La Carta del docente da 500 euro l’anno va assegnata anche al personale insegnante precario: non farlo significa contrastare gli articoli 3, 35 e 97 Costituzione, come hanno anche detto il Consiglio di Stato e la Corte di Giustizia europea con l’ordinanza “faro” del 18 maggio 2022. A sentenziarlo è stato il tribunale del lavoro di Venezia che alcuni giorni fa ha condannato il ministero dell’Istruzione ad assegnare 1.500 euro ad un professore di matematica che negli anni scolastici 2017/18, 2018/19 e 2019/20 ha svolto dei lunghi periodi di supplenza formandosi a proprie spese senza ricevere la card per l’aggiornamento professionale. Il giudice, in particolare, ha dato particolare importanza alla posizione presa dal Consiglio di Stato, con sentenza n. 1842/2022, con la quale ha detto che negando la Carta docente ai precari si produce una “lesione del principio di buon andamento della P.A.” e un palese contrasto “con l’esigenza del sistema scolastico di far sì che sia tutto il personale docente (e non certo esclusivamente quello di ruolo) a poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, affinché sia garantita la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti”.
“Non si contano più i ricorsi vinti dall’Anief davanti al giudice del lavoro per recuperare la Carta del docente – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – con motivazioni analoghe e sempre favorevoli alla linea impostata dai nostri legali che operano in difesa del personale. La conclusione è che tutti i docenti precari che hanno svolto dal 2016 almeno cinque mesi di servizio svolto in una annualità scolastica hanno facoltà di chiedere di non essere considerati lavoratori diversi da quelli di ruolo. I giudici non possono far passare una tale discriminazione. La medesima richiesta può essere prodotta dagli educatori, per i quali si è espressa favorevolmente la Corte di Cassazione. Inoltre, i ricorsi per ricevere la Carta del docente possono essere presentati previo ricorso singolo o in modalità collettiva”, conclude Pacifico.
LE CONCLUSIONI DELLA SENTENZA
Il giudice del lavoro di Venezia “contrariis reiectis, definitivamente decidendo, così provvede: 1. dichiara il diritto del ricorrente per gli anni scolastici 2017/18, 2018/19 e 2019/20 al beneficio di cui all’art. 1, comma 121, legge n. 107 del 2015, usufruendo dell’importo di € 500 annui tramite “Carta elettronica”, e condanna il Ministero dell’Istruzione all’adozione d’ogni atto necessario per consentirne il godimento; 2. condanna il medesimo Ministero dell’Istruzione alla rifusione delle spese di lite, liquidate, al netto di accessori di legge, in euro 850,00, oltre a CU se versato e con distrazione a favore del difensore anticipatario se richiesta. Così deciso in Venezia, 16.3.2023”
COME RECUPERE LA CARTA DOCENTE DA 500 EURO
Il sindacato Anief mette a disposizione di tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado precari dal 2016 la possibilità di presentare ricorso al giudice del lavoro, attraverso i legali del giovane sindacato, per chiedere l’assegnazione dei 500 euro annui prevista dalla Carta del docente: potranno in questo modo recuperare integralmente la somma, che può raggiungere 3.500 euro netti. È possibile visionare la video guida, più modalità di adesione al ricorso e la scheda rilevazione dati.
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