A settembre si supereranno i 250 mila contratti annuali a termine, con scadenza 30 giugno o 31 agosto 2021: un numero impressionante, praticamente un insegnante italiano su tre sarà precario. L’argomento viene affrontato da Marcello Pacifico, leader del sindacato Anief, in un’intervista ad Orizzonte Scuola: “Sul precariato le posizioni col ministro Azzolina restano distanti. Chi lavora nella scuola per anni, sia docente che personale Ata, deve avere riconosciuto il servizio a tempo indeterminato presso lo Stato. Questo non vuol dire che non si debbano fare i concorsi”. Certamente, ricorda il sindacalista, “i concorsi si devono fare, è giusto che ci sia una selezione. Però non ci si può dimenticare del personale che ha lavorato a tempo determinato, svolgendo un servizio per i cittadini”. Come non si possono imporre delle nuove graduatorie sulla base di tabelle di valutazione completamente diverse da quelle che valevano da 13 anni.
Ha fatto bene la ministra Lucia Azzolina a bandire i concorsi per assumere 78 mila nuovi docenti meritevoli nella scuola pubblica, ma ve ne sono ancora di più che dovevano essere assorbiti con le modalità automatiche indicate da tempo dall’UE e anche la gestione con le nuove graduatorie provinciali lascia molto a desiderare. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, spiega, in un’intervista rilasciata ad Orizzonte Scuola, i motivi del consenso e del dissenso rispetto alle scelte fatte dall’attuale dicastero dell’Istruzione sul reclutamento e sui precari storici.
Il rappresentante sindacale chiede a chi governa la scuola di adottare più coerenza: “O a priori non si utilizza il personale oppure se lo utilizzi per parecchi anni poi non si può dimenticare che esista”, aggirando qualsiasi tipo di soluzione richiesta per mantenere in vita dei diritti professionali costituzionalmente protetti e contrastando ancora una volta la stabilità del corpo insegnante e quindi la continuità didattica da tanti invocata ma mai realmente perseguita.
La mancata riconoscenza verso dei docenti professionisti che hanno messo a disposizione dello Stato e dei giovani le loro conoscenze e competenze è ormai una costante adottata da chi decide le sorti della scuola italiana. È una pessima abitudine che ci porterà a fine estate a realizzare il poco invidiabile record di 250 mila posti da assegnare con supplenza annuale: vale per i docenti, ma anche per il personale Ata e pure per i Dsga, visto che abbiamo quasi mille amministrativi utilizzati da due decenni nel ruolo superiore, i cosiddetti ‘facenti funzione’, a cui si continua a negare il concorso riservato.
La verità, sostiene il sindacalista a capo dell’Anief, è che “la scuola italiana continua ad abusare dei contratti a termine. Le procedure concorsuali lasciano fuori tante categorie di docenti, per questo abbiamo aperto un contenzioso”. Anche l’introduzione delle nuove graduatorie provinciali per le supplenze, le cosiddette GPS, non è stata particolarmente felice. Soprattutto per la decisione del ministero dell’Istruzione di cambiare in corsa le tabelle di valutazione dei titoli andando in diversi casi a ridurre dei punteggi ormai acquisiti.
“Le GPS – ricorda Pacifico - erano nate per una richiesta specifica dell’Anief anche per limitare il ricorso alle MAD”, le domande di messa a disposizione che da alcuni anni in migliaia di casi bastano per ottenere anche una supplenza annuale. “Noi abbiamo pure chiesto di reclutare il personale da queste graduatorie. Ma così com’è la tabella di valutazione dei titoli non funziona. Si parla di un sistema misto che in realtà nasconde un cambiamento nella valutazione dei titoli che è irragionevole. Sarebbe stato più semplice adottare le vecchie tabelle di valutazione”.
Ecco perché Anief ha deciso di schierarsi e rivolgersi al tribunale, difendendo “i diritti di chi tutto a un tratto si vede annullati i percorsi che aveva avviato. I ricorsi, sottolineo rispetto ad alcune polemiche, vengono sottoposti a un vaglio di legittimità”, ha concluso il sindacalista della giovane organizzazione rappresentativa.
Leggi l’intera intervista del professor Marcello Pacifico rilasciata ad Orizzonte Scuola.
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