Il giovane sindacato è per la linea della tolleranza zero: da tempo esiste un accordo scuola-famiglie, denominato “patto di corresponsabilità”, che entrambi le parti sono tenute a rispettare, in funzione del successo formativo degli studenti. Laddove questo non avviene, è ovvio che occorra intervenire. Venendo meno al “contratto” sottoscritto in sede di iscrizione dei figli, si rompe qualcosa nel rapporto e bisogna assolutamente prendere provvedimenti adeguati, sempre rapportati alla gravità dell’infrazione.
Marcello Pacifico (presidente Anief e Udir): Soprassedere, rimandare o, peggio ancora, minimizzare, ci ha portati ad un progressivo decadimento del ruolo dell’istituzione scolastica, dei docenti e dei dirigenti perché, parallelamente alle aggressioni dei genitori verso gli operatori della scuola, stanno crescendo anche gli episodi di bullismo che hanno come protagonisti negativi degli studenti che si possono scagliare sia contro i compagni di classe, sconfinando in certi casi addirittura nel reato di stalking, sia contro i docenti, i dirigenti e il personale scolastico. Quello che non è forse ancora pubblicamente chiaro è che si tratta di veri e propri crimini che la legge persegue, come ribadito di recente dalla Cassazione. Colpire al volto un insegnante, farlo cadere, costringerlo alle cure dell’ospedale, sono episodi intollerabili, che vanno sempre denunciati alla polizia giudiziaria. La quale provvederà, di volta in volta, a verificare la sussistenza delle accuse e se vi sono dei profili penali da percorrere. Quello della tolleranza zero, quando si producono dei reati, anche a scuola, è un punto fermo, su cui non si transige. Parallelamente, le scuole avranno anche l’onere di portare avanti dei progetti, finanziati dal Miur, che divulghino il senso civico, rivolti sia agli alunni che alle loro famiglie.