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Fumata nera oggi all'Aran in occasione dell'incontro organizzato tra i rappresentanti del Governo, in particolare della Funzione Pubblica, e le parti sociali, tra cui tutte le confederazioni sindacali interessate, per trovare un accordo sulla definizione dei parametri generali su cui costruire nel 2014 i nuovi contratti collettivi nazionali dei vari comparti del pubblico impiego.

"L'amministrazione ha messo sul tavolo una proposta di intesa che si discosta sensibilmente dal protocollo del maggio scorso e che, a sorpresa, riprende in buona parte l'accordo del 4 febbraio 2011 che alcune confederazioni sindacali, tra cui la Confedir, non firmarono - spiega il sindacato in una nota -. Oggi, come allora, diversi obiettivi difficilmente realizzabili indicati dalla riforma Brunetta sono stati riproposti: sostanzialmente, le relazioni sindacali si ridurranno quasi esclusivamente a un diritto di informativa sui temi dell'organizzazione degli uffici, costituzione fondi per i trattamenti accessori da gestire poi in sede di contrattazione integrativa, processi di riorganizzazione che producano esuberi ed avvio di processi di mobilita'".

"Sempre se passasse questa proposta, i sindacati avranno la possibilita' di partecipare ai tavoli sull'esame congiunto dei criteri per l'individuazione degli esuberi e sulle modalita' dei trasferimenti - prosegue la nota -. Ma questi dovranno obbligatoriamente completarsi entro 30 giorni. E' se non arrivera' l'accordo, lasceranno campo libero all'amministrazione. Inoltre, sempre scorrendo la proposta, l'esame congiunto tra le due parti potra' avvenire solamente sui criteri di regolazione dei rapporti di lavoro, sulle pari opportunita' e sul mobbing: aspetti tutt'altro che essenziali".

"Confermata poi l'introduzione del merito, che andra' a sostituire gli scatti automatici in busta paga. Inoltre tutto il processo sara' vincolato alla reperibilita' delle risorse provenienti da nuovi risparmi o tagli che gia' hanno piegato la macchina amministrativa. E che non garantiscono il legame minimo degli aumenti di stipendio al costo della vita, visto anche che il potere d'acquisto degli italiani si e' ridotto a quello di oltre due decenni fa - sottolinea ancora Confedir -. Viene inoltre confermato il blocco degli stipendi fino al 2014, gia' previsto dalla legge 122/2010. Come e' ripresa l'idea dell'applicazione di criteri di produttivita' (performance personale) nella gestione ed assegnazione dei trattamenti economici accessori. Il tutto, sempre senza individuare linee guida, criteri generali e obiettivi e senza prevedere risorse economiche aggiuntive".

"Per la Confedir - dichiara Marcello Pacifico, delegato al contenzioso - e' evidente che non si possono punire i dirigenti e dipendenti pubblici fermi, come ci ha detto l'Istat in questi giorni, al potere d'acquisto di 24 anni fa. Ne' il premio del merito puo' essere legato alla filosofia di nuovi tagli, visto che gia' abbiamo ridotto di uno su dieci i posti nel pubblico impiego. Per non parlare della scuola, dove si sono persi oltre 150mila posti in tre anni ed e' stato ridotto di un terzo il fondo d'istituto destinato alle scuole a supporto delle attivita' didattiche".

Fonte: Italpress

 

"A pochi giorni dell'insediamento dei nuovi parlamentari, il Governo dei tecnici guidato dal professor Mario Monti sta tentando di sferrare l'ultimo colpo basso ai dipendenti e agli utenti della scuola: anche in assenza di consenso politico ed elettorale, il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha infatti oggi annunciato che venerdi' prossimo il Consiglio dei ministri approvera' il regolamento che introduce il nuovo sistema di valutazione nazionale delle circa 9 mila scuole italiane, un milione di dipendenti e 7 milioni di studenti". Lo afferma in una nota l'Anief.

"Conferendo un potere enorme a Invalsi, Indire e agli ispettori ministeriali - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per il contenzioso - il Governo dei tecnici sta sferrando l'ennesimo colpo di mano finalizzato a privatizzare i prossimi contratti di lavoro. E legare cosi' gli stipendi degli statali con le performance individuali e di struttura. Ad iniziare proprio da chi opera e vive nella scuola, a cui dal prossimo anno verra' imposto un sistema di valutazione, preludio all'assegnazione delle risorse solo alle scuole migliori, inviso da tutti. Ma questi signori lo sanno cosa significa insegnare in un istituto del quartiere Zen di Palermo o in quelli Spagnoli di Napoli? E lo sanno che in questi giorni l'Istat ha collocato lo stipendio attuale di un dipendente pubblico italiano in servizio a quello di un collega di 24 anni fa?".

"La fondata volonta' del Governo di bloccare gli scatti di anzianita' fino al 2014 e contemporaneamente di introdurre un sistema di valutazione che portera' fondi solo alle scuole piu' virtuose, sono dei pezzi che vanno a comporre un orribile 'puzzle' - spiega ancora l'Anief -. Che produrra' conseguenze disastrose. Per il personale, che sara' remunerato in modo del tutto inadeguato rispetto al servizio svolto e all'impegno profuso. Per gli studenti, soprattutto quelli gia' penalizzati da meno fortunati contesti familiari e sociali, che verranno accolti in strutture scolastiche sempre piu' fatiscenti. Per le famiglie piu' arretrate culturalmente, a cui sara' sottratta anche la possibilita' e la speranza di investire nella formazione dei loro figli".

"Questo Governo dimissionario - continua Pacifico - sta cercando di imporre nelle scuola lo stesso modello fallimentare gia' introdotto da alcuni anni nelle universita': un modello che nascondendosi dietro degli pseudo criteri meritocratici 'dimentica' volutamente le esigenze prioritarie del territorio e del contesto sociale in cui ogni singolo ateneo e' collocato. E assegna fondi alle universita' in base a standard nazionali che non hanno fondamento quando vengono adottati nella realta'. Sembra che certi tecnici che governano il Paese, fortunatamente ancora per poco, vivano su Marte".

"La nostra organizzazione sindacale non puo' accettare tutto questo - spiega l'Anief -. Soprattutto perche' a subirne le conseguenze saranno i lavoratori della scuola e tutta l'utenza. Non possiamo accettare, ad esempio, che l'Invalsi si trasformi da organo monitore a organo certificatore. Distribuendo etichette alle scuole sulla base di discutibilissimi modelli standard nazionali".

"Il Governo - conclude il sindacalista Anief-Confedir - faccia un passo indietro. Dando seguito ai consigli di quelle forze politiche che si sono gia' piu' volte espresse contro l'imposizione di questo modello, di origine privata, di intendere l'amministrazione pubblica e i suoi servizi. Il livello di qualita' di un'istituzione, soprattutto se non produttiva di beni materiali, non puo' essere collocato dentro delle tabelle standardizzate. Ma va necessariamente ad incrociarsi con diverse variabili soggettive. La cui incisivita' sull'esito finale e' quasi sempre dominante su tutto il resto. E tutto questo i nostri professori universitari a capo del Governo dovrebbero saperlo".

Fonte: Italpress

 

No all'approvazione del nuovo sistema di valutazione di 9mila istituti, 1 milione di dipendenti e 7 milioni studenti: lo sottolinea l'Anief dopo che oggi il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, ha annunciato che venerdì prossimo il Consiglio dei ministri approverà il regolamento che introduce il nuovo sistema di valutazione nazionale delle scuole italiane.

"Conferendo un potere enorme a Invalsi, Indire e agli ispettori ministeriali - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir per il contenzioso - il Governo dei tecnici sta sferrando l'ennesimo colpo di mano finalizzato a privatizzare i prossimi contratti di lavoro. E legare così gli stipendi degli statali con le performance individuali e di struttura. Ad iniziare proprio da chi opera e vive nella scuola, a cui dal prossimo anno verrà imposto un sistema di valutazione, preludio all'assegnazione delle risorse solo alle scuole migliori, inviso da tutti. Ma questi signori lo sanno cosa significa insegnare in un istituto del quartiere Zen di Palermo o in quelli Spagnoli di Napoli. E lo sanno che in questi giorni l'Istat ha collocato lo stipendio attuale di un dipendente pubblico italiano in servizio a quello di un collega di 24 anni fa?".

"Questo Governo dimissionario - continua Pacifico - sta cercando di imporre nelle scuola lo stesso modello fallimentare già introdotto da alcuni anni nelle università: un modello che nascondendosi dietro degli pseudo criteri meritocratici 'dimentica' volutamente le esigenze prioritarie del territorio e del contesto sociale in cui ogni singolo ateneo è collocato. E assegna fondi alle università in base a standard nazionali che non hanno fondamento quando vengono adottati nella realtà. Sembra che certi tecnici che governano il Paese, fortunatamente ancora per poco, vivano su Marte".

"Il Governo - conclude il sindacalista - faccia un passo indietro. Dando seguito ai consigli di quelle forze politiche che si sono già più volte espresse contro l'imposizione di questo modello, di origine privata, di intendere l'amministrazione pubblica e i suoi servizi".

Fonte: TMNews

 

Comincia a vacillare l'ipotesi del licenziamento per le 13 unità del personale in servizio a tempo indeterminato nella provincia di Bari? Ci auguriamo sia veramente così. A darne la notizia l'UGL Scuola, che chiede all'Amministrazione che venga fatta chiarezza una volta per tutti, per allentare la pressione psicologica alla quale sono sottoposti i colleghi coinvolti.

L'UGL ci informa dunque che in queste ore inquiete per tanti colleghi docenti e Ata apprende da altri Sindacati che l’Amministrazione starebbe rivedendo la propria posizione in merito ai licenziamenti di 13 unità per poter eseguire le sentenze passate in giudicato nelle cause per la stabilizzazione con 36 mesi di servizio, tutto questo mentre nelle scuole continuano ad arrivare le “lettere del terrore”, quelle che preannunciano il licenziamento.

“L’Amministrazione ha il dovere di confermare ufficialmente, magari pubblicando sul sito - afferma l'UGL - in ossequio alle più elementari norme sulla trasparenza, un comunicato perentorio che restituisca serenità alle centinaia di lavoratori che in queste ore stanno intasando i nostri centralini.”

La FLC CGIL di Bari cerca di fare chiarezza: " Al momento la procedura non è partita (e confidiamo che non porta mai) per le sentenze da eseguire nelle diverse classi di concorso del personale docente (non c'è nessuna sentenza di conversione nella scuola primaria e infanzia posto comune, o meglio le sentenze ci sono, ma non dispiegheranno effetti per varie ragioni, una soltanto nei posti di sostegno scuola primaria) ci sono 5 sentenze in diverse classi di concorso di scuola secondaria di secondo grado e 2 nelle classi di concorso di scuola secondaria di secondo grado .

Quanto al personale ATA , invece, le procedure sono partite e confermiamo le 7 sentenze per i collaboratori scolastici e 2 per gli assistenti tecnici ( non ci sono dunque amministrativi ). Le conseguenze sugli assistenti tecnici non ci saranno per varie ragioni, quindi nessun licenziamento in quel profilo . Le conseguenze più gravi e articolate sui collaboratori scolastici. Sono 3 i collaboratori scolastici con nomina annuale licenziati e 5 quelli con contratto a tempo indeterminato cui viene revocato il ruolo e attribuita una supplenza annuale, diversi quelli la cui decorrenza slitta di un anno.

L'Anief intanto ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica di Bari e alla Corte dei Conti, con l'invito al vice-direttore dell'USR Puglia a ritirare immediatamente la nota 775 del 29 gennaio 2013 prima di incorrere nelle stesse gravi sanzioni pecuniarie già comminate dalla Corte dei Conti – sezione giurisdizionale per il Lazio – a un sindaco colpevole di aver licenziato senza motivo un suo dipendente.

Licenziamenti a Bari. Per il Provveditore non ci sono alternative. Anief: "la responsabilità erariale è del dirigente"

Fonte: Orizzonte Scuola

 

Il Provveditore dell'Ufficio Scolastico di Bari, dalle pagine di Repubblica, giudica l'avviso di avvio di procedimento di licenziamento per circa 13 unità di personale come un atto necessario. Non è possibile sforare oltre il contingente annualmente assegnato dal Ministero e adesso bisognerà trovare i posti anche per i prossimi vincitori del concorso. Il sindacato ANIEF annuncia battaglia legale: il licenziamento dei dipendenti pubblici è dichiarato inefficace dal giudice se privo del requisito di motivazione per giusta causa.

Il Provveditore degli Studi di Bari, Mario Trifiletti "Non ci sono alternative per i 20 lavoratori licenziati, abbiamo inviato l'avviso di avvio di procedimento di licenziamento. Prima di adottare il provvedimento quei precari hanno la possibilità di far valere le loro ragioni. Purtroppo dobbiamo trovare dei posti per i vincitori del concorso. I numeri delle nomine in ruolo sono quelli autorizzati dal ministero dell'Istruzione, non possiamo sforare” [Repubblica Bari, ed. del 03 marzo 2013]

La vicenda

Nella circolare del 29 gennaio 2013 l'USR Puglia prende atto della necessità di dover procedere all'esecuzione delle sentenze sulla stabilizzazione, ormai passate in giudicato. Poichè è fatto divieto di assumere personale a tempo indeterminato superando il contingente autorizzato annualmente dal MEF e dal Dipartimento della Funzione Pubblica, si è ritenuto opportuno distinguere due situazioni

qualora il ricorrente è già in servizio con contratto a tempo indeterminato si dovrà retrodatare la nomina all'a.s. indicato nella sentenza e nel contempo licenziare l'ultimo assunto in ruolo nello stesso anno scolastico (che acquisirà il diritto per l'anno successivo, fino ad arrivare al 01.09.2012
con riguardo al personale con contratto a tempo determinato si procederà a licenziare l'ultimo assunto in ruolo nell'anno scolastico indicato in sentenza
Tutti i sindacati hanno sostenuto in questi giorni la posizione dei lavoratori a rischio di licenziamento.

Secondo l’Anief, il vice-direttore dell’USR Puglia ha violato il c. 41 dell’art. 1 della legge 92 del 2012 e potrebbe pagare fino a 12 mensilità dell’ultima retribuzione di fatto. Inviato l’esposto alla Procura della Repubblica di Bari e alla Corte dei Conti, che in materia si è espressa con sentenza n. 1916/2010.

Dichiara l'Anief "Il licenziamento dei dipendenti pubblici è dichiarato inefficace dal giudice se privo del requisito di motivazione per giusta causa, di cui all’art. 2 c. 2 della legge 604/1966. Non è imputabile al dipendente, infatti, né la mancata stipula del contratto a tempo indeterminato del ricorrente precario assunti per ordine del giudice a causa della condanna dell’abuso del contratto a termine in violazione della direttiva 1999/70/CE né è stata riscontrata alcuna sanzione disciplinare prevista dal decreto legislativo 150/2009. E la condotta del dirigente dell’amministrazione appare tanto più grave dopo la soccombenza in tribunale rispetto ai risarcimenti danni già disposti in sede di conversione del suddetto contratto, visto che a questi si andrebbero ad aggiungere nuovi risarcimenti per il dipendente licenziato senza alcuna giusta causa.

L’Anief invita il vice-direttore dell’USR Puglia a ritirare immediatamente la nota 775 del 29 gennaio 2013 prima di incorrere nelle stesse gravi sanzioni pecuniarie già comminate dalla Corte dei Conti – sezione giurisdizionale per il Lazio – a un sindaco colpevole di aver licenziato senza motivo un suo dipendente."

Fonte: Orizzonte Scuola

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti