A settembre la scuola riprende con lo stesso numero di istituti e di classi, le stesse disposizioni anti-Covid. E lo stesso numero medio di contagiati. Ma senza più l’organico Covid: le scuole a settembre si ritroveranno senza neanche uno degli oltre 50 mila docenti e Ata assunti nell’ultimo anno, fino al termine delle lezioni, per fronteggiare l’emergenza pandemica. Il motivo non è chiaro, perché né l’amministrazione scolastica né il Governo hanno fornito adeguate spiegazioni.
La conferma delle assunzioni dei docenti di sostegno anche dalla prima fascia Gps, così come introdotto con il DL Sostegni bis, è importante ed andrebbe allargata alle discipline comuni, ma non è certo risolutiva. Anche questa estate, a causa del numero esiguo di docenti specializzati e di un numero di posti vacanti altissimo a fronte del quale l’amministrazione non ha saputo rispondere con rimedi adeguati, ci dobbiamo aspettare un numero record di supplenze. A fronte di 30.349 posti di sostegno autorizzati dal Mef solo per il sostegno (un terzo quindi delle 94.130 immissioni in ruolo totali comprendendo anche tutte le classi di concorso), il sindacato prevede che se ne possano “perdere per strada” quasi la metà.
Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico rilancia la possibilità di riscattare gratuitamente gli anni di studio universitario, sulla scia del modello tedesco: secondo l’Istituto di previdenza la misura potrebbe costare circa quattro miliardi l’anno, ma sarebbe alla lunga un investimento perché agevolando il turn over si andrebbero a ridurre i tassi italiani record di disoccupazione e di Neet. Si andrebbero a svecchiare anche gli organici, come quelli della scuola dove due docenti e Ata su tre sono ormai over 50 malgrado l’alto tasso di patologie derivanti da burnout. Il riscatto del corso di laurea, ricorda oggi la stampa specialistica, permette di trasformare gli anni di università in anni contributivi e dunque integrare la posizione contributiva ai fini del diritto e del calcolo della pensione. Senza questa agevolazione, continua a rimanere in vigore la norma secondo cui per riscattare quattro anni di laurea si arriva a spendere oltre 42mila euro. Con le agevolazioni introdotte da alcuni anni, il costo per riscattare un anno di corso è pari a 5.264,49 euro, quindi per un quadriennio si superano di poco i 20mila euro.
La crisi di Governo potrebbe ulteriormente allontanare il concorso straordinario per l’abilitazione, bandito nel 2020 a seguito del Decreto M.I. 21.04.2020, n. 497 e rimasto bloccato da allora. In lista di attesa vi sono diverse decine di migliaia di candidati. La stampa specializzata ricorda anche che “stiamo parlando di una procedura per la quale gli aspiranti hanno presentato la domanda e pagato il contributo di diritto di segreteria (15 euro a persona)”. Inoltre, “durante la fase di conversione del Decreto Sostegni bis, ricordiamo, era emersa la data del 15 dicembre 2021 come termine ultimo per avviare la prova selettiva, ma tale data non è confluita nella stesura finale del DL 73/2021. C’è già chi teme che tutto vada a perdersi, perché la nuova riforma del reclutamento, prevista dalla Legge 79/2022, contempla un nuovo modello formativo per ottenere l’abilitazione: anche su questo versante, però, il percorso di approvazione non affatto sicuro, perché la caduta del Governo Draghi e il ritorno alle urne degli italiani, con l’arrivo del nuovo Governo in autunno, fanno perlomeno pensare ad un lungo periodo di sospensione dell’iter di approvazione del nuovo percorso.
Ci sono anche diversi decreti legislativi sulla riforma del reclutamento e formazione scolastica tra gli “affari correnti” che nelle prossime settimane dovrà condurre il Governo Draghi, anche dopo le dimissioni del premier e lo scioglimento delle Camere deciso dal Capo dello Stato con il ritorno alle urne già fissato per il prossimo 25 settembre. Il primo decreto attuativo dovrà essere emanato entro una settimana, il 31 luglio, e si tradurrà in un provvedimento della presidenza del Consiglio dei Ministri che perfeziona il percorso dei 60 crediti formativi universitari o accademici necessari per la formazione iniziale. Questa è la prima tappa che porterà al nuovo percorso per diventare insegnante, composto da una lunga serie di titoli ed esami da superare: laurea magistrale (triennale per ITP), percorso abilitazione di 60 CFU, concorso, anno di prova in servizio con test finale e valutazione conclusiva.