Il reclamo è stato presentato da Anief contro lo Stato italiano per violazione dell’articolo 1, paragrafo 2, della Carta sociale europea
Venerdì 29 gennaio, dalle 15.30 alle 17, conferenza stampa del presidente nazionale Anief Marcello Pacifico trasmessa in diretta nella pagina Facebook Anief. Marcello Pacifico: “Il Governo dovrà ora prevedere nuovi concorsi per titoli per evitare una dura condanna dall’Europa”. La pronuncia interessa migliaia di insegnanti precari della scuola italiana mentre sono in corso concorsi straordinari non risolutivi
Ammontano a circa 17mila i candidati del concorso straordinario della secondaria che non hanno ancora svolto la prova unica: per realizzarla sono stati convocati dal 15 al 19 febbraio, come previsto dall’ultimo Dpcm e da avviso ufficiale del Ministero. In quell’occasione tenteranno di aggiudicarsi i restanti 10.300 posti su 32.000 messi a concorso: a fornire i dati numerici è oggi Tuttoscuola. La rivista fa una considerazione arguta: “tra le prove di febbraio vi sono tre classi di concorso (il sostegno della secondaria di I grado, il sostegno nel II grado e la A-40 Scienze e tecnologie elettriche ed elettroniche) che, oltre ad avere il maggior numero di posti a concorso (4.069 sostegno I grado, 1.600 sostegno II grado e 555 per l’A-40), presentano anche un numero di candidati inferiore al numero dei posti disponibili”. Per capire la gravità della situazione basta dire che per il sostegno delle scuole medie della Lombardia “vi sono soltanto 261 candidati per 1.259 posti; in Piemonte appena “50 candidati per 450 posti oppure in Emilia R. con 73 candidati per 322 posti. Situazione simile anche per il sostegno del II grado con 100 candidati per 421 posti in Lombardia, 68 candidati per 205 posti in Emilia R., 52 candidati per 264 posti in Veneto, 64 candidati per 287 posti in Piemonte”.
Secondo l’Anief, i numeri forniti da Tuttoscuola la dicono lunga sulla pertinenza di attuare una selezione anche in queste condizioni: il sindacato ritiene che una volta appurata l’idoneità all’insegnamento del candidato non sia necessaria alcuna soglia minima di accesso al ruolo, né alzare ulteriori ‘paletti’ selettivi in entrata. “Una volta stabilita la graduatoria finale di merito – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è chiaro che tutti i candidati vanno assorbiti il prima possibili sui posti vacanti. È una condizione indispensabile per coprire le cattedre libere e fare un passo in avanti verso la riduzione del numero di supplenze annuali che ha raggiunto numeri indegni. Qualora ciò non avvenisse, se un docente che ha superato le prove, anche solo con la sufficienza, non dovesse essere immesso in ruolo, il nostro sindacato ha già predisposto apposito ricorso al giudice del lavoro”.
Dopodomani la ministra dell’Istruzione incontra i sindacati di comparto e le Confederazioni rappresentative di Istruzione e Ricerca, tra cui Cisal e Anief: martedì, alle 10,30, si parlerà del Piano nazionale di ripresa e resilienza e degli investimenti del Recovery Plan che la Commissione europea invierà all’Italia in primavera. La ministra vuole ascoltare il pensiero dei rappresentanti dei lavoratori. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, anticipa la posizione che prenderà il suo sindacato: dall’obbligo formativo allargato, da iniziare già a 3 anni, all’ampliamento delle esperienze di alternanza scuola-lavoro, oggi chiamate Pcto, sino al potenziamento degli organici del personale, da determinare sulla base dei fattori territoriali e non come avviene oggi su numeri ipotetici, così da abbattere quel numero troppo alto di studenti che lasciano la scuola per diventare Neet. Tra gli altri punti che il sindacato reputa prioritari figurano pure l’aumento degli stipendi e l’abuso di rapporti di lavoro a termine sul quale i giudici dell’UE hanno già puntato il dito. E continuano a farlo, visto che il Consiglio d’Europa ha appena accolto un reclamo collettivo, il 147 del 2017, che Anief presenterà venerdì prossimo alla stampa nazionale con una conferenza ad hoc.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, preannuncia la posizione del giovane sindacato: è decisivo per salvaguardare il diritto allo studio riscrivere l'obbligo scolastico dai tre ai diciotto anni, spostare tutti i posti oggi nell’organico di fatto in quello di diritto, stabilizzare i precari, rivedere i profili professionali, aumentare i plessi, le aule, gli edifici scolastici, garantire il diritto all'inclusione, eliminare i vincoli sui trasferimenti, reclutare i precari dal doppio canale di reclutamento, attribuire gli organici in base ai fabbisogni.
Tutti i docenti titolari sul sostegno sono soggetti al vincolo quinquennale su tale tipologia di posto: il vincolo decorre dall’anno scolastico di immissione in ruolo sul sostegno oppure, in caso di mobilità, dall’anno scolastico in cui si ottiene il movimento da materia a sostegno. A ricordarlo è la rivista Orizzonte Scuola, la quale sottolinea che nel computo del quinquennio, come chiarisce l’art.23 comma 8, si considera l’eventuale anno di decorrenza giuridica della nomina in ruolo ed è calcolato anche l’anno scolastico in corso. Il docente nel vincolo quinquennale, quindi, potrà partecipare alla mobilità soltanto per posti sul sostegno.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’obbligo di permanenza per almeno 60 mesi sulla cattedra di sostegno è temporalmente esagerato: per questo motivo continuiamo a raccogliere i ricorsi presso il Giudice del lavoro: se vi sono le condizioni, per quale motivo l’amministrazione deve inibire, infatti, il passaggio da sostegno a posto comune o curricolare? Inoltre, perché non possono essere computati i servizi svolti su posto di sostegno durante il precariato? Siccome al ministero dell’Istruzione non vogliono ascoltare, allora le risposte le daranno i giudici”.