Fa discutere l’ordinanza firmata dal governatore Vincenzo De Luca che, per contrastare i pericoli crescenti dell’emergenza sanitaria, sospende l’attività didattica in presenza in tutte le scuole della Campania da oggi fino al 30 ottobre. Il documento prevede che “nelle scuole primarie e secondarie sono sospese le attività didattiche ed educative in presenza, le riunioni in presenza degli organi collegiali, nonché quelle per l’elezione degli stessi”. Proprio alla luce del peggioramento dei dati sui casi di positività al Covid19, alle prove concorsuali, programmate a partire dalla prossima settimana non potranno partecipare coloro che risultano in quarantena, in isolamento domiciliare e i candidati che a ragione preferiranno tutelare la loro salute.
Secondo il sindacato diventa a questo punto del tutto fuori luogo insistere con il programma a tappe forzate sulla procedura selettiva per 32mila posti da docente della secondaria, a fronte di circa 64mila domande presentate, al via giovedì 22 ottobre e poi avanti sino al 16 novembre. Considerando anche la non impellenza delle prove da svolgere, visto che le immissioni in ruolo si realizzerebbero solo tra dieci mesi, Anief ribadisce la necessità di rinviare le prove e trasformare il concorso straordinario in una procedura finalizzata a graduare e non selezionare gli insegnanti con 36 mesi di servizio, i quali in questo modo avrebbero diritto ad essere assunti per scorrimento di graduatorie per titoli. Qualora, invece, le prove non dovessero essere rinviate è stata predisposta dall’Ufficio Legale Anief una specifica Istanza/Diffida da inviare al Ministero dell’Istruzione e all’Usr di proprio interesse – attraverso preadesione gratuita - per richiedere la predisposizione di prove scritte suppletive.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “con l’aumentare dei casi di positività al coronavirus e l’ordinanza della giunta della Campana, si sono andati a determinare tutti i presupposti per sospendere le prove e prevedere delle date successive di svolgimento: considerando l’alto numero di docenti impossibilitati a parteciparvi, sia per il crescere dei casi di contagio o di isolamento fiduciario imposto ai precari candidati, sia per non obbligare coloro che non risultano positivi ad esporsi ad un rischio reale, è bene che l’amministrazione provveda a mutare la data di svolgimento delle prove a livello nazionale. Altrimenti, se queste fossero confermate, significherebbe attuare un’ingiusta penalizzazione verso i tanti che per motivi oggettivi e cause di forza maggiore ne sarebbero esclusi”.