“Serve ciò, Considerando che il distanziamento rimane l’arma principale per vincere il virus”
Marcello Pacifico (Anief): “Cambiano i governi, ma il risultato è sempre quello di non avere la revisione delle regole sul dimensionamento scolastico e sul rapporto alunni-classi”
“Il problema fondamentale sui docenti non vaccinati rimane quello del Green pass: noi abbiamo fatto ricorso spiegando che non bisognava attuare alcuna discriminazione. La scuola non è una caserma ma luogo di educazione. Bisogna finirla di prendersela sempre contro il personale docente: nell’ultimo grado di giudizio dimostreremo che il principio di comune convivenza deve prevalere”. A sostenerlo è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso della diretta social “Perché mettere gli insegnanti in cantina?”: al centro della trasmissione c’era l’applicazione del Decreto Legge 24/22, cui ha fatto seguito una nota ministeriale dello stesso tenore, che alcuni presidi hanno interpretato in modo anomalo, andando a collocare i loro insegnanti non vaccinati in stanzette o addirittura in sottoscala e “sgabuzzini”: una circostanza che ha prodotto anche la richiesta di un’interrogazione parlamentare.
Cominciano ad essere recapitate ai destinatarile prime lettere inviate dall'Agenzia delle Entrate-Riscossione contenenti le cartelle esattoriali con la sanzione da 100 euro per i cittadini over 50 non vaccinati che non hanno rispettato l’obbligo vaccinale. La notifica della sanzione è a cura dell'agenzia delle Entrate, mentre a irrogarla è il ministero della Salute. A ricevere la missiva tramite Poste saranno, a breve, 1,8 milioni di over 50. Peccato che a contrassegnare tale procedura vi siano due paradossi: il primo è che ad essere sanzionati saranno 800mila cittadini “guariti dal Covid: spetterà a loro rispondere alle Asl, con una procedura non proprio agevole, per evitare la multa da 100 euro”; la seconda contraddizione è che per una procedura giuridica al pagamento, anche qualora il giudice dovesse appurare che è incostituzionale, non seguirà mai il rimborso da parte dello Stato.
“Messe alle spalle le operazioni di nomina delle nuove Rsu d’istituto, in attesa dei risultati definitivi, è ora tempo di concentrarci sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego: c’era un impegno in questo senso da parte dell’amministrazione, attendiamo una convocazione a breve, partendo dai 2.500 euro di arretrati e i 107 di aumento medio a dipendente del triennio 2018/2021”. A dichiararlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: rivolgendosi al Governo, il sindacalista chiede di “aprire subito le trattative presso l’Aran perché ci sono dei comparti pubblici, come Istruzione, Università e Ricerca, che non ce la fanno più ad attendere: bisogna dare loro le risorse promesse e aggiungerne ovviamente delle altre”.
Le sedi sindacali stanno raccogliendo i primi dati sull’esito del rinnovo delle Rsu della scuola a di tutta la PA, le cui votazioni si sono svolte questa settimana come previsto dall’Aran: dalle prime proiezioni, le scelte cadute sul sindacato Anief aumentano di un quinto delle preferenze e delle deleghe rispetto alla precedente tornata, collocandosi a ridosso dei sindacati Confederali nel 65% delle scuole dove Anief ha presentato la lista. Vi sono delle città, come Bari, dove Anief è risultato il sindacato più votato, ma anche all'estero, come ad Addis Abeba, Parigi e Atene (dove è ancora la sigla con maggiori consensi). La stima è che al termine dello spoglio, oltre un migliaio saranno le RSU elette con Anief: saranno tutte affiancate, per la prima volta, dopo la firma del CCNL, in ogni sede di lavoro dai dirigenti sindacali nominati da Anief. L’ottimo risultato, configurandosi spesso come un “testa a testa” dove è presente la giovane organizzazione sindacale, si conferma pure presso il CNR e negli altri enti di ricerca, all’Università La Sapienza, Federico II e negli altri atenei, nei Conservatori. Nel prossimo mese si concluderanno le operazioni di voto dove non si è raggiunto il quorum e a Londra.