Il dato di confronto tra gli anni scolastici 2011/2012 e quello attuale si evince dal Decreto sugli organici Ata pubblicato in queste ore: per l’anno scolastico 2017/18 rispetto allo scorso anno in calo i posti DSGA di 78 unità. Nel complesso i collaboratori scolastici sono 131.143, gli assistenti amministrativi 46.822, gli assistenti tecnici 16.175, i DSGA sono 7.994, con un calo rispetto allo scorso anno di 77 unità. A parte gli spostamenti, che non incidono sull’entità numerica, il dato che balza agli occhi è quello relativo ai totali: complessivamente, oggi abbiamo 203.534 posti in organico di diritto, mentre sei anni fa erano 2017.123. Ma come si giustifica tale decremento? L’amministrazione si rifugia nella solita ridicola motivazione del ridotto numero di alunni: l’organico, in pratica, viene legato a doppio filo alla quantità di iscritti. Il sindacato, infine, ricorda che la categoria Ata continua a subire anche un’ulteriore ingiustizia: la sottrazione di almeno 10-12mila posti vacanti e disponibili, incomprensibilmente assegnati ogni anno fino al 30 giugno anziché al 31 agosto dell’anno successivo. A cui si aggiungono altrettanti posti “mascherati” nell’organico di fatto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Con la scuola dell’autonomia, la stessa riforma Gelmini ed infine la Legge 107/2015, voluta contro tutto e tutti dal Governo Renzi, i compiti del personale Ata sono aumentati a dismisura. Basta mettere a confronto un contratto precedente al DPR 275/1999 per rendersi conto degli alti carichi di lavoro che gravano su questi dipendenti. Ma anziché incrementare il numero di Ata si è riusciti nell’impresa di ridurne la capienza. Lo stesso incremento di qualche migliaio di unità, cui abbiamo assistito quest’anno, è stato vanificato dai tagli che “sotto traccia” si sono continuati a fare. La stessa Buona Scuola di Renzi ha prima permesso il travaso di migliaia di posti ai lavoratori perdenti posto delle province, contro il quale abbiamo anche avviato una class action; successivamente, il Governo a maggioranza PD ha dimenticato di inserire il personale Ata sia nel piano straordinario di assunzioni, sia nel potenziamento scolastico, come se i progetti e le attività aggiuntive si possano realizzare senza collaboratori scolastici e assistenti. Poi c’è il blocco della mobilità professionale: da diversi anni, infatti, non si permette più alcun passaggio su ruolo superiore, pur in presenza di titoli di studio e comprovata acquisizione di competenze previo corso-concorso interno all’amministrazione, come prevista da una apposita legge. E che dire delle retribuzioni più basse della PA italiana? Questi lavoratori continuano ad essere considerati di serie B: noi non ci stiamo, per questo siamo al loro fianco e intendiamo continuare le battaglie legali e legislative che oggi ci hanno portato a scioperare e a scendere in piazza a Roma.