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Dopo la Flc-Cgil, pure la Uil si muove per modificare il piano di revisione di spesa: prima di trasformare in Ata gli Itp C/555 e C/999 verificare titoli o alternative, i soprannumerari utilizzabili su ‘reti’ provinciali di scuole, con 400 tagli i corsi all’estero a rischio. Anche l’Anief si attiva: i prof di troppo non sono pacchi postali, i vice-dirigenti meritano rispetto, l’assegno delle ferie ai precari non si tocca.

Dopo la Flc-Cgil, anche gli altri sindacati si stanno muovendo per farsi promotori di emendamenti, da presentare nei confronti del Governo e dei gruppi parlamentari, sulla parte riguardante la scuola contenuta nel decreto legge sulla spending review e sul conseguente decreto interministeriale applicativo. Delle proposte sindacali se ne è già parlato durante l’incontro svolto tra i rappresentanti dei lavoratori e i dirigenti del Miur, il 12 luglio al ministero dell’Istruzione, durante il quale l’amministrazione ha presentato sia l’esigenza della ristrettezza dei tempi di attuazione dei provvedimenti, sia le indicazioni da parte del Governo di applicarli alla lettera.

Secondo la Uil, presente all’incontro ,“l’articolato del decreto approvato dal governo non tiene conto appieno della complessità e dell’atipicità della scuola, limitandosi a tagli lineari. Infatti – continua il sindacato - con la previsione del passaggio di tutto il personale docente inidoneo nei profili del personale Ata si rappresenta l’incapacità del governo di gestire, così come previsto dalla precedente legge, il passaggio di detto personale negli altri comparti della pubblica amministrazione, attraverso la mobilità intercompartimentale, al di là di ogni considerazione delle professionalità del personale coinvolto”.

E lo stesso vale, sempre per l’organizzazione guidata da Massimo Di Menna, per quanto riguarda le classi di concorso C/555 e C/999, destinato a passare d'ufficio tra gli Ata: per salvaguardare questo personale tecnico pratico “la Uil, pur non condividendo né il metodo né il merito del provvedimento, ha chiesto modifiche sostanziali sul provvedimento e avanzato le seguenti proposte: verificare i titoli di studio posseduti e consentire i passaggi di ruolo nell’area docente; verificare la possibilità di diverso utilizzo e di riconversione professionale; riapertura dei termini per il diritto a trattamento di pensione per il personale già in possesso dei requisiti previsti; interventi di accompagnamento al trattamento pensionistico”.

Tra gli emendamenti preparati dalla Uil c’è anche una modifica sostanziale a quello riguardante l’utilizzo del personale docente in esubero: il sindacato ha proposto che, “sulla base di un piano predisposto dall’Ufficio scolastico regionale, sia disposto l’utilizzo di detto personale su ‘reti’ di scuole a livello provinciale, al fine di limitarne l’utilizzo rispetto all’intera provincia”.

Modifiche sono state richieste anche sul punto che riguarda la riduzione del contingente scolastico all'estero di 400 docenti, prevista nei prossimo quattro anni: secondo la Uil questa manovra porrebbe in pericolo “il funzionamento delle scuole italiane all'estero, messo in seria difficoltà dal rischio che le scelte sui tagli, basati esclusivamente sui rientri del personale che termina il mandato, possano privare, già dal prossimo anno scolastico, le nostre scuole più prestigiose nel mondo degli insegnamenti più importanti.

Anche secondo l’Anief quello che il Governo sta chiedendo al personale della scuola, attraverso la spending review, è un prezzo troppo alto: “a questo punto solo delle modifiche al testo da attuare in Parlamento – ha scritto il sindacato autonomo - possono ristabilire equità. E se ciò non dovesse accadere ricorreremo in tribunale”. Non tutti i punti su cui l’Anief chiederà modifiche sono quelli già indicati dagli altri sindacati: oltre al no alla trasformazione d’ufficio in impiegati dei docenti in esubero, degli inidonei e dei tecnico-pratici, "senza la dovuta riconversione quasi fossero dei pacchi postali", il sindacato degli educatori in formazione ha lamentato "la cancellazione di fatto della qualifica vice-dirigenziale e delle indennità di reggenza". Emendamenti arriveranno anche "sull’abolizione dell’assegno mensile per le ferie non godute dal personale precario" e sul "divieto di pensionamento nei confronti di chi, lavorando sino al prossimo 31 agosto, con i vecchi requisiti avrebbe potuto lasciare il lavoro nell’anno corrente".

Secondo il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, “non vi è alcuna ragionevolezza nell’applicare queste disposizioni. È allora giusto che una seria organizzazione sindacale e professionale, prima di annunciare ricorsi al giudice del lavoro o al tribunale amministrativo per riconoscere diritti palesemente violati, tenti il dialogo con le istituzioni così da assicurare giustizia ed equità”.

Fonte: Tecnica della Scuola

"Contro la disoccupazione basta abuso contratti a termine. Per invertire la tendenza stop a tagli, sblocco concorsi e turn over": a dettare questa linea è il sindacato Anief.

"Nelle ultime ore - spiega l'Anief - abbiamo recepito importanti statistiche, formulate prima dall'Ocse e poi dalla Cgia di Mestre, che ci confermano quanto in Italia il dramma della disoccupazione stia assumendo proporzioni sempre più preoccupanti. Con la scuola che detiene il primato di precari tra la pubblica amministrazione: assieme alla sanità si è toccato il record di 514.814 dipendenti a tempo determinato".

"Ormai è un dato di fatto - dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato dalla Confedir Mit-Pa ai direttivi, quadri e alte professionalità - che stiamo andando verso un vistoso peggioramento: un giovane italiano su due è precario e con le riforme in atto, con i licenziamenti che diventeranno sempre più facili da realizzare, la situazione si aggraverà. L'unico rimedio è sbloccare il prima possibile le assunzioni".

Il sindacato invece "deve prendere atto che si sta procedendo con provvedimenti che vanno verso la direzione opposta: mentre la spending review approvata dal Consiglio dei ministri si concentra su ulteriori 30 mila tagli, dopo i 300 mila sottratti al pubblico impiego negli ultimi 6 anni, il blocco dei concorsi e del turn over faranno schizzare la disoccupazione al 12 per cento".

"Nella scuola - sottolinea Pacifico - la situazione è ancora peggiore, perché si continua ad abusare dei contratti a termine nei confronti di quei precari che a forza di aspettare il loro turno giovani non sono più, visto che l'età media delle immissioni in ruolo supera i 40 anni. È ovvio che di fronte al blocco delle assunzioni anche l'economia si ferma, con il conseguente stallo dei consumi, come si avverte anche in questi giorni di saldi estivi". Per il presidente dell'Anief non ci sono altre possibilità: "piuttosto che incentivare il precariato, il governo deve cambiare rotta e intervenire al più presto per migliorare i servizi della pubblica amministrazione".

Fonte: TMNews

''Non ci sono altre possibilità: piuttosto che incentivare il precariato, il governo deve cambiare rotta e intervenire al più presto per migliorare i servizi della pubblica amministrazione''. È quanto comunica in una nota Marcello Pacifico, presidente dell'Anief.

I dati Ocse confermano quanto in Italia il dramma della disoccupazione stia assumendo proporzioni sempre più preoccupanti. L'Ocse ci ha detto che ''la disoccupazione ha ripreso a salire negli ultimi tre trimestri, superando il 10 per cento e potrebbe aumentare ulteriormente nel 2013'' e che i nostri giovani fino a 24 anni not in employment, education or training (senza scuola o occupazione) sono ormai il 20%, il peggior dato tra i Paesi industrializzati dopo Messico e Turchia. Come se non bastasse, la Cgia di Mestre ci ha ricordato che ''la più alta concentrazione di lavoratori precari italiani è nel pubblico impiego. Infatti, nella scuola e nella sanità ne troviamo 514.814''.

Secondo Pacifico anche ''dal punto di vista occupazionale è un dato di fatto accertato che stiamo andando verso un vistoso peggioramento: un giovane italiano su due è precario e con le riforme in atto, con i licenziamenti che diventeranno sempre più facili da realizzare, la situazione si aggraverà. Bisogna quindi subito sbloccare le assunzioni''.

''Il sindacato -prosegue - deve invece prendere atto che si sta procedendo con provvedimenti che vanno verso la direzione opposta. Mentre la spending review approvata dal Consiglio dei ministri si concentra su ulteriori 30 mila tagli, dopo i 300 mila sottratti al pubblico impiego negli ultimi 6 anni, il blocco dei concorsi e del turn over faranno schizzare la disoccupazione al 12 per cento.

''Nella scuola - sottolinea Pacifico - la situazione è ancora peggiore, perché si continua ad abusare dei contratti a termine nei confronti di quei precari che a forza di aspettare il loro turno giovani non sono più, visto che l'età media delle immissioni in ruolo supera i 40 anni. È ovvio che di fronte al blocco delle assunzioni anche l'economia si ferma, con il conseguente stallo dei consumi, come si avverte anche in questi giorni di saldi estivi''.

Fonte: Agenzia Asca

A seguito del reimpiego forzato di soprannumerari, inidonei ed Itp. Rimarranno senza contratto anche gli annuali “storici”: calpestati i diritti acquisiti in anni di sacrifici. La Cgil chiama tutti a raccolta: a settembre sciopero generale. E l’Anief chiede che fine ha fatto il decreto delle assunzioni per l’a.s. 2012/13.

La razionalizzazione delle spese della macchina pubblica sta scontentando molte categorie di lavoratori dipendenti. Ve ne è però solo una che rischierà seriamente di rimanere senza impiego: quella dei precari. Stavolta anche quelli di lungo corso. E nella scuola più che in altri comparti. Il reimpiego forzato dei soprannumerari, degli inidonei e degli ex dipendenti degli enti locali (ancora per poco tempo Itp e presto Ata) comporterà, infatti, la copertura di posti attualmente destinati al personale non di ruolo. Che, per forza di cose, rimarrà a bocca asciutta. Almeno per quanto riguarda le supplenze annuali.

I precari se ne sono subito resi conto. Si sono già visti, hanno parlato. E sono giunti ad una conclusione. Di far sentire la loro voce. Lo faranno lunedì prossimo, il 16 luglio, davanti a Montecitorio. E non solo per opporsi alla spending review.

La nuova stangata del Governo Monti – scrivono in un comunicato unitario - taglia altri 16.000 posti! La Scuola pubblica e statale agonizza! Eppure, il ministro Profumo annuncia il bando di un ridicolo concorso a cattedre inesistenti, destinato, paradossalmente, anche ai docenti già abilitati, carichi di titoli culturali e di servizio, che stazionano nelle Graduatorie ad Esaurimento da anni, in attesa di stabilizzazione”.

Sostengono che siamo di fronte all’ennesimo “atto illegittimo ed offensivo, che comporta “spreco di denaro pubblico e calpesta i diritti acquisiti in anni di sacrifici”. I precari dicono quindi di essere “stanchi di provocazioni e vessazioni”, e che “pretendono l’immediata immissione in ruolo, dalle Graduatorie di merito e ad esaurimento esistenti, su tutti i posti disponibili, nel rispetto del Piano Triennale di assunzioni, il rifinanziamento della scuola, cui continuano ad essere sottratte risorse, e il rispetto della dignità professionale dei docenti, umiliati da riconversioni frettolose e aberranti, come quella prevista per i docenti in esubero impiegati sul sostegno, con violazione dei diritti dei disabili, o come quella che prevede l’impiego di docenti soprannumerari per l’insegnamento di materie per cui non posseggono titolo abilitante, in spregio alla tanto strombazzata ‘qualità’ e ‘meritocrazia’. La scuola – concludono – non è un’azienda, né un discount”.

Anche la Flc-Cgil ritiene alto il numero di precari “storici” che a settembre non avranno la riconferma: secondo il segretario, Mimmo Pantaleo, “il Governo Monti licenzia con la spending review 15 mila precari della scuola tra docenti ed Ata che hanno alle spalle anche 10 anni di lavoro”. Una disposizione che assieme alle altre decise dall’esecutivo provocherebbe “un insieme di tagli alla spesa sociale con un evidente carattere depressivo che colpirà ancora una volta i ceti più deboli pur di salvaguardare gli interessi della speculazione e dei mercati finanziari”. Il sindacato, quindi, non starà a guardare: “risponderemo da subito con iniziative di lotta e senza cambiamenti radicali alla manovra siamo pronti ad iniziative durissime fin dall’apertura del nuovo anno scolastico”. Da Pantaleo c’è anche la richiesta agli altri sindacati ti incrociare le braccia e scendere in piazza assieme: “ritengo necessario che a settembre venga proclamato uno sciopero generale su una piattaforma rivendicativa alternativa alle politiche devastanti del Governo Monti che fanno aumentare disoccupazione, precarietà e disperazione sociale”.

Intanto, sempre in difesa dei precari, l’Anief è preoccupata per il silenzio sulla seconda tranche di assunzioni in ruolo, da attuare nelle prossime settimane, decisa un anno fadal Parlamento: “non vi è alcuna notizia – scrive il sindacato - del decreto autorizzatorio delle assunzioni per l’a. s. 2012-2013”. Per l’Anief, insomma, c’è il rischio fondato che ildecreto interministeriale del 3 agosto 2011, potrebbe non avere seguito.  Dopo il taglio di 200.000 posti di lavoro avvenuto negli ultimi sei anni e la promessa di 300.000 nuove assunzioni – dice il presidente, Marcello Pacifico - è arrivato il momento di dire basta a chi prende in giro i lavoratori della scuola. Si dovrebbero stabilizzare tutti i precari della scuola; almeno, buon senso vorrebbe che si procedesse all’assunzione immediata di 30.000 unità subito per coprire una parte dei posti vacanti e disponibili già individuati dal Miur.

Fonte: Tecnica della Scuola

"Questi tagli uccidono il merito e creano solo disservizi": così il sindacato Anief commenta l'impatto della Spending review sulla scuola.

Scompare la figura del vicario proprio mentre si tagliano migliaia di dirigenze; gli insegnanti di laboratorio diventano bidelli; la pulizia delle scuole affidata sempre più alle cooperative private: "È una politica sbagliata: così si producono solo danni all'erario e si mortifica l'intelligenza e la competenza dei lavoratori", sottolinea l'Anief, avvertendo: "Con un solo provvedimento vengono spazzate via delle professionalità che per decenni hanno mantenuto alto il valore della scuola italiana, trascurando il fatto che privandosi delle loro competenze la qualità della nostra istruzione non potrà che ridursi inesorabilmente".

"Tra le disposizioni previste per attuare la spending review - dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - ce ne sono alcune che ci lasciano davvero sconcertati. Viene, ad esempio, mortificata la figura del vicario, proprio mentre migliaia di istituti sono tenuti in mano da loro dopo che tanti dirigenti scolastici sono stati tagliati dal dimensionamento. Viene svilita la professionalità degli insegnanti tecnico pratici e dei docenti inidonei, relegati su ruoli che non hanno più a che vedere con l'insegnamento. Viene inoltre cancellato un posto su due di collaboratore scolastico, affidandosi a privati senza alcuna esperienza nel settore".

L'Anief definisce "inaccettabile" che il governo decida di "uccidere" il ruolo di vice-dirigente, "di cui pure si avvertiva la necessità, sia nelle ipotesi di carriera del personale docente, sia nella sempre più difficile gestione della scuola autonoma appesantita di recente dal taglio di 2mila dirigenze.

Questa operazione viene peraltro a realizzarsi a pochi giorni di distanza dalla nostra presentazione in vari tribunali dei ricorsi per la corresponsione delle indennità dovute".

Viene inoltre - prosegue L'Anief - "sconvolta" la divisione, prevista dal Ccnl, tra docenti e Ata, "Ignorando del tutto titoli e competenze didattiche acquisite dagli insegnanti, vengono attribuiti in modo coatto degli incarichi impiegatizi proprio nel momento in cui allo stesso precariato della scuola viene negata la stabilizzazione". E con il raddoppio dell'assegnazione dei contratti con le cooperative dei servizi esterne alle scuole, "vengono presi in giro i collaboratori scolastici che hanno assicurato in questi anni l'apertura e la sorveglianza delle scuole. Ciò avviene proprio mentre l'Unione Europea è in procinto di sanzionare l'Italia per l'abuso dei contratti a termine".

"Se l'ex ministro Gelmini sentiva il bisogno di avere in Italia un maggior numero di carabinieri piuttosto che di bidelli - sottolinea Pacifico - il ministro Profumo non sembra avere per i collaboratori scolastici molta più considerazione". "E' questa la scuola del merito? Di sicuro gli italiani non meritano questa scuola", conclude l'Anief, ricordando che questo "nuovo attacco all'istruzione pubblica", arriva "dopo che negli ultimi anni sono stati tagliati 200mila posti, si è abusato del precariato, sono stati 'congelati' i contratti e gli aumenti di stipendio, cancellando anche il principio di tutela del merito che dovrebbe orientare la nuova gestione della pubblica amministrazione".

"Nella nostra scuola ormai - conclude il presidente dell'Anief - non si comprende più chi deve fare e cosa. Gli italiani, gli studenti e le famiglie non meritano tutto questo. Chiederemo al Parlamento almeno di modificare delle norme che solo apparentemente producono risparmi. Ma che alla lunga produrranno danni all'erario. E mortificheranno l'intelligenza e le competenze di coloro che attraverso il lavoro quotidiano hanno sino ad oggi permesso il regolare e proficuo funzionamento dei nostri istituti".

Fonte: TMNews 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti