Sta determinando un moto popolare di proteste la dichiarazione del premier Renzi, secondo cui “quelli che dicevano 'ci deporteranno' sono stati assunti tutti nella stessa regione”. Il giovane sindacato, risponde con i numeri: anche nella fase c), sono stati in 10mila, uno su cinque, i docenti ad essere spediti in una provincia diversa dalla prima indicata da loro via internet. Senza dimenticare che ora, con la nuova mobilità, assisteremo ad una vera e propria “transumanza”.
Marcello Pacifico (presidente Anief): alla fine della fiera, considerando anche gli spostamenti obbligati delle fasi iniziali del piano assunzionale, oltre 20mila neo immessi in ruolo su circa 86mila hanno cambiato provincia o regione. In pratica, uno su quattro. E non finisce qui.
Sui docenti precari il Governo continua a mandare messaggi sbagliati. È di poche ore fa un intervento del premier Matteo Renzi, tenuto nel corso della scuola di formazione politica del Partito Democratico, che sta determinando un moto popolare di proteste, ad iniziare dal web: "quelli che dicevano 'ci deporteranno' sono stati assunti tutti nella stessa regione. Ci sono poveri cristiani che non hanno fatto domanda perché consigliati così da alcuni sindacalisti e sono rimasti a spasso", ha dichiarato incautamente il Presidente del Consiglio.
Anief, nel farsi portavoce di migliaia di insegnanti immessi invece in ruolo a centinaia di chilometri da casa o in procinto di finirvi attraverso la “giostra” degli albi territoriali e della chiamata diretta, risponde al premier con i numeri: quasi il 20% degli assunti con le fasi b) e c) della Buona Scuola, sono stati collocati dall’algoritmo secretato del Miur in una regione diversa. Specie nel corso della fase b). Mentre grazie al “potenziamento”, la fase successiva, nessuno insegna più la sua materia. Senza dimenticare che ora, con la nuova mobilità, assisteremo ad una vera e propria “transumanza”. Grazie a una legge che privilegia gli assunti entro un anno, rispetto ai neo-assunti che saranno trasferiti in ambiti territoriali diversi dalle province in cui sono stati assunti.
“Forse a Renzi non è stato detto – incalza Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - che nella fase b) del piano straordinario di immissioni in ruolo della Legge 107/2015, addirittura 7mila precari su 9mila, oltre l’80 per cento, sono stati assunti in una regione diversa. E con l’ultima parte delle assunzioni, la c), sono stati in 10mila, uno su cinque, ad essere spediti in una provincia diversa dalla prima indicata da loro via internet. Complessivamente, alla fine della fiera, considerando anche gli spostamenti obbligati delle fasi iniziali del piano assunzionale, oltre 20mila neo immessi in ruolo su circa 86mila hanno cambiato provincia o regione. In pratica, uno su quattro”.
“Senza dimenticare – continua Pacifico – che questi numeri potrebbero diventare ancora più corposi. Perchè tutti coloro che fanno parte dell’organico potenziato, dovendo finire negli ambiti territoriali, sono destinati ad essere confermati o trasferiti ogni triennio come docenti nomadi, erranti, transumanti. Svilendo, in tal modo, la loro funzione e la professionalità. Come se essere finiti nell’organico potenziato significhi diventare un insegnante di serie c o d: bizzarra teoria confermata pure dall’ipotesi di contratto siglata da sindacati e dal Miur, su cui ora potrebbe cadere la tagliola della Funzione Pubblica”.
“Sarebbe quantomeno auspicabile – conclude il sindacalista Anief-Cisal – che il Presidente del Consiglio si documenti meglio prima di dichiarare che tutti gli insegnanti precari assunti con la riforma sono rimasti nelle loro regioni. Cosa potranno pensare ora del Governo e del primo partito della maggioranza, gli oltre 20mila docenti costretti ad ‘armarsi’ di bagagli, per prendere servizio anche a centinaia di chilometri da casa?”
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