poche ore sono piovuti numerosi esposti.

Cosa prevedibile questa, poiché l’USR della Calabria(ufficio scolastico regionale) a differenza delle altre regioni, per rientrare nei tempi stabiliti per le immissioni in ruolo, ha ritenuto opportuno pubblicare direttamente la graduatoria definitiva bypassando quella provvisoria.

Così, già nella giornata di mercoledi, l’Anief aveva provveduto a diramare a tutti gli interessati un modello di reclamo, assumendo, nel contempo, una dura posizione nei confronti dell’Usr, definendo “illegittimo il provvedimento della pubblicazione delle graduatorie definitive”.

Il leader del giovane sindacato, Marcello Pacifico, tuona in merito a questa spinosa situazione, pertanto, chiede che il Miur faccia chiarezza, nel rispetto, soprattutto, di chi è risultato vincitore di concorso. E’ vero che il tempo stringe ed entro il 31 le operazioni relative alle immissioni in ruolo devono essere ultimate, ma, visti i dati pubblicati, si è venuto a creare solo caos e tanta ansia in chi attende e spera nell’immissione. Naturalmente, se i reclami non dovessero essere accolti, i vincitori di concorso saranno costretti a fare ricorso al Tar.

Intanto, l’ufficio scolastico regionale è riuscito a garantire solo alcune graduatorie, relative all’ infanzia, alla primaria, a matematica e scienze, a economia aziendale, laboratorio di edilizia ed esercitazioni di topografia e, ancora, filosofia e storia, disegno e storia dell’arte, ed educazione artistica.

Ovviamente, all’appello mancano altre classi di concorso, non pubblicate perché il concorso non è stato ancora espletato definitivamente.

Giorni cruciali questi e determinanti per molti vincitori di concorso che sperano nella ultimazione delle operazioni prima del 31 agosto, in modo da passare di ruolo ed essere già in servizio dal 2 settembre, visto che il 1° cade di domenica.

Intanto, da via Trastevere arriva fresca la notizia che i vincitori di concorso, pare, potranno esser assorbiti in tre anni, anziché due come stabilito precedentemente, quindi la validità delle graduatorie del concorso sarà triennale. Ora, resta da sperare che le graduatorie definitive siano corrette celermente, altrimenti, a passare di ruolo potrebbero essere i candidati sbagliati e poi si che ne vedremo delle belle.

Fonte: Orizzonte Scuola

 

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XXIV2012

 

 

 

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Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti