Mentre il premier Matteo Renzi conferma l’investimento dello Stato che arriva a 500 milioni di euro (nel 2014 erano 272), ma anche la revoca delle concessioni al 9% degli istituti paritari, il giudice del lavoro di Livorno riconosce il punteggio nelle operazioni di mobilità del personale docente: non vi è ragione per discriminare, sia in sede di formazione di graduatorie che ai fini della mobilità, tra servizi aventi per legge la medesima dignità e le medesime caratteristiche. Pronti centinaia di ricorsi anche per la ricostruzione di carriera.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il mancato riconoscimento del servizio svolto nelle paritarie viola la normativa primaria di riferimento che impone di valutarlo nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali. Vedersi, poi, negato ingiustamente quel punteggio potrebbe avere un costo molto caro: perdere la titolarità scolastica, scivolando negli ambiti territoriali per sempre, con tutte le conseguenze negative del caso. Questo vale sia per le operazioni di mobilità, sia per le graduatorie interne d'istituto, sia ai fini della ricostruzione di carriera, per cui l'Anief ha già attivato uno specifico ricorso.
L’attenzione del Governo si sposta sulle scuole paritarie, con il premier Matteo Renzi che conferma con la Legge di Stabilità l’incremento dei fondi che, in due anni, sono quasi raddoppiati: nella legge di Bilancio del 2014, infatti, la previsione di spesa per le paritarie era di 272 milioni, mentre ora il fondo passa a 500 milioni; inoltre con la legge di bilancio in discussione alla camera, le risorse per il sostegno studenti disabili passano da 12,2 a 24,4 milioni; aumentano per il 2017 anche le risorse destinate alle scuole materne paritarie con un fondo di 25 milioni e si va avanti anche sulle detrazioni per le famiglie: da 400 a 640 euro per l’anno 2016, 750 euro per 2017, fino a 800 euro del 2018.
Il Presidente del Consiglio ha, però, anche dichiarato guerra ai “diplomifici”, annunciando la revoca della titolarità al 9 per cento degli istituti: anche perché, per legge, l’offerta formativa svolta in questo genere di scuole deve essere analoga ed equiparabile a quella svolta nelle pubbliche. E lo stesso vale per il servizio dei docenti avente la stessa valenza giuridica: a confermarlo è stato il Tribunale del Lavoro di Livorno che, contraddicendo quanto sostiene l’amministrazione scolastica, ha emesso una serie di ordinanze favorevoli, rivolte al pieno riconoscimento del punteggio nelle operazioni di mobilità per il servizio svolto nelle scuole paritarie. Dichiarando, in questo modo, illegittimo il Contratto collettivo nazionale sottoscritto per la mobilità del personale scolastico.
L'Anief riporta, quindi, un nuovo successo in tribunale dove viene accertato che le disposizioni presenti nei contratti “non possono autorizzare, in quanto in contrasto con le disposizioni di legge, una lettura che finirebbe per disapplicare la equiparazione dei servizi pre-ruolo normativamente canonizzata” e specificando, a chiare lettere, che “diversamente opinando, d’altronde, si perverrebbe a una interpretazione della vigente normativa senz’altro contraria ai principi di eguaglianza e d’imparzialità della p.a. (articoli 3 e 97 Costituzione), non essendovi ragione per discriminare, sia in sede di formazione di graduatorie che ai fini della mobilità, tra servizi aventi per legge la medesima dignità e le medesime caratteristiche”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, a questo punto è palese che “il mancato riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie, viola la normativa primaria di riferimento che impone di valutarlo nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali. Questo vale sia per le operazioni di mobilità, sia per le graduatorie interne d'istituto sia, soprattutto, ai fini della ricostruzione di carriera. Per questo motivo, Anief ha già attivato uno specifico ricorso per sistemare quest’ulteriore 'stortura' condotta dal Miur. Anche perché vedersi negato ingiustamente quel punteggio, potrebbe avere un costo molto caro: perdere la titolarità scolastica, scivolando negli ambiti territoriali per sempre, con tutte le conseguenze del caso. Ad iniziare – conclude Pacifico – dall’essere collocati d’ufficio anche fuori provincia di appartenenza”.
Proprio per tutelare i diritti dei docenti che hanno effettuato servizio nelle scuole paritarie ed ora ne chiedono il pieno riconoscimento, l’Anief ha già avviato centinaia di ricorsi che saranno discussi nei prossimi mesi. A tal fine, inoltre, il sindacato ricorda ai tanti docenti neo immessi in ruolo che hanno, anch'essi, prestato servizio negli istituti paritari, di dichiarare esplicitamente tali periodi professionali anche nella domanda di ricostruzione di carriera da presentare presso la scuola di titolarità entro il prossimo 31 dicembre.
Tutti coloro che sono interessati a vedersi recepire tali periodi, possono contattare la propria sede territoriale Anief. Per ottenerne il giusto riconoscimento, anche ai fini della carriera, possono sin d’ora aderire al ricorso.
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