Le 6.243 stabilizzazioni previste a seguito dei pensionamenti vanno “scongelate”: il personale soprannumerario delle province non può essere collocato al posto di Ata precari vincitori di concorso. Altrimenti, la palla passerà ai tribunali, che si pronunceranno così sulla class action avviata nei giorni scorsi dall’Anief a favore degli Ata, per evitare che nell’anno della riforma della scuola non si proceda nemmeno a un’assunzione. Sarebbe assurdo, perché è previsto per legge e c’è la copertura finanziaria. E lo prevede, indirettamente, la stessa riforma della scuola, laddove indica che nella realizzazione del Pof va indicato “il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario”.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): non si può pensare di sopperire al lavoro degli Ata collocando al loro posto migliaia di lavoratori degli enti locali, con professionalità in molti casi nemmeno sovrapponibili. Non è così che si persegue il merito. Per questo abbiamo presentato ricorso al Tar del Lazio: gli oltre 6.200 posti, liberatisi a seguito dei pensionamenti, vanno assegnati agli Ata collocati nelle graduatorie. E lo stesso vale per altri 6mila posti a tutti gli effetti vacanti. Per non parlare di altri 15mila che vengono assegnati a supplenza sino al 30 giugno, ma di fatto liberi perché senza ragioni sostitutive. Il Governo farebbe ancora in tempo ad approvare un decreto autorizzatorio delle immissioni in ruolo. Altrimenti la parola passerà ai giudici.
Dopo i tagli inferti dalla Legge di Stabilità 2015 e la mancata considerazione per la categoria nella riforma della Buona Scuola, dal ministero dell’Istruzione giunge finalmente un apprezzamento per il prezioso lavoro svolto dal personale Ata: a fornirlo è stato il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, che ha ricordato quanto l’operato di amministrativi, tecnici e ausiliari sia “fondamentale e va valorizzato. Il loro lavoro - ha aggiunto il vice-ministro -, oltre che necessario per ogni scuola e di grande supporto per gli insegnanti, è stato fondamentale in questi mesi di grande fermento nel mondo scolastico”.
Anief, che apprezza le parole del sottosegretario, chiede ora pubblicamente al Governo che dia seguito a questa presa di coscienza, procedendo con immediatezza alle 6.243 assunzioni previste per il turn over, ma “congelate” in attesa di essere destinate al personale soprannumerario delle province: in caso contrario, toccherà ai tribunali pronunciarsi sulla class action avviata nei giorni scorsi dal sindacato per evitare che nell’anno della riforma della scuola non si proceda nemmeno ad un’assunzione di amministrativi, tecnici e ausiliari.
“Le parole di Faraone ci hanno sorpreso in positivo – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – perché significa che su questo personale della scuola si sta probabilmente cambiando idea: certo, ci sono voluti cinque anni, perché tanto è passato dalla prima procedura d’infrazione, la 2010/2124, cui ne è seguita una seconda, sull’inopportuna attività legislativa adottata in Italia, come il decreto legge 70/2011, proprio per derogare all’applicazione della direttiva 1999/70/CE (relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP) sull’abuso della sottoscrizione di lavoro a tempo determinato del personale Ata”.
A dire il vero, il via libera all’assunzione di questi preziosi profili professionali della scuola era giunto già con la Legge n. 128 dell’8 novembre 2013, nella quale, all’articolo 15, con cui si è “definito un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo e ATA, per gli anni 2014-2016, tenuto conto dei posti vacanti e disponibili in ciascun anno, delle relative cessazioni del predetto personale”. Perchè nella riforma non parli di ATA rimane davvero incomprensibile. E anche con la Legge 190/2014, l’ultima Legge di Stabilità, che al comma 5 ha previsto lo stanziamento di un apposito fondo nazionale “finalizzato all'attuazione degli interventi di cui al medesimo comma 4, con prioritario riferimento alla realizzazione di un piano straordinario di assunzioni”, prevedendo quindi una copertura adeguato per la stabilizzazione di un congruo numero di lavoratori della scuola, Ata compresi.
A queste norme dello Stato, è però seguita, inaspettatamente, l’assenza di disposizioni dirette, rivolte all’assunzione di a questi lavoratori, all’interno della riforma della scuola. Tuttavia, la Legge 107/15 prevede che gli istituti scolastici debbano comunque indicare, in sede di approvazione del Piano dell’offerta formativa triennale, gli organici ordinari e aggiuntivi del personale Ata: attraverso diversi commi – tra cui il 7, 13, 14 e 64, dove si fa riferimento “all'organico dell'autonomia su base regionale” comprendente anche “il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario”. Anche nella riforma si ammette, quindi, che gli Ata costituiscono un elemento centrale e imprescindibile per la piano attuazione dell’autonomia scolastica e della sua offerta formativa calata sul territorio.
“A queste indicazioni normative – puntualizza Pacifico – è bene che il Governo faccia ora seguire degli atti concreti: non si può pensare di sopperire al lavoro degli Ata collocando al loro posto migliaia di lavoratori delle province, con professionalità in molti casi nemmeno sovrapponibili. Non è così che si persegue il merito. Alle scuole italiane, a cui sono stati tagliati 47mila Ata in tre anni per via delle riforme Gelmini, serve oggi più che mai un turn over reale. Per questo motivo, come Anief abbiamo presentato un apposito ricorso al Tar del Lazio: gli oltre 6.200 posti, liberatisi a seguito dei pensionamenti, vanno assegnati agli Ata collocati nelle graduatorie. E lo stesso vale per altri 6mila posti a tutti gli effetti vacanti, chissà perché non considerati dal Miur utili all’immissione in ruolo. Per non parlare di altre diverse migliaia di posti, circa altri 15mila, che vengono assegnati a supplenza sino al 30 giugno ma di fatto liberi perché senza ragioni sostitutive E questi sono i dati veri”.
“A questo punto, il Governo – conclude il presidente Anief – farebbe ancora in tempo ad approvare un decreto autorizzatorio per le immissioni in ruolo, visto che le lezioni del nuovo anno scolastico devono ancora iniziare: in tal modo, impedirebbe ai giudici del lavoro di procedere per lo stesso obiettivo, applicando la sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso novembre. E anche all’Europa di sanzionare pesantemente l’Italia, per la mancata assunzione di personale che ha il pieno diritto di accedere al ruolo e valorizzare le nostre scuole”.
Anief ricorda che, oltre ai ricorsi per il personale Ata e i Direttori dei servizi generali e amministrativi, è in corso un’azione giudiziaria avviata a favore del personale educativo, anch’esso escluso del piano di assunzioni previsto dalla legge 107/2015 “Buona Scuola”: in entrambi i casi l’obiettivo è quello di ottenere lo sblocco delle relative assunzioni.
COME ADERIRE AI RICORSI ANIEF:
Le adesioni si fanno on line, direttamente dal Portale Anief entro il 15 settembre 2015, direttamente da questi link:
Class action per lo sblocco delle assunzioni ATA
Class action per l’avvio del concorso per Dsga
Class action per lo sblocco delle assunzioni del personale educativo
Ricorso per la stabilizzazione del personale ATA
Ricorso per la stabilizzazione di chi ha svolto la funzione di DSGA per almeno 36 mesi
Per approfondimenti:
DDL Scuola – Il maxiemendamento non risolve nulla: tagliate fuori le nuove generazioni di docenti
Riforma scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto Quotidiano del 29 giugno 2015)
Organico di fatto, le tabelle per Regioni. Tagliati 2.145 posti (Orizzonte Scuola dell’8 luglio 2015)
Buona Scuola, Faraone: "Stesso numero di personale Ata dell'anno scorso" (Giornale di Sicilia del 4 settembre 2015)