Ancora una volta l'Anief travolge il Miur in tribunale e conferma il diritto dei docenti cancellati per mancato aggiornamento ad essere reinseriti nelle Graduatorie a Esaurimento. Stavolta la vittoria completa arriva dal TAR Lazio su ricorso patrocinato dall'Avvocato Francesca Lideo che ottiene ragione per il nostro sindacato con ben due sentenze, di identico tenore, che dispongono l'immediato reinserimento in GaE dei docenti cancellati per mancato aggiornamento e bacchettano il Miur per aver ostinatamente violato la normativa primaria. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i tribunali ci danno ragione, riaprire le GaE a tutti i precari abilitati è ormai atto indispensabile per sanare le illegittimità commesse dal Miur nel corso degli ultimi 10 anni.
Relatori e maggioranza non rispondono ancora all’appello del ministro. Oggi il voto in Commissione a partire dalle ore 11. Domani il testo in Aula. Tra gli emendamenti dichiarati ammissibili, Anief sottolinea il 4.1 (Leu) che riapre le GaE a tutto il personale abilitato, compresi i diplomati magistrale, prevede un nuovo piano straordinario di assunzioni e aumenta l’obbligo scolastico a 18 anni. Il 4.20 (FI) che conferma nei ruoli chi ha superato l’anno di prova, il 4.029 (M5S) che elimina il vincolo triennale al conferimento dei contratti a termine. Se il 4.23 (FI) vorrebbe istituire graduatorie ulteriori alle GaE e alle GM per assumere i diplomati magistrali, il 4.3 (PD) vorrebbe istituire le GMPR anche nella primaria. Il 4.22 (FI) riapre corsi riservati ai ricorrenti 2011 concorso DS e sana i vincitori dell’ultimo concorso a cattedra.
Come Anief, ci chiediamo quale risposta voglia dare la nuova Maggioranza parlamentare alla richiesta del ministro Bussetti di definire un nuovo sistema organico di formazione e reclutamento, di gestione dell’attuale critica fase transitoria e dove siano state effettuate le audizioni annunciate per sentire tutto il personale della scuola coinvolto, incluse le organizzazioni sindacali. Forse accadrà tutto in Senato? Noi siamo sempre aperti e pronti al confronto ma già 10 dei 120 giorni sono appena trascorsi e l’emendamento 4.1 potrebbe, se approvato, cominciare a risolvere alcune delle questioni pendenti sul precariato poste all’attenzione della politica.
Tra gli interventi richiesti, pure da Anief, attraverso più parlamentari propositori, c’è anche quello presentato dal Movimento Democratico e Progressista – Liberi e Uguali con cui si chiede la riapertura delle Graduatorie ad Esaurimento per sanare la situazione in sospeso dei diplomati magistrale ante 2001/02. L’emendamento che presenta come primo firmatario l’on. Guglielmo Epifani chiede di iscrivere a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento del personale docente anche tutti i docenti muniti di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2001, i laureati in Scienze della Formazione e quanti hanno conseguito una abilitazione tramite TFA. In questo caso, l’emendamento chiede continuità didattica e scioglimento della riserva con decorrenza giuridica dal primo settembre.
Anief ritiene positiva la richiesta formulata dai raggruppamenti politici MDP-LU sulla riapertura della GaE. Tuttavia, crede che sia un limite fermarsi all’inclusione nelle Graduatorie ad esaurimento di sole alcune categoria di abilitati all’insegnamento: anche gli abilitati PAS ed altri, attraverso quindi tutte le procedure selettive-formative riconosciute dallo Stato, devono trovare spazio nelle GaE.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): In caso contrario si andrebbe ad approvare una norma fondamentale ma discriminante, perché si andrebbero a rispettare i diritti solo di una parte dei docenti precari abilitati coinvolti. Certamente, l’emendamento avrebbe come primo effetto quello di salvare i maestri con diploma magistrale, vittime dell’assurda sentenza emessa dall’adunanza plenaria lo scorso 20 dicembre, ma non bisogna dimenticare che con loro ci sono anche tutti gli altri abilitati che, trovando posto in GaE, avrebbero la possibilità concreta, superati i tre anni di supplenze, di essere anche finalmente stabilizzati.
Arriva in Parlamento una richiesta di modifica al decreto Dignità con la quale i partiti di maggioranza intendono superare il tetto massimo di mesi di supplenza dei docenti e del personale Ata della scuola imposto dalla riforma Renzi: il divieto attuale, che ribalta le indicazioni UE, è stato introdotto dalla Legge 107/2015, la cosiddetta Buona Scuola, e decorre dal 1° settembre 2016, con effetti di mancata possibilità di potere accettare supplenze di lunga durata già dal 2019. Ora, però, l’emendamento al dl dignità presentato dalla maggioranza vuole dire basta a quell’ingiusto limite dei 36 mesi, previsto a decorrere da settembre 2016.
La presentazione dell’emendamento, sostenuta dai due partiti che compongono la maggioranza dell’attuale esecutivo, è stata accolta con soddisfazione da parte del sindacato Anief, il quale non è un caso che a sua volta abbia predisposto proprio in questi giorni una richiesta analoga ai parlamentari, all’interno del pacchetto emendamenti allo stesso decreto Dignità che martedì prossimo, 24 luglio, arriverà in Aula.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Approvare la cancellazione del comma 131 della Legge 107/2015 è una tappa fondamentale, perché il governo precedente è riuscito nell’impresa di ribaltare quanto indicato dai giudici di Strasburgo nel 2014, quando la Corte di Giustizia Europea stabilirono che i 36 mesi di servizio svolto vanno considerati come soglia d’accesso e non come motivo di respingimento dalla stabilizzazione.
Gli uffici competenti non avrebbero comunicato all’INPS nei tempi previsti le informazioni riguardanti i contributi versati dai docenti a partire dal 1° gennaio 2018. Questa situazione, che riguarda tutti i docenti, diventa ancor più problematica per tutti quei docenti diplomati magistrali, licenziati o estromessi dalle GaE per effetto della sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso. Anief si appella alle istituzioni preposte, a cui chiede di superare il prima possibile i problemi che stanno mettendo in crisi non solo la professionalità ma anche la dignità di tanti maestri che da anni e anni portano avanti il loro preziosissimo lavoro formativo ed ora vengono messi alla porta, pure senza sussidi. È chiaro che se gli indennizzi non dovessero essere sbloccati a breve, ci attiveremo perché ciò avvenga intervenendo nelle opportune sedi legali.
Intanto, la questione dei diplomati magistrale è arrivata all’attenzione della VII Commissione Cultura che ha dato il proprio parere favorevole con modifiche all’art. 4 del Decreto Dignità. Secondo la VII Commissione di Montecitorio, scrive sempre Orizzonte Scuola, vanno individuate “modalità di esecuzione delle sentenze relative ai diplomati magistrali idonee a salvaguardare la loro prossima supplenza sino all’estate del 2019”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Forse il nostro esecutivo sta prendendo atto che è chiamato a rispondere, entro il prossimo 13 settembre, alle richieste formulate e la risposta arriverà proprio nei giorni in cui sarà convertito in legge il Decreto Dignità che concede 120 giorni di tempo all'amministrazione per ottemperare alle sentenze di merito dei tribunali e 60 giorni al Parlamento, per decidere cosa fare per evitare l’espulsione dalle GaE di tantissimi maestri che hanno studiato per fare questo lavoro e ora rischiano di rimanere a fare i supplenti ‘brevi’ a vita. Sapere che anche l’Europa sta sorvegliando l’operato dei nostri governanti e dell’amministrazione scolastica ci risolleva: perché ora dovranno giustificare anche a Bruxelles i motivi per cui si vuole attuare il più grande licenziamento collettivo della storia italiana nella PA. A meno che le Camere non diano seguito alla nostra richiesta, che è anche l’unica soluzione possibile: riaprire le GaE, con una norma di legge ad hoc, a tutti coloro che sono in possesso del diploma di abilitazione all’insegnamento.