A tenere banco in queste ultime settimane non sono solo le prove scritte del concorsone per la scuola 2012, le cui prime date dell’11 e 12 febbraio sono state rimandate ai prossimi 28 febbraio e primo marzo a causa del forte maltempo e della neve che nei giorni scorsi hanno colpito il Nord Italia; e le polemiche sull’accesso ai Tfa speciali, ma anche la questione su ipotetiche nuove classi di concorso.
Qualche tempo fa il Miur aveva manifestato l'intenzione di introdurre le nuove classi di concorso senza passare per il Parlamento, ma l’Anief si era fortemente opposto.
Alla fine è stato lo stesso Miur a desistere e, secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “Evidentemente al Miur si sono finalmente resi conto che si stavano rendendo artefici di un’operazione chiaramente illegittima: approvare la drastica riduzione delle classi di concorso attraverso un decreto del Ministero è un atto privo di logica e di fondamento legislativo”.
E il motivo di tale affermazione è semplice: la Legge 133/2008 riporta con chiarezza la necessità di far passare qualsiasi modifica dell’attuale assetto che regola abilitazioni e discipline d’insegnamento per le commissioni parlamentari di competenza.
L’Anief ribadisce che cercare di aggirare quest’obbligo normativo, approfittando del rinnovo delle Camere, avrebbe fatto cadere il Miur nella spirale di migliaia di ricorsi al Tar.
"La decisione dello Stato di obbligare un lavoratore della scuola a rimanere lontano dai figli e dal coniuge per cinque anni dopo la sua assunzione e' un'ingerenza tutta italiana, in contrasto con la Convenzione dei diritti dell'uomo". Lo afferma in una nota l'Anief.
"Se non si disapplichera' l'articolo 9 della legge 106/11, voluto dalla Lega due estati fa per evitare lo spostamento dei precari della scuola dal Sud al Nord del Paese prima dell'assunzione in ruolo", il sindacato annuncia "l'intenzione di voler tutelare i legami familiari di almeno 30 mila docenti e Ata della scuola, assunti fuori residenza, a rivolgendosi entro un mese al giudice del lavoro. Se non dovesse essere sufficiente chiedera' il rinvio della norma alla Consulta, per la violazione dell'articolo 8 della Cedu. E se necessario ricorrera' al giudizio della Corte di Strasburgo".
"Da un anno e mezzo lo Stato sta infatti attuando una palese violazione dei diritti del fanciullo e dell'uomo all'unita' familiare, dei genitori rispetto ai propri figli, dei lavoratori con genitori disabili, dei mariti rispetto alle proprie mogli - prosegue l'Anief -. Il tutto, senza alcuna giustificata ragione di Stato".
"Siamo di fronte - spiega Marcello Pacifico, il presidente dell'Anief - a un'ingerenza arbitraria del potere pubblico, non giustificata da alcuna esigenza organizzativa legata all'erogazione del servizio. Ed in palese contrasto con l'articolo 8 della Convenzione e la giurisprudenza europea in tema di diritto familiare. Vogliamo inoltre denunciare il Ministero dell'Istruzione e i sindacati firmatari del contratto collettivo nazionale del 6 dicembre 2012, che dando attuazione alla legge 106/2011, vieta per un quinquennio il trasferimento interprovinciale dei neo-immessi in ruolo a partire dall'anno scolastico 2011-2012".
"Dopo i dovuti approfondimenti, attraverso i propri esperti giuridici, l'Anief ha deciso che entrera' in azione entro un mese - spiega ancora il sindacato -: gia' e' pronto il deposito dei primi trecento ricorsi richiesti da docenti di ruolo. Al giudice del lavoro verra' chiesto in via cautelare la disapplicazione integrale ed immediata delle norme di legge e contrattuali, visto che un'eventuale decisione a distanza anni renderebbe vanificato il 'petitum'".
"Come la corte di Strasburgo ha ricordato a piu' riprese e come garantito a piu' riprese negli ultimi anni dalla giurisprudenza internazionale - sottolinea Pacifico - lo Stato ha il dovere di adottare tutte le misure necessarie al rispetto della vita parentale e alla relazioni tra gli individui appartenenti a una famiglia. Ma per essere adeguate, queste misure dovranno essere prese rapidamente perche' il passare del tempo puo' avere delle conseguenze irrimediabili nelle relazioni affettive tra un bambino e il suo genitore. Altrimenti si nega l'esercizio effettivo del diritto di unione familiare".
Dal Ministero nessun rimpianto per l’avvio ritardato. Il capo dipartimento, Giovanni Biondi: la protezione civile era stata chiara ed il fatto che a Genova le scuole siano state chiuse è la riprova che abbiamo fatto bene. I primi a sottoporsi ai 4 quesiti disciplinari saranno i candidati delle classi di concorso A019 e A034.
Il 13 febbraio prenderanno il via le verifiche scritte del “concorsone”: dopo il rinvio dei primi due giorni, deciso dal Miur su indicazione della protezione civile per il previsto e diffuso maltempo, stavolta si fa sul serio.
Nella mattina del 13 febbraio, i primi a cimentarsi nelle prove scritte, rispondendo a quattro quesiti di tipo semi-strutturato, con 2 ore e mezzo di tempo a disposizione, saranno i candidati appartenenti alla classe di concorso A019 “Discipline giuridiche ed economiche” e della A034 “Elettronica”. Nel pomeriggio sarà la volta delle A036 e A037 (prova comune di Filosofia).
Da viale Trastevere sono fiduciosi: le commissioni, seppure con qualche fatica, sono state tutte predisposte. E anche i circa 7mila ricorrenti che hanno incassato il via libera con riserva del Tar, dopo aver conseguito tra i 30 e i 34,5 punti, hanno ottenuto la loro sede.
In attesa di vedere se non vi saranno intoppi, come si spera, rimane però un dubbio. Era proprio necessario posticipare le prove dell’11 e 12 febbraio, per poi fissare il recupero all’ultimo giorno del mese e al 1° marzo?
Per il capo dipartimento, Giovanni Biondi, ci sono pentimenti su questa scelta presa sabato pomeriggio?
“No, nessun pentimento – spiega l’alto dirigente ministeriale a La Tecnica della Scuola - . Confermo, anzi, che non c’era altra scelta, perchè la protezione civile ci aveva avvisato preannunciando una situazione meteorologica davvero pesante. Non potevamo ignorare quelle indicazioni: abbiamo dovuto per forza di cose fare opera di prevenzione”.
Solo che il maltempo si è dimostrato meno incisivo di quello che si credeva. Forse, come accaduto in altre occasioni, come lo scorso anno quando il sindaco di Roma decise di chiudere le scuola, si è esagerato con la prudenza?
“Non direi – ribatte Biondi – visto che a Genova, tanto per farle un esempio, le scuole sono rimaste chiuse per le precipitazioni abbondanti. E siccome la prova concorsuale è nazionale, il fatto che una anche una piccola parte di candidati non avrebbe potuto raggiungere le sedi d’esame prefissate, per cause di forza maggiore, questo avrebbe comportato problemi decisamente maggiori”.
Le polemiche, tuttavia, non sono mancate. Con il Codacons che ha chiesto addirittura 500 euro di rimborso a candidato per danno esistenziale; e l’Anief che avrebbe preferito spostare tutte le prove a dopo le elezioni. Cosa risponde a tal proposito?
“Che certi discorsi lasciano il tempo che trovano: per noi del Ministero il fatto che ci siano stati dei disagi reali, anche in una sola delle città dove si dovevano svolgere le prove scritte, è la riprova che abbiamo fatto bene. Quelle prove – taglia corto il capo dipartimento - andavano rimandate”.