"A chi concludera' positivamente i corsi universitari verra' negato di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento, quindi di aspirare alle supplenze di lunga durata e alle immissioni in ruolo. Rimangono fuori i supplenti con 360 giorni di supplenze e i soprannumerari. Introdotto, infine, un inutile test d'ingresso non selettivo. In arrivo un'altra stagione di ricorsi al Tar del Lazio". E' quanto si legge in una nota dell'Anief.
"Dopo tanta attesa, il ministero dell'Istruzione partorisce un decreto che in tre anni portera' all'abilitazione circa 75mila precari della scuola. Peccato che si tratti di un percorso di serie B", dice il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico. "Questa volta il ministro Profumo si e' superato - continua - perche' e' riuscito a bandire un decreto che permettera' a decine di migliaia di docenti precari di acquisire un'abilitazione incompleta: il testo firmato vieta infatti ai nuovi docenti che supereranno le prove finali dei corsi universitari di inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento. E questo significa che sara' negato loro di mettersi in lista di attesa per aspirare alle supplenze annuali e alle immissioni in ruolo".
Viale Trastevere ammette il danno subito da migliaia di precari e collaboratori scolastici di ruolo (che non hanno potuto usufruire dei vantaggi derivanti dall’art. 59 del Ccnl), a causa della situazione di stallo riguardante il personale inidoneo e gli ex Itp degli enti locali. Soddisfazione dai sindacati.
Non vi saranno “code” giudiziarie per la vicenda delle mancate supplenze annuali causato dal blocco delle immissioni in ruolo di tutto il personale Ata, derivante a sua volta dalla situazione di stallo riguardante il personale inidoneo e gli ex Itp degli enti locali (che ha trovato soluzione solo in questi giorni). Il 22 marzo il Miur, infatti, ha emesso una nota, la n. 2932 del 2013, che a seguito dei “numerosi quesiti” pervenuti allo stesso dicastero di viale Trastevere, dà il via libera all’opportunità “di riconoscere il servizio ai soli fini giuridici al personale ATA inserito nelle graduatorie, che avrebbe avuto diritto alle nomine su posti attualmente ricoperti, invece, da personale titolare di contratti fino all’avente diritto ex art.40 legge 449/97 e inserito nelle graduatorie di istituto”.
Nella nota, il direttore generale Luciano Chiappetta spiega che “in considerazione del ritardo della procedura di transito dei docenti inidonei nel profilo ATA,s i ravvisa l’opportunità che, in sede di conciliazione con gli Uffici scolastici territoriali o presso le Direzioni provinciali del lavoro, venga riconosciuta la validità del servizio, ai soli fini giuridici, a coloro i quali si trovavano in posizione utile per il conferimento di supplenza annuale o temporanea”.
Il Miur ha così di fatto riconosciuto il danno subito da migliaia di precari e collaboratori scolastici di ruolo (che non hanno potuto usufruire dei vantaggi derivanti dall’art. 59 del Ccnl).
La nota si concluda con un’altra concessione: quella riguardante il “personale ATA che abbia avuto una supplenza annuale negli anni scolastici 2008/09, 2009/10 e 2010/11 e non abbia usufruito nell’a.s. 2011/12 dei benefici del salva-precari perché titolare di contratto fino al 30 giugno”: nei loro confronti dovrà “essere riconosciuto il relativo punteggio per i mesi di luglio e agosto 2012”.
L’esito positivo della vicenda è stato accolto con piena soddisfazione dai sindacati. In particolare dall’Anief, che attraverso un comunicato trionfante ricorda di essere stato “l’unico sindacato ad aver depositato in tutti gli ambiti territoriali italiani le richieste di tentativo di conciliazione per il riconoscimento giuridico dell’incarico non assegnato a causa delle nomine all’avente titolo ex art. 40”. Il sindacato autonomo si sofferma sul fatto che “ora, il Miur riconosce la bontà della battaglia sindacale intrapresa e per evitare contenzione al giudice del lavoro invita gli ex-provveditorati a conciliare sul tema del riconoscimento del servizio”. E chiude, pertanto, invitando “tutto il personale che non ha ancora inviato il tentativo di conciliazione a farlo immediatamente”.
"Avanzando inesistenti motivi di adeguamento del percorso di studi italiano a quelli europei, il Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ha oggi comunicato ai sindacati la decisione unilaterale di voler avviare una sperimentazione nelle scuole statali, al fine ridurre di un anno il percorso di studi, con gli esami di maturita' anticipati quindi a 18 anni". Lo afferma in una nota l'Anief.
"Profumo ha anche spiegato che i percorsi da intraprendere, sempre sperimentalmente, saranno tre: anticipare a 5 anni la scuola primaria, eliminando quindi un anno di scuola d'infanzia; ridurre di un anno, probabilmente l'ultimo, la scuola primaria; cancellare il primo o secondo anno di corso della scuola secondaria di primo grado - prosegue la nota del sindacato -. Anief respinge, indistintamente, tutte e tre le ipotesi. Prima di tutto perche' si tratta di percorsi che ci allontanano, anziche' avvicinarci, ai modelli di studio in vigore nei Paesi piu' avanzati dell'area Ocse. In secondo luogo perche' si tratta dell'ennesima riforma, mascherata da proposta migliorativa, che ha un solo obiettivo: cancellare almeno altri 50mila posti di lavoro, dopo i 200mila gia' spariti, per le solite esigenze di "cassa", negli ultimi sei anni. Il terzo motivo e' che un Ministro dimissionario, appartenente ad un Governo che non c'e' piu' e privo di consenso elettorale, deve limitarsi all'ordinaria amministrazione, non di certo all'introduzione di sperimentazioni che giocano contro la formazione dei nostri giovani".
"I nostri alunni - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - non hanno bisogno di percorsi di studio ridotti, ma di una maggiore alfabetizzazione, all'interno di una scuola di qualita'. Le emergenze sono altre, come l'abbandono universitario del 25% e quello della scuola dell'obbligo ancora maggiore. Ma anche introdurre un serio apprendistato, come avviene in Germania dove oltre un milione e mezzo di alunni sono stati introdotti al lavoro attraverso questo prezioso percorso formativo".
"Sarebbe poi importante - prosegue - introdurre l'organico funzionale negli istituti, con la gestione delle risorse umane finalmente delegata ad ogni singola scuola autonoma. Ma anche avviare un albo di 'orientatori', composto da formatori esperti cui rivolgersi per unificare le esigenze degli studenti della scuola medio-superiore e dell'universita'. Il Ministro Profumo la smetta con questi blitz, utili solo a ridurre spese e a farsi pubblicita' sulla pelle di milioni di giovani cui si vuole negare un anno di tempo scuola e un diritto all'istruzione completa costituzionalmente garantito".
Ieri il Ministro Profumo ha firmato il decreto per il transito dei docenti inidonei e degli ITP soprannumerari nei ruoli ATA. Ricordiamo che si tratta di un primo passo e che il decreto deve ancora essere controfirmato sia dal ministro dell’Economia che dal ministro della Funzione Pubblica. M5S presenta interrogazione parlamentare. Decreto docenti inidone e ITP: "scellerato e pure raffazzonato..."
Indignata, secondo un comunicato inviatoci dai Cobas, la Presidente della Camera, Boldrini, che ha definito "inaccettabile" il provvedimento. Secondo il comunicato, la Boldrini ha dichiarato "di rendersi conto di quanta possa essere la frustrazione di entrambe le categorie coinvolte e di quante vite sarebbero sconvolte da questo provvedimento. Pur consapevole dello scarso e limitato tempo a disposizione, si impegna a fare tutto ciò che è nelle sue possibilità e capacità per evitare che venga adottato un decreto che rischia di penalizzare migliaia di persone."
Il sindacato ANIEF ha inviato un comunicato nel quale annuncia un nuovo ricorso al Tar per annullare il provvedimento alla firma, nei prossimi giorni, del Mef e della Funzione Pubblica. Il comunicato con i particolari
"La decisione del Ministero di cambiare unilateralmente il profilo professionale di tanti insegnanti della scuola - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per la scuola - rappresenta l'apice della cattiva gestione dell'istruzione pubblica italiana. Contemporaneamente si mortificano tantissimi professionisti, in buona parte vittime di seri problemi di salute, anche derivanti da cause di servizio, utilizzandoli su ruoli a loro sconosciuti; si lasciano prive del personale addetto le biblioteche scolastiche; si usa ancora una volta come 'ruota di scorta' il delicato comparto del sostegno agli alunni disabili".
Da canto loro, i senatori del M5S hanno presentato una interrogazione a risposta scritta per interrogare il Ministro dell’Istruzione sulla situazione dei docenti inidonei. In particolare i 13 cittadini al Senato della Repubblica per il M5S chiedono al Ministro “in che modo intenda tutelare le sorti degli inidonei vessati dalla norma sulla spending review votata dalla maggioranza Pd-Pdl-Udc che sosteneva il governo Monti” spiega la prima firmataria Nunzia Catalfo. “Questa norma obbliga i docenti inidonei e gli insegnanti tecnico-pratici a transitare nei ruoli del personale amministrativo, tecnico e ausilario (ATA). “Non ci fermeremo a questo per tutelare i docenti inidonei e le altre figure che subiscono gli effetti nefasti della cosidetta spening review – continuano i firmatari dell’interrogazione – e stiamo predisponendo un apposito disegno di legge”.
I Cobas, che in questi giorni hanno organizzato un presidio davanti al MIUR (le immagini del nostro video servizio), hanno così commentato il provvedimento:
Transitano sui posti di assistenti amministrativi o tecnici che si rendono annualmente vacanti e disponibili (cioè sono costretti ad abbandonare le scuole che hanno scelto nonostante siano vicine alle proprie abitazioni o ospedali da raggiungere in caso di urgenza);
se si sottopongono a visita e sono guariti possono tornare sul ruolo docente;
in ogni scuola non può esserci più di un posto ATA per gli inidonei (ma se sono in grado di fare gli ATA perché si ritiene che più di una unità sia nociva per la collettività?) ;
chi è in servizio presso gli uffici periferici dell’amministrazione può richiedere di permanervi, previo parere positivo del dirigente (sappiamo che alcuni direttori generali hanno nelle proprie segreterie inidonei da garantire);
se nella domanda di passaggio non si specifica il profilo presso cui essere spostati si viene spostati di ufficio sui posti dei tecnici o sui posti dei collaboratori scolastici - ex bidelli - (se si sbaglia domanda si è puniti);
chi è già “inidoneo” è inquadrato nel ruolo del personale ATA a partire dal 1° settembre 2012 con decreto collettivo del direttore regionale (la punizione è retroattiva) ;
il personale inidoneo deve conteggiare il punteggio posseduto per avere la sede provvisoria richiesta (il personale deve anche fare da solo i conteggi del proprio punteggio).
"Negli ultimi quattordici anni, il Governo ha bandito due concorsi a cattedra (1999-2001 e 2012-2013), ha autorizzato tre sessioni di corsi riservati per il conseguimento dell'abilitazione dei supplenti che hanno prestato un determinato servizio (provveditorati 2000-2001, SSIS 2007-2008, TFA speciali 2013-2014), ha introdotto due corsi post-universitari a numero chiuso per la formazione specialistica degli insegnanti (SSIS, AFAM e SFP 1999-2009, TFA ordinari 2012-2013); contemporaneamente ha razionalizzato il tempo scuola e gli organici del personale (legge 296/06, 244/07, 133/08, 169/08, 111/11) e ha dimensionamento la rete scolastica (DPR 233/98, DPR 81/09), creando graduatorie (permanenti - ad esaurimento, d'istituto) sempre piu' piene attraverso deroghe esplicite (legge 106/2011) alle norme europee (direttiva 1999/70/CE) che continuano a essere sanzionate dai tribunali del lavoro e generano nuove procedure comunitarie d'infrazione a carico dello stesso Stato italiano".
Lo spiega l'Anief in una nota, che prosegue: "Se si confrontano i dati degli aventi diritto al voto (tra cui supplenti annuali e al termine delle attivita' didattiche) nelle elezioni RSU del 2006 e 2012, infatti, si scopre che sono scomparsi 200.000 posti di lavoro nella scuola, sulla pelle soprattutto di quei precari che hanno portato avanti le nostre scuole, grazie a riforme sempre piu' precise (spending review) improntate a generare nuovi tagli attraverso riduzione delle scuole autonome (12.000 nell'a. s. 2008-2009, 8.000 nell'a. s. 2012-2013) con conseguente riduzione unitaria di posti in organico per dirigenti, dsga e ata e contrazione degli organici del personale e creazione di sovrannumerari; riduzione del tempo scuola nell'a.s. 2010-2011 (da 4 a 6 ore settimanali) in ogni ordine e grado dal primo al secondo ciclo di istruzioni, e del tempo pieno e prolungato con eliminazione delle compresenze; innalzamento progressivo di un punto percentuale del rapporto tra alunni e docenti, aa.ss. 2007-2011; ritorno al maestro unico e cancellazione dell'insegnante specialistico di lingua inglese nella primaria, a.s. 2009-2010; riduzione di 1/3 dell'organico ATA, aa.ss. 2009-2011; sbarramento al 70% dell'organico di diritto per il sostegno, aa.ss. 2008-2010
Il risultato e' che, a fronte delle esigenze delle famiglie, dei rapporti internazionali sulla qualita' dell'istruzione, del cambiamento del mercato del lavoro, del dibattito pedagogico e degli studi scientifici, lo Stato ha adottato riforme improntate alla necessita' di ridurre la dotazione organica dell'amministrazione scolastica, ha disposto l'assunzione tra il 2002-2012 di 300.000 docenti e ata, eppure ha creato altri 250.000 precari tra docenti e ata che continua ad assumere a tempo determinato con lo stesso stipendio iniziale".
Secondo l'Anief "il nuovo Governo deve cambiare drasticamente questa politica scolastica che ha allontanato l'Italia non soltanto dall'Europa ma anche dai Paesi piu' economicamente sviluppati. La precarieta' della nostra istruzione deve essere combattuta attraverso non soltanto maggiori investimenti ma l'aumento del tempo scuola, dell'obbligo a 18 anni dell'istruzione, di una seria riforma dell'apprendistato e di un maggior collegamento tra la scuola, l'universita' e il mondo del lavoro, con una particolare attenzione alle sfide educative di una societa' globale, interconnessa e reticolare".