L’accordo raggiunto tra Miur e sindacati maggiori sul tema del reclutamento e del precariato scolastico, con il via ai Pas abilitanti e a un concorso riservato per la scuola secondaria, relativo all’Intesa siglata lo scorso 24 aprile a Palazzo Chigi alla presenza del premier Giuseppe Conte, fa acqua da tutte le parti. Marcello Pacifico (Anief): Se non si farà in modo che il doppio canale di reclutamento venga esteso alle graduatorie d’istituto il contenzioso continuerà presso il giudice del lavoro e otterremo ricchi risarcimenti per ogni precario che farà ricorso
Si parte: domattina, oltre mezzo milione di studenti, subito dopo l’apertura del plico telematico, sarà impegnato nella prima prova scritta del nuovo esame di maturità. Giovedì si replica, con la seconda ed ultima prova scritta. Poi, a seconda del calendario, si svolgerà l’orale. Sarà una maturità diversa dalle precedenti. I cui connotati ancora non sono stati esplicitati con chiarezza. Tutto è nato con la riforma della maturità imposta con la Legge 107/2015 e il successivo decreto legislativo n. 62/2017, che hanno portato una serie di novità importanti. Poi, sono arrivati i cambiamenti in corso d’anno voluti dall’attuale ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: le rassicurazioni degli ultimi giorni non hanno cancellato i timori da parte dei maturandi e i dubbi del corpo docente impegnato nelle commissioni, chiamato ad organizzare tre prove, con giudizi, sulla scorta di norme calate dall’altro all’ultimo momento.
Marcello Pacifico (Anief): In assoluto, è stato troppo ridotto il tempo per fare proprie le novità legislative e regolamentari introdotte durante l’anno scolastico. Ad esempio, per le Commissioni d’esame non sarà facile gestire la portata delle novità imposte, con rischi evidenti di incorrere in richieste di esposizioni, nel corso dell’orale, troppo diversificate e, soprattutto, di valutazioni non oggettive, perché sebbene siano state veicolate da tabelle nazionali rischiano ora di produrre risultati finali discriminanti.
Il giovane sindacato promuove Il workshop “Governare la scuola: il mio primo mese da dirigente” che si terrà a Tivoli dal 12 al 14 luglio, dedicato ai vincitori dell'ultimo concorso DS. Tra i relatori, eccelsi professionisti: dirigenti dell'amministrazione e della scuola, Dsga e giuristi. Le giornate avranno varie sessioni tematiche (organici, contabilità, sicurezza, organi collegiali, relazioni sindacali) con laboratori sul coaching
Nel corso di un’intervista rilasciata a Italia Stampa, il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, si è espresso circa il concorso per Dsga, in itinere. Il sindacalista ha affermato che sono "più di centomila i candidati per il concorso Dsga. Moltissimi i giovani, eppure ci sarà poco spazio per il merito. Uno scandalo tutto italiano: non si capisce per quale motivo si debbano fare delle prove preselettive che non vanno a misurare contenuti, ma quiz sulla cultura generale. Riteniamo che chiunque abbia comunque raggiunto la sufficienza abbia diritto a poter proseguire il percorso, per far misurare la propria preparazione agli scritti e agli orali. Nel bando c'è scritto che la prova selettiva si doveva svolgere se il numero delle domande era quattro volte superiore al numero dei posti e non si capisce perché, dopo, solo un numero di candidati fino a tre volte superiore venga ammesso: è un'illegittimità manifesta, di cui non comprendiamo il motivo. Per questo abbiamo deciso di ricorrere al Tar. Invitiamo tutti coloro che si ritrovano nelle posizioni utili ad aderire al ricorso per poter continuare le prove concorsuali".
Il nuovo piano di reclutamento annunciato dal ministro dell’Istruzione, con un’apertura ai supplenti storici, non prevede procedure riservate per il personale Ata, educativo, delle sezioni Primavera e dei servizi legati all'assistenza alla comunicazione. Per la maggior parte di loro c’è il rischio fondato di continuare a fare i supplenti a vita. Marcello Pacifico (Anief): Il ministro Marco Bussetti conosce bene questi precari e le loro situazioni, sa bene che anche loro hanno diritto a non essere più sfruttati dallo Stato. Ancora di più perché senza il loro servizio la scuola italiana chiuderebbe. Allora perché sono rimasti fuori?