Anief - che ha già ottenuto dalla Suprema Corte di Cassazione conferma che le ferie non fruite dai precari con contratti al 30 giugno devono essere monetizzate - evidenzia la definiva smentita del parere della Ragioneria Territoriale dello Stato, secondo cui tutti i giorni in cui non si svolgono le lezioni sarebbero da considerare automaticamente come giorni di ferie. Al via una nuova campagna di adesioni al ricorso per rivendicare le ferie non fruite negli ultimi 10 anni.
È imminente la pubblicazione del decreto ministeriale per introdurre gli elenchi aggiuntivi delle Gps, le graduatorie provinciali per le supplenze del personale docente ed educativo: l’integrazione rappresenta una vera opportunità, che permetterà a tanti nuovi abilitati o specializzati di inserirsi in queste graduatorie che già oggi, anche se solo per il sostegno, portano all’immissione in ruolo e che a breve, Commissione europea permettendo, potrebbero condurre alla stabilizzazione diretta anche i precari che insegnano su disciplina comune. Le domande potranno essere presentate entro il prossimo 30 giugno, ma per quanto riguarda i titoli presi all’estero rimane l’inserimento con riserva. L’Anief si è da subito opposta a questa decisione, ma l’amministrazione si è mostrata intransigente. Tuttavia, su precisa richiesta dell’Anief, è stato deciso che la riserva sarà sciolta all'atto della comunicazione del riconoscimento del titolo, quindi in qualsiasi momento e senza dunque attendere l'aggiornamento: “Diventa a questo punto ancora più rimane importante ottenere il commissariamento, attraverso l'azione legale Anief e a seguito delle pressioni del sindacato”, ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato.
Discriminare i docenti precari è anticostituzionale: lo ha ricordato il Tribunale di Cosenza accogliendo il ricorso di un’nsegnante supplente che per cinque anni si è formato a proprie spese mentre i colleghi di ruolo percepivano i 500 euro della Carta del docente. Il giudice del lavoro, dopo avere esaminato norme e sentenze sulla questione, a partire dalla sentenza madre del Consiglio di Stato e dall’ordinanza “faro” del 18 maggio 2022 emessa dalla Corte di Giustizia europea, ha approvato il ricorso presentato dai legali Anief condannando il ministero dell’Istruzione al pagamento dei 2.500 euro negati all’insegnante, come a tutti i precari della scuola.
Il sindacato Anief - che ha già ottenuto dalla Suprema Corte di Cassazione conferma che le ferie non fruite dai precari con contratti al 30 giugno devono essere monetizzate – evidenzia la definiva smentita del parere della Ragioneria Territoriale dello Stato secondo cui tutti i giorni in cui non si svolgono le lezioni sarebbero da considerare automaticamente come giorni di ferie.
La Carta del docente da 500 euro l’anno va assegnata anche al personale insegnante precario: non farlo significa contrastare gli articoli 3, 35 e 97 Costituzione, come hanno anche detto il Consiglio di Stato e la Corte di Giustizia europea con l’ordinanza “faro” del 18 maggio 2022.A sentenziarlo è stato il tribunale del lavoro di Venezia che alcuni giorni fa ha condannato il ministero dell’Istruzione ad assegnare 1.500 euro ad un professore di matematica che negli anni scolastici 2017/18, 2018/19 e 2019/20 ha svolto dei lunghi periodi di supplenza formandosi a proprie spese senza ricevere la card per l’aggiornamento professionale. Il giudice, in particolare, ha dato particolare importanza alla posizione presa dal Consiglio di Stato, con sentenza n. 1842/2022, con la quale ha detto che negando la Carta docente ai precari si produce una “lesione del principio di buon andamento della P.A.” e un palese contrasto “con l’esigenza del sistema scolastico di far sì che sia tutto il personale docente (e non certo esclusivamente quello di ruolo) a poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, affinché sia garantita la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti”.