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"Lasciare fuori dalla scuola decine di migliaia di alunni per motivi puramente burocratici sarebbe assurdo". Cosi' Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'Anief, commenta l'intenzione del ministero dell'Istruzione di non concedere proroghe alla scadenza delle iscrizioni on line prevista per la mezzanotte di oggi.

"In base a quanto riferito dalla stesso Miur alla stampa, nella serata di ieri erano 1.508.057 le domande registrate (comprese quelle riguardanti le scuola paritarie) e 1.490.672 quelle trasmesse e completate - spiega l'Anief in una nota -. Poiche' sino ad oggi abbiamo assistito a una media di 40 mila iscritti al giorno, e' altamente improbabile che in ventiquattrore possa regolarizzare le loro domanda d'iscrizione una quantita' di utenti cinque volte maggiore. E anche se ci fosse questa volonta', il sistema telematico predisposto dal Ministero dell'Istruzione non sarebbe in grado di fronteggiare le troppe richieste".

Secondo l'Anief, quindi, "non vi e' altra scelta: concedere agli alunni, sembrerebbe in prevalenza appartenenti a famiglie straniere e interessati a corsi negli istituti professionali, una proroga per regolarizzare la loro iscrizione. Anche pochi giorni sarebbero sufficienti".

"Qualsiasi nuova procedura, soprattutto se di tipo informatizzato, necessita di un periodo di 'passaggio', durante il quale viene messa in atto una gestione organizzativa di tipo flessibile - spiega il presidente nazionale dell'Anief -. Anche perche' - continua Pacifico - non bisogna dimenticare che stiamo parlando di un diritto garantito costituzionalmente. Sarebbe davvero un autogol clamoroso, tra l'altro, non venire incontro a coloro che per tanti motivi ancora non si sono iscritti, dal momento che l'Unione Europea sta muovendo delle continue critiche nei confronti dell'Italia a causa dell'alto tasso di abbandono scolastico".

"Non permettere a cosi' tanti alunni, probabilmente oltre 100mila, di non trovare una collocazione per il prossimo anno sarebbe una scelta davvero infelice. Non si puo' educare una popolazione, sostenendo che gli italiani devono imparare a rispettare le scadenze, come ha fatto di recente il ministro Profumo, penalizzando i giovani e il loro futuro. Il Miur – conclude Pacifico - ci ripensi e conceda questa proroga".

Fonte: Italpress

 

"Lasciare fuori dalla scuola decine di migliaia di alunni per motivi puramente burocratici sarebbe assurdo". Lo dice in una nota Marcello Pacifico, presidente nazionale dell'Anief, sull'intenzione del Ministero dell'Istruzione di non concedere proroghe alla scadenza delle iscrizioni on line prevista per la mezzanotte di oggi.

In base a quanto riferito dalla stesso Miur nella serata di ieri erano 1.508.057 le domande registrate (comprese quelle riguardanti le scuola paritarie) e 1.490.672 quelle trasmesse e completate: "Poiché sino ad oggi - dice l'Anief - abbiamo assistito a una media di 40mila iscritti al giorno, è altamente improbabile che in ventiquattrore possa regolarizzare le loro domanda d'iscrizione una quantità di utenti cinque volte maggiore. E anche se ci fosse questa volontà, il sistema telematico predisposto dal Ministero dell'Istruzione non sarebbe in grado di fronteggiare le troppe richieste".

Secondo l'Anief, quindi, "non vi è altra scelta: concedere agli alunni, sembrerebbe in prevalenza appartenenti a famiglie straniere e interessati a corsi negli istituti professionali, una proroga per regolarizzare la loro iscrizione. Anche pochi giorni sarebbero sufficienti".

"Qualsiasi nuova procedura soprattutto se di tipo informatizzato - continua Pacifico - necessita di un periodo di 'passaggio', durante il quale viene messa in atto una gestione organizzativa di tipo flessibile. Anche perché non bisogna dimenticare che stiamo parlando di un diritto garantito costituzionalmente. Sarebbe davvero un autogol clamoroso, tra l'altro, non venire incontro a coloro che per tanti motivi ancora non si sono iscritti, dal momento che l'Unione Europea sta muovendo delle continue critiche nei confronti dell'Italia a causa dell'alto tasso di abbandono scolastico".

"Non permettere a così tanti alunni, probabilmente oltre 100mila, di non trovare una collocazione per il prossimo anno sarebbe una scelta davvero infelice. Non si può educare una popolazione, sostenendo che gli italiani devono imparare a rispettare le scadenze, come ha fatto di recente il ministro Profumo, penalizzando i giovani e il loro futuro. Il Miur ci ripensi e conceda questa proroga", conclude Pacifico.

Fonte: TMNews

 

"E' davvero apocalittico lo scenario avanzato da Italia Oggi, non smentito dal Governo, secondo cui il presidente del Consiglio uscente, Mario Monti, su invito dei ministri Patroni Griffi e Vittorio Grilli, sarebbe in procinto di firmare un decreto per non dare seguito agli aumenti contrattuali del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche relativi agli anni 2013-2014 e 'senza possibilita' di recupero'". Lo affermano in una nota congiunta Confedir e Anief.

Secondo Marcello Pacifico, delegato della segreteria generale Confedir alla gestione del contenzioso, "se quanto riportato dalla stampa specializzata fosse vero saremmo di fronte ad un provvedimento illegittimo. Perche' chi lo ha formulato non ha tenuto conto della sentenza della Consulta n. 223 del 2012, in base alla quale e' stato stabilito che nei confronti dei magistrati, e per analogia di tutti i dipendenti pubblici, non puo' essere ascrivibile avviare il blocco contrattuale, nemmeno in via eccezionale. I giudici hanno infatti spiegato che la irrecuperabilita' del diritto allo stipendio equo lede gli articoli 1, 36 e 39 della Costituzione".

Per questi motivi, sempre qualora le indiscrezioni della stampa specializzata si rivelassero fondate, la Confedir annuncia che lancera' "una massiccia campagna legale per tutelare tutti i dirigenti e dipendenti pubblici a cui - confermando e prorogando il blocco degli scatti stipendiali - viene negato il diritto alla retribuzione al lavoro, da conferire inderogabilmente in modo proporzionale all'attivita' svolta. Si tratterebbe di una procedura unilaterale e avviata, peraltro a pochi giorni dell'incontro della Funzione Pubblica con i sindacati, fissato per prossimo 6 marzo, da un esecutivo che non e' piu' deputato a governare questo Paese". 

Fonte: Italpress

 

"Ora nessuno potra' dire che era un caso isolato la sentenza con cui, il 15 febbraio scorso, il giudice Petrusa di Trapani aveva disposto un risarcimento record di oltre 150mila euro netti, piu' accessori e interessi, nei confronti di un docente precario di educazione fisica e di sostegno come compensazione per l'abuso dei contratti a tempo determinato, mancati scatti di anzianita', mensilita' estive non corrisposte per gli anni passati e per quelli futuri fino all'eta' pensionabile. A distanza di pochi giorni, un altro insegnante precario, stavolta di elettronica ed elettrotecnica, ha avuto un risarcimento per motivazioni analoghe ancora piu' consistente: il supplente ha infatti elevato il record di indennizzo per questo genere di ricorsi a 169.700 euro!". Lo spiega l'Anief in una nota.

"Il giudice, lo stesso della prima sentenza - prosegue il sindacato -, nel rigettare la domanda di conversione del contratto ha confermato il precedente orientamento, su ricorso notificato dall'avvocato Corso, coordinato dagli avvocati Ganci e Miceli, sempre per conto dell'Anief, dichiarando l'illegittimita' delle clausole apposte nel contratto a termine: nel prendere in considerazione soltanto le annualita' dal 2006 al 2012, durante le quali il ricorrente e' stato assunto senza il pagamento delle mensilita' estive e degli scatti di anzianita', ha quindi disposto il pagamento degli stessi nella misura di 28.500 euro netti, oltre accessori".

"Per il risarcimento del danno relativo alla mancata stabilizzazione, inoltre, cagionato dal comportamento illecito dell'amministrazione che aveva assunto il ricorrente fin dal 2001 e che con ogni probabilita' continuera' a reiterare i contratti a termine - spiega ancora l'Anief -, al netto della posta attiva del risarcimento, atteso che il ricorrente dovrebbe percepire in futuro le stesse retribuzioni, per evitare locupletazioni, il giudice ha inoltre condannato il Miur al pagamento di 137.000 euro netti, oltre interessi da capitalizzare. Di questi, 55.000 euro riguardano i mesi di luglio e agosto di ciascun anno futuro, 46.000 euro per la mancata progressione economica futura e 36.000 euro per gli anni in cui il ricorrente non verra' retribuito perche' non assunto, individuati in via equitativa nel 10% del periodo lavorativo residuo".

"Lo stesso giudice ha infine riconosciuto al ricorrente il punteggio di servizio per i mesi estivi di ciascun anno a decorrere dal 2005. Ha compensato, infine, le spese di lite per la meta' tra i convenuti, e per l'altra a carico dell'amministrazione per un totale di 4.200 euro oltre Iva e Cpa, essendo la causa del valore tra i 100.000 euro e i 500.000 euro ai sensi del D.M. 140/12 - sottolinea il sindacato -. Cosa accadra' ora e' facile da immaginare. Siamo, infatti, appena all'inizio di una nuova stagione di ricorsi che riscattano gli abusi nei confronti dei precari della scuola. Nei prossimi giorni si attendono le altre sentenze, stavolta patrocinate dall'avvocato Adamo, sempre per conto dell'Anief".

"Anche se ogni controversia presenta situazioni specifiche - dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato Confedir alla scuola e alle alte professionalita' - abbiamo seri motivazione per pensare che i giudici del lavoro non vogliano assecondare l'abuso cronico del datore di lavoro, in questo caso lo Stato, nello stipulare contratti a termine e 'contra legem'. Oltre che nel negare l'assegnazione di cattedre nella loro interezza, compresi i periodi estivi, e di quegli scatti stipendiali concessi erroneamente sino ad oggi solo al personale di ruolo".

"Per quanto riguarda la corposita' delle cifre corrisposte in questi giorni - continua il sindacalista Anief-Confedir – non dobbiamo sorprenderci: rappresentano un equo indennizzo. E presto diventeranno la regola. Facendo sborsare allo Stato, braccato anche dai giudici di Lussemburgo, centinaia di milioni di euro. A meno che il nuovo Governo non decida finalmente di adottare finalmente il buon senso, recependo la clausola 5 della direttiva 1999/70/Ce che apre alle assunzioni in ruolo per tutti i lavoratori che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio, anche non continuativi. Che significherebbe assumere 80mila precari, meta' docenti e meta' Ata. Con buona pace del ministro Patroni Griffi, che a pochi giorni dalla sua uscita di scena a capo della Funzione Pubblica - conclude Pacifico - vorrebbe incredibilmente escludere proprio la scuola dell'accordo quadro nazionale riguardante tutto il resto della pubblica amministrazione".

Fonte: Italpress

 

Malumori ieri a seguito della notizia diffusa da ItaliaOggi circa la possibilità di blocco degli scatti anche per il 2013. Intervengono CONFEDIR-ANIEF e SNALS. 6 marzo firma per scatti 2011.

Scatti di anzianità. CISL e UIL tranquillizzano: 2011 saranno pagati

Ricordiamo che in un articolo del quotidiano, ripreso dalla nostra redazione, si dava notizia di un decreto (patrocinato da Patroni Griffi e Vittorio Grilli), in procinto di essere firmato, che prevede il blocco del contratto, degli scatti di anzianità e dell'indennità di vacanza contrattuale per tutto il pubblico impiego.

Sulla faccenda è intervenuta prontamente la Confedir-ANIEF che ha definito "apocalittico" lo scenario delineato da ItaliaOggi. "Se quanto riportato dalla stampa specializzata fosse vero - leggiamo nel comunicato inviatoci in redazione - saremmo di fronte ad un provvedimento illegittimo. Perché chi lo ha formulato non ha tenuto conto della sentenza della Consulta n. 223 del 2012, in base alla quale è stato stabilito che nei confronti dei magistrati, e per analogia di tutti i dipendenti pubblici, non può essere ascrivibile avviare il blocco contrattuale, nemmeno in via eccezionale. I giudici hanno infatti spiegato che la irrecuperabilità del diritto allo stipendio equo lede gli articoli 1, 36 e 39 della Costituzione".

E gli scatti 2011-12?
Alcuni cenni presenti nel decreto farebbero pensare ad un passo indietro da parte del Governo circa l'accordo firmato all'ARAN che decurta il Fondo di istituto in cambio degli scatti 2011-12.

In questo caso, continua il comunicato CONFEDIR-ANIEF, "il Governo italiano dovrebbe contestualmente restituire le ingenti somme sottratte al comparto Istruzione attraverso la riduzione di un terzo del Miglioramento dell’offerta formativa".

Sulla faccenda è intervenuto anche lo SNALS Taranto rassicurando sugli scatti 2011 oggetto dell'accordo ARAN. "Da informazioni acquisite - scrive il sindacato - è confermata la previsione della firma definitiva dell'accordo entro i primi giorni del mese di marzo, con corresponsione dei relativi benefici, presumibilmente, entro il mese successivo". Quindi, firma a marzo e corresponsione ad aprile.

Se le rassicurazioni dello SNALS dovessero trovare riscontro, resta da dipanare il giallo del blocco dei contratti e degli scatti per il 2013-14.

Fonte: Orizzonte Scuola

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

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I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti