Se qualcuno si ricorderà del ministro della pubblica istruzione Francesco Profumo sarà solo per il concorsone: la più grande illusione della storia della scuola italiana, 11.542 mila posti per 264.423 partecipanti, diventati 88.610 dopo il quizzone selettivo e 95 mila dopo il ricorso vinto dall'Anief.
"La scelta di spostare in avanti solo i primi due giorni, senza indicare le nuove date, sta mettendo in seria difficolta' migliaia di candidati con viaggi e soggiorni prenotati. Bisognava dare loro subito indicazioni certe. E rimandare tutte le altre verifiche: siamo sicuri che dal 13 febbraio tornera' tutto alla normalita'? Viene da pensare che con questa scelta il Miur abbia voluto prendersi anche quarantottore in piu' di tempo per fronteggiare l'inattesa ondata dei 7mila candidati fatti ripescare dall'Anief e per la mancanza di commissari sottopagati".
E' quanto si legge in una nota dell'Anief che aggiunge: "Rinviare i primi due giorni di prove scritte del concorso a cattedra, senza indicare le nuove date, significa lasciare migliaia di candidati in un uno stato di incertezza che si poteva evitare: il Ministero dell'Istruzione avrebbe dovuto spostare tutti gli scritti a dopo le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio". Dalla serata di ieri il sindacato "sta ricevendo una valanga di lamentele e richieste di indicazioni da parte dei partecipanti alle verifiche scritte per diventare docenti della scuola dell'infanzia, della primaria e nelle classi di concorso A017 e A033".
"Ancora una volta - commenta il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - il Ministero sembra dimenticare che dal suo operato dipende il destino non di freddi numeri, ma di tantissime persone in carne e ossa. L'amministrazione non sembra curarsi del fatto che in questo momento ci sono migliaia di persone che hanno usufruito di giorni permesso, che hanno alberghi, treni e voli prenotati per svolgere delle prove scritte programmate da tempo. Con tanto di viaggi di ritorno gia' prenotati. E da viale Trastevere che fanno? Si limitano a comunicare che i primi due giorni di prove scritte 'sono rinviate a data che sara' comunicata martedi' 12 febbraio'".
L'Anief "non mette in discussione la decisione del Miur di sospendere le prove: a fronte di cause di forza maggiore, come delle gravi condizioni meteorologiche avverse e delle conseguenti indicazioni della Protezione Civile, non si poteva fare diversamente. E' stata una scelta piu' comprensibile quella di evitare che molti candidati non riuscissero a raggiungere le sedi a causa della neve o delle strade impraticabili. Non si comprende pero' come si possa pensare, a fronte di questo scenario, che mercoledi' prossimo, il 13 febbraio, possa essere tutto tornato alla normalita'. Anche per mettere tutti i partecipanti nelle stesse condizioni, emotive e fisiche, occorreva spostare in blocco tutte le prove programmate tra l'11 ed il 21 febbraio".
"A questo punto - continua Pacifico - abbiamo concreti motivi per pensare che il Ministero abbia scelto di rinviare i primi due giorni di prove scritte non solo per le condizioni meteorologiche. Ma anche per prendere tempo: l'operato dei legali dell'Anief ha infatti permesso ad oltre 7mila candidati che avevano conseguito tra 30 e 34,5 punti alle preselettive di essere ammessi alle prove successive, alzando del 10% il numero complessivo di aspiranti docenti. Le sentenze dei Tar hanno messo ancora piu' in difficolta' la macchina organizzativa ministeriale, gia' in affanno per la mancanza di commissari e presidenti. Dei 'valutatori' per la prima volta sottopagati e messi ad operare senza strumenti di valutazione chiari ed omogenei".
"Rinviare di quarantottore l'avvio delle prove - conclude il presidente dell'Anief - e' stato evidentemente provvidenziale per sanare anche questo intoppo. Ancora una volta, pero', a pagare le disfunzioni saranno i futuri docenti delle nostre scuole".
Ieri Gilda e ANIEF hanno mostrato soddisfazione per la possibilità di un passo indietro da parte del Ministero relativamente alla riforma delle nuove classi di concorso. Ma non c'è ancora certezza.
La campagna elettorale ha messo in subbuglio gli equilibri all'interno dei gruppi parlamentari, che continuano a lavorare su importanti provvedimenti.
Cosa criticata, ad esempio, ieri dal PD in Senato relativamente al regolamento sulla valutazione.
Uno scontro sommerso c'è anche per quanto riguarda la criticatissima riforma delle classi di concorso, anch'essa osteggiata dal PD che ne ha chiesto lo stop.
Ieri la notizia, ancora tutta da verificare, che il Ministero ha fatto un passo indietro sulla vicenda delle classi di concorso. Nel contempo si lavora in sede parlamentare sulla ridefinizione dei contenuti in base alle indicazioni date dai sindacati auditi. In questo articolo trovate tali rilevazioni.
La riforma delle classi di concorso ci sarà o no? Non abbiamo la sfera di cristallo, gli equilibri sono in continuo mutamento, ma è certo che Profumo ha intenzione di portare a casa tutto ciò che è possibile, compresa la riforme sulle classi di concorso
Saranno oltre 95 mila i candidati che a partire da lunedi' prossimo potranno svolgere gli scritti del concorso a cattedra bandito dal ministero dell'Istruzione per 11.542 posti complessivi: il Tar dal Lazio ha infatti confermato l'ordinanza collegiale e i decreti monocratici precedenti per i 7 mila aspiranti docenti ricorrenti che lo scorso mese di dicembre hanno svolto le prove preselettive conseguendo punteggi da 30 a 34,5.
"Il giudice non ha potuto fare altro che applicare quanto previsto dalla legge, riducendo la soglia minima d'accesso disposta dal Miur (35/50) perche' non rispettosa della normativa vigente sui pubblici concorsi della scuola - spiega l'Anief in una nota -. Rimangono invece giustamente esclusi tutti coloro che hanno conseguito un punteggio inferiore ai 30/50. Mentre, sempre grazie all'operato dell'Anief, vengono riammessi anche i giovani laureati che avevano superato la soglia 35. In tutto, il giovane sindacato ha cosi' aumentato del 10% l'elenco degli ammessi all'accertamento del merito".
Soddisfazione e' stata espressa dal presidente del sindacato, Marcello Pacifico, che sottolinea come "in questa prima fase cautelare sia stato valutato oltre il pregiudizio grave e irreparabile anche il 'fumus' denunciato fin dall'emanazione del bando di concorso. Il presidente della terza sezione bis del Tar Lazio, infatti, ha rigettato altre domande di ammissione con riserva - in ricorsi non patrocinati dal sindacato - presentate da ricorrenti con un punteggio inferiore alla sufficienza (30).
Quello che conta e' che l'azione puntuale dei legali e dei quadri sindacali dell'Anief, coordinati dall'avvocato Irene Lo Bue, permettera' a migliaia di candidati nei prossimi giorni di partecipare alle prove scritte e di poter esser valutati per le conoscenze e le competenze".
"Ancora una volta l'Anief, che per numero di deleghe e' il primo tra quelli non ammessi ai tavoli della concertazione, e' riuscito a ottenere giustizia e rispetto delle fonti normative nelle aule dei tribunali", spiega il sindacato.
"Questo - sottolinea Pacifico - e' il terzo degli otto ricorsi annunciati nel settembre scorso, che viene accolto in sede cautelare. Il prossimo contestera' l'obbligo della valutazione positiva della conoscenza della lingua inglese durante le prove scritte dell'infanzia e della materna: un'altra iniziativa presa dal Miur, in contrasto con la norma che ne prevede la libera scelta da parte del candidato e l'attribuzione di un punteggio aggiuntivo".
Viale Trastevere sconfessa le rivelazione della Gilda degli Insegnanti e gli auspici dell’Anief: Profumo rimane dell’idea di chiudere la questione prima dello scioglimento delle Camere.
Nessuna marcia indietro. Il ministero dell’Istruzione ha ancora tutta l’intenzione di rinnovare le classi di concorso prima dello scioglimento delle Camere. Non ci sarebbero ripensamenti, come rivelato nelle ultime ore dalla Gilda degli Insegnanti e auspicato dall’Anief.
In base a quanto ricostruito dalla Tecnica della Scuola, non ci sono infatti novità sostanziali sul rinnovo dei raggruppamenti delle discipline. Le quali, è bene ricordarlo, nel breve volgere regoleranno solamente gli accessi ai prossimi Tirocini formativi attivi e ai concorsi a cattedra. Le commissioni ministeriali stanno infatti lavorando alacremente per definire gli allegati al decreto, soprattutto in quelle parti che i sindacati hanno trovato erronee o incongruenti. Ma il ministro dell’Istruzione non ha ancora alcuna intenzione di abdicare. Profumo rimane sempre intenzionato a firmare il decreto.
Certo, i tempi sono diventati davvero stretti. Ma il responsabile uscente del dicastero di viale Trastevere ha dato indicazioni precise: prima di lasciare vuole assolutamente chiudere la questione. Come quella sui Tfa speciali e il nuovo regolamento sui concorsi. Per lui vederli sfumare proprio sul più bello sarebbe una sconfitta.