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È previsto dalla manovra di risparmio della spesa pubblica approvata dal Cdm. Introdotta pure l’utilizzazione dei docenti privi di titolarità su materie affini: non servirà l’abilitazione. E diventeranno Ata tutti gli appartenenti alla C999 e C555. Sindacati imbufaliti.

Non erano infondate le indiscrezioni sull'utilizzo coatto del personale soprannumerario della scuola, previsto nella manovra di risparmio della spesa pubblica approvata dal Consiglio dei ministri.

Nel testo approvato dal Governo si prevede che il personale “in esubero nella propria classe di concorso nella provincia in cui presta servizio, è assegnato per la durata dell’anno scolastico un posto nella medesima regione, con priorità sul personale a tempo determinato, sulla base” di una serie di criteri. Il primo dei quali prevede di utilizzare detto personale sui “posti rimasti disponibili in altri gradi d’istruzione o altre classi di concorso, anche quando il docente non è in possesso della relativa abilitazione o idoneità all’insegnamento, purché il medesimo possegga titolo di studio valido, secondo la normativa vigente, per l’accesso all’insegnamento nello specifico grado d’istruzione o per ciascuna classe di concorso”. In un colpo solo, insomma, le necessità di fare economia fanno “saltare” uno dei tasselli fondamentali dell’insegnamento pubblico italiano: l’abilitazione. Averla o non averla, in momenti di difficoltà, non è una condizione imprescindibile. Del resto, a dare l’esempio nella stessa direzione è stato il Miur introducendo, un paio di anni fa, le tabelle di confluenza: quelle che permettono di insegnare, in attesa della revisione delle classi di concorso, anche su materie affini. Ed anche in questo caso non è prevista l’abilitazione. Oltretutto questa facoltà verrà applicata anche per il 2012/13, il terzo consecutivo.

Farà anche discutere almeno un’altra delle possibilità di utilizzo degli oltre 10mila docenti rimasti oggi senza titolarità. Si tratta del loro utilizzo “per la copertura delle supplenze brevi e saltuarie che dovessero rendersi disponibili nella medesima regione nella medesima classe di concorso”. Come dire, il docente viene collocato tra le “riserve”. Che in caso di emergenza si attivano e vanno a coprire i “buchi” creati dai colleghi assenti. Anche per pochi giorni.

Per la Cisl Scuola siamo di fronte a delle “vistose brutture”: in particolare, scrive il sindacato di Francesco Scrima, ci aspettiamo che si “cancelli la vera e propria idiozia di un impiego dei docenti in esubero per supplenze brevi in ambito regionale”.

Il punto che però farà sicuramente più discutere è un altro. Se non altro perché se approvato anche nella versione definitiva della spending review, potrebbe venire a determinare un precedente molto “pericoloso” per tutta la categoria degli insegnanti. Nel testo si prevede che “il personale docente attualmente titolare della classi di concorso C999 (si tratta dei quasi 1.500 insegnanti tecnico pratici transitati nel 2005 dagli enti locali allo Stato ndr) e C555 (esercitazioni di pratica professionale ndr) entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con decreto del direttore generale del competente ufficio scolastico regionale transita nei ruoli del personale non docente con la qualifica di assistente amministrativo, tecnico o collaboratore scolastico in base al titolo di studio posseduto”. Si specifica, inoltre, che lo stesso “personale viene immesso in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili nella provincia di appartenenza, tenuto conto delle sedi indicate dal richiedente, e mantiene il maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti”. 

Certo, si tratta di situazioni che si trascinavano da tempo. Quella degli ex dipendenti degli enti locali, che ha sempre destato molte polemiche. E quella degli Itp della ex tecnica dei servizi, impiegati da troppi anni in mansioni alternative. Tuttavia, siamo di fronte ad una disposizione che rimarrà indigesta a molti. Anche in questo caso i sindacati non sono andati per il sottile. L’Anief ritiene che in questo modo “viene sconvolta la divisione, prevista dal Ccnl, tra docenti e Ata. Ignorando del tutto titoli e competenze didattiche acquisite dagli insegnanti, vengono attribuiti in modo coatto degli incarichi impiegatizi proprio nel momento in cui allo stesso precariato della scuola viene negata la stabilizzazione”. Non è possibile che “gli insegnanti di laboratorio diventino bidelli. È una politica sbagliata: così si mortifica l’intelligenza e la competenza dei lavoratori. Chiederemo al Parlamento – conclude l’Anief - almeno di modificare delle norme che solo apparentemente producono risparmi”.

Fonte: Tecnica della Scuola

"Scompare la figura del vicario proprio mentre si tagliano migliaia di dirigenze; gli insegnanti di laboratorio diventano bidelli; la pulizia delle scuole affidata sempre più alle cooperative private. È una politica sbagliata: così si producono solo danni all’erario e si mortifica l’intelligenza e la competenza dei lavoratori. Il sindacato Anief accoglie con stupore le disposizioni contenute nella manovra di risparmio della spesa pubblica approvata dal Consiglio dei ministri: con un solo provvedimento vengono spazzate via delle professionalità che per decenni hanno mantenuto alto il valore della scuola italiana, trascurando il fatto che privandosi delle loro competenze la qualità della nostra istruzione non potrà che ridursi inesorabilmente". Lo comunica l'Anief.

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Un incontro infruttuoso e senza la presenza dei diretti interessati, su cui si andranno ad abbattere i tagli. Così Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato dalla Confedir Mit-Pa ai direttivi, quadri e alte professionalità, definisce l'incontro-informativa tenuto oggi dai rappresentanti del Governo sulla presentazione delle prossime modalità di attuazione della spending review con una ristretta rappresentanza delle parti sociali.

Secondo il sindacalista è quasi provocatorio che tra le Confederazioni convocate oggi dal Governo non vi erano la Confedir, la Cida, la Cosmed e tutte quelle rappresentative di quel 20% di dirigenti di prima fascia che i rappresentanti dell'esecutivo hanno detto di volere rimuovere.

È curioso - dichiara Pacifico - che si decida di cancellare una così grande porzione di dirigenti senza nemmeno ascoltare i loro rappresentanti. Ma oramai la strategia è chiara: invece di riprogrammare la produzione economica ed industriale del Paese, investendo sullo sviluppo del patrimonio culturale, il Governo persegue nel fare 'cassa' tagliando migliaia di posti nella pubblica amministrazione. Continuando a dimenticare i quasi 280mila tagli che negli ultimi sei anni hanno colpito sempre i soliti 'noti': i ministeriali (che hanno perso 25 mila posti), le regioni e gli enti locali (-19 mila), la sanità (-28 mila) e soprattutto la scuola (-200 mila)".

"Pensavamo che la presenza di un governo di tecnici nei palazzi della politica - sottolinea il rappresentante Anief e Confedir Mit-Pa - avrebbe favorito finalmente la lotta contro i malaffari che fanno schizzare in alto i costi della politica. Invece siamo ancora una volta costretti a commentare operazioni che impoveriscono le risorse economiche e strumentali indispensabili per far funzionare i servizi per i cittadini. La dirigenza, i quadri e tutte le professionalità del pubblico impiego dovrebbero essere valorizzate e non mortificate".

Fonte: Italpress

"Sono misure inappropriate e prive del parere dei diretti interessati, su cui si andranno ad abbattere, quelle presentate oggi dal Governo ad una ristretta rappresentanza delle parti sociali nel corso di un incontro-informativa lontano da qualsiasi forma di apertura e concertazione": così Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato dalla Confedir Mit-Pa ai direttivi, quadri e alte professionalità, definisce l'incontro tenuto oggi dai rappresentanti del Governo con sindacati e associazioni sulla presentazione delle prossime modalità di attuazione della spending review.

Il sindacalista reputa grave che tra le Confederazioni convocate oggi dal Governo non vi erano la Confedir, la Cida, la Cosmed e altre ancora: tutte rappresentative di quel 20% di dirigenti di prima fascia che i rappresentanti dell'esecutivo hanno detto di volere rimuovere dalla pubblica amministrazione a seguito di fantasiose quanto improduttive ragioni di risparmio economico.

"È curioso - dichiara Pacifico - che si decida di cancellare una così grande porzione di dirigenti senza nemmeno ascoltare i loro rappresentanti. Ma oramai la strategia è chiara: invece di riprogrammare la produzione economica ed industriale del Paese, investendo sullo sviluppo del patrimonio culturale, il Governo persegue nel fare 'cassa' tagliando migliaia di posti nella pubblica amministrazione. Continuando a fare finta di dimenticare i quasi 280mila tagli che negli ultimi sei anni hanno colpito sempre i soliti 'noti': i ministeriali (che hanno perso 25 mila posti), le regioni e gli enti locali (-19 mila), la sanità (-28 mila) e soprattutto la scuola (-200 mila)".

Fonte: TMNews

Come mai domani il governo nel convocare le parti sociali per discutere di spending review ha dimenticato di convocare i sindacati della dirigenza pubblica? A chiederlo è Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e delegato dalla Confedir Mit-Pa ai direttivi, quadri e alte professionalità, dopo aver appreso della probabile ennesima ingiusta tornata di tagli nella pubblica amministrazione che il Governo Monti si appresta a varare.

"Se le cose stanno così - dichiara Pacifico - il governo si assumerebbe una grave responsabilità. Inoltre, non si comprende perché non debbano essere ascoltati proprio i rappresentanti che tutelano gli interessi di quel 20% di dirigenti di prima fascia e di quel 10% di dirigenti di secondo livello che dovrebbero essere rimossi dalla pubblica amministrazione a seguito di fantasiose quanto improduttive ragioni di risparmio economico".

È curioso che tra le Confederazioni convocate non vi sia traccia della Confedir, come della Cida e della Cosmed: tutti sindacati che rappresentano la dirigenza pubblica. Secondo Pacifico l'incontro con le parti sociali si preannuncia con delle "aspettative vane. Soprattutto dopo le dichiarazioni rilasciate oggi dal ministro della Cooperazione Andrea Riccardi, che a nome del Governo ha detto di voler ascoltare i rappresentanti dei lavoratori. Escludendo però volontariamente quei sindacati che rappresentano l'area della dirigenza oggetto dei tagli".

Il sindacato dei dirigenti, però, non starà di certo a guardare: "di fronte ad una chiusura da parte del governo nei confronti di ogni possibile trattativa, non potranno che aumentare le possibilità di una nuova stagione di mobilitazione. Oltre che di sicuri contenziosi. Per questo, la Presidenza del Consiglio dei ministri anziché cancellare delle alte professionalità dello Stato farebbe bene ad inserire finalmente la figura dei quadri all'interno dell'organigramma della macchina organizzativa. Altre soluzioni, come quelle già attuate nella scuola, dove sono scomparsi migliaia di dirigenti, e nell'intera pubblica amministrazione, dove in sei anni sono stati cancellati 250mila posti, rappresentano - conclude Pacifico - un palese attacco al funzionamento della macchina organizzativa del pubblico impiego".

Fonte: TMNews

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XXIV2012

 

 

 

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Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

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