A due giorni dalla comunicazione del Ministero dell’Istruzione ai sindacati delle oltre 94mila immissioni in ruolo da attuare nella prossima estate, cominciano a spuntare le prime “crepe” sulla procedura. In Piemonte, ad esempio è assodato che le assunzioni a tempo indeterminato sicuramente non si faranno per alcune classi di concorso: l’Ufficio scolastico regionale piemontese ha pubblicato l’elenco delle classi di concorso per cui, a causa di Graduatorie di merito che saranno pubblicate dopo il 31 agosto o prive di aspiranti che abbiano superato le prove, nella regione non sarà attivata la procedura informatizzata di immissione in ruolo per l’a.s. 2022/2023.
Gli esiti delle prove Invalsi pubblicati da pochi giorni confermano non solo l’alto numero di abbandoni di scuola prematuri, ma anche il fenomeno della dispersione implicita, ossia quella fetta di giovani che conseguono il diploma di maturità solo di fatto, perché in realtà non raggiungono i livelli di competenza minimi previsti. Se in generale la dispersione implicita riguarda il 9,7% di studenti, facendo registrare una flessione rispetto al passato – l’anno scorso era al 9,8% con un aumento importante rispetto al 2019 (7,5%) – ci sono alcune regioni dove il fenomeno rimane a dir poco preoccupanti. Per due regioni - Puglia (-4,3 punti) e Calabria (-3,8 punti) – c’è stata una importante inversione di rotta, ma rimane il fatto che la stessa Calabria resta tra le regioni con le percentuali più alte (16%), insieme a Sicilia (18,7%) e Sardegna (18%). Quest’ultima registra un incremento rispetto all’anno precedente. La Campania, scrive la stampa specialistica, è la regione con la percentuale più alta in assoluto, 19,8%: uno studente su cinque è “maturato” solo sulla carta. L’Invalsi fa notare che “la dispersione implicita è più che doppia per gli allievi che provengono da famiglie meno avvantaggiate e quasi quadrupla per gli allievi di cui non sono disponibili i dati di background”. È infine indicativo che la dispersione implicita è rimasta stabile al 5,6% fra gli studenti provenienti da ambienti più favorevoli.
Come si svolgeranno le 94.130 immissioni in ruolo di nuovi docenti autorizzate dal Ministero dell’Economia e annunciate poche ore fa ai sindacati dal Dicastero dell’Istruzione? L’iter si presenta piuttosto complesso, con una lunga serie di precedenze, deroghe, riserve e individuazioni a scorrere tutt’altro che semplici da elencare. Di base le assunzioni a tempo indeterminato si baseranno sulla suddivisione equa dei posti attingendo da graduatorie di merito concorsuali e da graduatorie ad esaurimento. Per venire incontro ai tanti interrogativi che si pongono i docenti precari aspiranti all’assunzione, Anief ha predisposto 28 FAQ, cercando così di rispondere ai quesiti più frequenti.
“Ci sono però una serie di sotto-suddivisioni, ripartizioni ulteriori in percentuali diverse, priorità a seconda dei concorsi vinti o delle graduatorie di collocazione che rendono comprenderne la logica anche per i docenti diretti interessati - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - sempre considerando che un alto numero di cattedre non potranno essere assegnate perché l’amministrazione non ha dato il via libera all’assunzione da Gps, salvo in prima fascia sostegno, ed in generale dei precari con 36 mesi di servizio minimo svolto. Una discriminazione che ci ha convinto a rilanciare il reclamo collettivo al Comitato europeo dei diritti sociali contro l’abuso di contratti a termine dello Stato italiano: chi vuole – conclude il sindacalista – può ancora aderire al ricorso”.
Non può dirsi risolta la questione dell’assegnazione dell’una tantum da 200 euro provista del Governo per combattere rincari e inflazione: nemmeno i contatti tra patronati e funzionari INPS hanno portato a una conclusione certa. Sono diversi i comunicati di Enti e Patronati che, in assenza di note ufficiali da parte del Ministero del Lavoro e/o dell’INPS, danno per certa la possibilità di poter presentare la domanda, salvo però utilizzare l’unica funzione possibile: quella dei lavoratori stagionali. Anief ricorda che la questione è già stata sollevata in sede parlamentare da alcuni Deputati e Senatori del M5S, firmatari dell’emendamento al Decreto Aiuti 50/2022 del 17 maggio scorso, poi respinto in Commissione Bilancio prima dell’approdo in Parlamento, non ha ad oggi trovato nessuna soluzione ufficiale.
Le dimissioni del premier Mario Draghi (per ora rifiutate dal Capo dello Stato) pongono seri dubbi sul proseguo della riforma del reclutamento dei docenti italiani: dopo l’approvazione parlamentare, a fine giugno, della Legge 79/2022 che ha riformato modalità di assunzioni e formazione del corpo insegnante italiano, servono infatti ben 14 decreti attuativi. Il primo dei quali dovrà essere prodotto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e pubblicato entro prossimo 31 luglio. “Si tratta del percorso dei 60 Cfu, di cui almeno 10 di area pedagogica, comprendente attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA”, spiega oggi la stampa specializzata mettendo in risalto il rischio di mancata approvazione dello stesso decreto attuativo.