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"Basta a qualsiasi ulteriore applicazione di forme di spending review nel comparto scuola", a dirlo è l'Anief, avvertendo: "Dal 2006 nella scuola sono stati tagliati 200mila posti, il 75% di quelli eliminati in tutta la pubblica amministrazione".

Se - spiega il sindacato - si confrontano i dati degli aventi diritto al voto per le elezioni Rsu nel 2006 e nel 2012 nei dieci settori del comparto pubblico, si comprende come rispetto ai 2.561.560 dipendenti chiamati al voto sei anni addietro, il numero sia sceso a 2.282.640 unità, con una riduzione di personale di 278.920 unità. Di questi ben 201.245 appartengono alla sola scuola. Il sindacato fa notare che si tratta di una riduzione drastica del 23%, tra docenti e Ata, e "che corrisponde a personale, sia di ruolo, andato in pensione e non sostituito, sia a supplenti annuali che, per via del progressivo dimensionamento della rete scolastica conclusosi con la ultima norma approvata dal Parlamento e dichiarata incostituzionale, hanno perso il posto". Dai dati, in via di definizione, emerge anche "la riduzione del numero dei votanti alle elezioni Rsu di marzo nel settore scuola", diminuiti, rispetto al 2006, di 134.527 unità. Sei anni fa avevano votato 880.816 docenti e Ata, a fronte dei 746.289 di oggi.

Secondo Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato dalla Confedir Mit-Pa ai direttivi, quadri e alte professionalità, "risulta evidente che la scuola non potrà e non dovrà sopportare nuovi tagli dalle revisione di spesa attualmente sottoposta al vaglio del Cnel e del Parlamento, pena la mortificazione dei livelli essenziali di erogazione del servizio".

"I posti tagliati ai precari - avverte Pacifico - non erano fantasma ma garantivano un servizio che oggi non viene più reso, cosi come quelli non ricoperti da nuove assunzioni. La riduzione del tempo scuola, delle aule, del personale tecnico e docente non porta a un servizio migliore per la nostra utenza ma testimonia la crisi in cui può piombare il Paese se non riparte da nuovi investimenti in un settore strategico per la crescita".

Fonte: TMNews

Stabilizzare da subito, durante l'estate 2012, almeno 80 mila lavoratori precari della scuola: si tratta di 15 mila insegnanti di tutte le discipline, circa 30 mila docenti di sostegno e 35 mila posti tra amministrativi, tecnici ed ausiliari.

L'Anief si rivolge al ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, chiedendogli di assegnare i posti al personale precario, poiché “riguardanti posti effettivamente liberi, coperti da anni da personale non di ruolo, e individuati al netto dei soprannumerari e dei pensionati già registrati”. 

Il presidente Anief, Marcello Pacifico, aggiunge pure che “non si tratterebbe di una concessione del ministero dell'Istruzione. Ma di un atto dovuto per legge. 

Considerando che la normativa vigente impone l'assunzione del 50% del personale attraverso le graduatorie dove sono collocati i precari. E' il caso di ricordare al Ministro che ha appena annunciato l'indizione di due tornate di concorsi pubblici, da cui scaturiranno decine di migliaia di futuri assunti. 

L'assunzione di 80 mila precari rispetterebbe quanto previsto dalla norma sul nuovo piano programmatico triennale di assunzioni, risalente alla scorsa estate, sottoscritta anche a seguito di migliaia di ricorsi presentati dal nostro sindacato. 

Tutti ricorsi che sono stati presentati negli ultimi mesi proprio per ottenere la stabilizzazione lavorativa dei precari interessati e che hanno già ottenuto in tantissime Corti territoriali del lavoro la condanna dell'amministrazione per abuso dei contratti a termine”.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

Il sindacato autonomo chiede a Dsga, Ata e docenti finiti o che finiranno in soprannumero di ricorrere subito in tribunale: coinvolti migliaia di titolari rimasti senza posto presso le oltre 2mila scuole accorpate o cancellate.

Si stanno moltiplicando le interpretazioni alla sentenza della Corte costituzionale dellascorsa settimana, sulla prevaricazione adottata dallo Stato nei confronti delle regioni a proposito del dimensionamento coatto degli istituti d’infanzia, primaria e media inferiore: in attesa che viale Trastevere decida quale posizione assumere, nelle ultime ore si è espressa la Cisl Scuola, che ha sottolineato come la Consulta abbia chiarito che “lo Stato non può imporre alle Regioni di costituire obbligatoriamente istituti comprensivi, nè stabilire quale debba essere la loro consistenza in termini di alunni”, spiegando che “è legittima, però, la decisione dello Stato di non assegnare il Dirigente Scolastico agli istituti di dimensioni troppo ridotte”. Per il sindacato di Scrima, quindi, come già precedentemente rilevato su questa testata viene confermata la facoltà dello Stato “di fissare la soglia sotto la quale non si attribuisce la Dirigenza (e per gli effetti di successive integrazioni della norma di legge nemmeno il DSGA)”.

Di diverso avviso è l’Anief, che ha fatto notare come la sentenza dei giudici delle leggi sia così pregna di significato da permettere il via libera al reintegro di tutto quel personale scolastico, Dsga, Ata e docente, finito “in esubero nelle scuole dimensionate a seguito dei decreti assessoriali e regionali che razionalizzano la rete scolastica (da 10.213 a 8.017 scuole autonome) in applicazione dell’art. 19 comma 4 del D. L. 98/11”.

Il sindacato guidato da Marcello Pacifico ha intenzione ricorre in tribunale (c’è tempo fino al 18 giugno) e puntare dritto verso “l’autonomia delle 2.000 scuole dimensionate. La pronuncia della Corte costituzionale, infatti, permette – sempre secondo il sindacato autonomo - di poter adire il giudice per annullare i provvedimenti che cancellano migliaia di posti di lavoro”. A ricorrere, però, saranno solo i diretti interessati: quelli, per intenderci, che hanno subito un danno diretto dal dimensionamento deciso dallo Stato dimenticando la potestà regionale sulla materia. Ritrovandosi, a seguito di un provvedimento ritenuto oggi improprio, nelle “graduatorie definitive del personale soprannumerario”. L’invito a ricorrere è inoltre preventivo, poiché rivolto “anche i dirigenti delle scuole del primo ciclo, che perderanno la presidenza il prossimo anno”.

Una volta raccolti i ricorsi, l’Anief punterà ad “ottenere l’annullamento del decreto di dimensionamento”. Un obiettivo troppo alto? Staremo a vedere.

Fonte: Tecnica della Scuola

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti