Anief non fa mai affermazioni a caso: per la scuola italiana i supplenti rimangono “la spina nel fianco”. Lo scrive stamane La Repubblica, ricordando che ci sono “cinque i concorsi avviati dal 2020, dall'infanzia alle superiori, ordinari e straordinari, dedicati alle materie scientifiche”, ma poi alla fine “su 94.130 posti autorizzati dal Mef, alla fine meno del 50% sarà coperto” con le immissioni in ruolo. Per questo il quotidiano titola che “la scuola riparte con 20 miliardi di euro” dal Pnrr, “ma in cattedra ancora 150mila precari”. La quasi inutilità dei concorsi si deve all’elevato “tasso di bocciature con le selezioni a quiz”, con “cattedre scoperte al Nord e domanda che non si incrocia con l'offerta degli aspiranti docenti, soprattutto del Sud, graduatorie esaurite nelle discipline scientifiche e non solo. L’aggravante è che a subire le spese maggiori di questa situazione saranno gli alunni disabili: “due terzi dei posti non di ruolo sono proprio sul sostegno. Agli alunni più fragili manca ciò di cui hanno bisogno e diritto, continuità didattica e figure professionali specializzate, per colpa delle università che ne formano pochi”.