Alla legge di Stabilità 2015, che ha tagliato le supplenze dei primi sette giorni di assenza, si sono aggiunti blocco del turn over e mancato coinvolgimento della categoria nella Buona Scuola, ad iniziare dall’assegnazione delle risorse rivolte ai dipendenti più meritevoli. Anche gli organici potenziati sembrano ignorare amministrativi, tecnici e ausiliari. Il tema è stato al centro della conferenza organizzativa Ata dell’Anief, svolta nei locali dell’università Unipegaso di Palermo, all’interno del Palazzo Mazzarino.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sembra quasi che bilancio dello Stato dipenda da questo raggruppamento di impiegati, che peraltro percepiscono lo stipendio più basso della pubblica amministrazione. Eppure, è cosa nota, la scuola non può funzionare senza personale Ata. Come la riforma non può essere attuate senza l’apporto dei servizi di segreteria, il supporto, anche laboratoriale, alla didattica, per non parlare della sorveglianza, dell’apertura e della chiusura delle scuole. Perché in mancanza di bidelli a questo andremo incontro.
La riforma della scuola continua ad ignorare il personale Ata, gli amministrativi, tecnici e ausiliari, il cui apporto è fondamentale per formare ogni giorno 8 milioni di alunni: perché il piano di assunzioni, previsto su oltre 100mila posti, non prevede nemmeno un Ata; perché nella Nota ministeriale sul potenziamento degli organici, la n. 30549 del 21 settembre scorso, non risulta nemmeno un Ata; perché tutti i commi della Buona Scuola, a partire dal 95 della Legge 107/2015 non coinvolgono nemmeno una volta il personale Ata, ma riservano i “200 milioni annui a decorrere dall'anno 2016” al solo personale docente. E pure l’invio dei 500 euro annui al personale, per l’autoformazione, prevede l’esclusione di precari e, guarda caso, del personale Ata.
L’unico passaggio del testo di legge, approvato a luglio, in cui il legislatore si è ricordato della presenza di questa preziosa fetta di personale scolastico è il 12, dove si spiega che “le istituzioni scolastiche predispongono, entro il mese di ottobre dell'anno scolastico precedente al triennio di riferimento, il piano triennale dell'offerta formativa” e che tale “piano contiene anche la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché la definizione delle risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni scolastiche. Il piano può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre”.
Francamente, appare davvero poco lo spazio dedicato agli oltre 200mila amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola pubblica italiana. Ancor di più perchè alla grave “dimenticanza” della Buona Scuola si somma l’applicazione, dal 1° settembre scorso, del comma 332 dellaLegge di Stabilità 2015(L. 190/14 art. 1) che ha introdotto i tagli alle supplenze “brevi” proprio tra il personale Ata, solo parzialmente superata grazie alla nota n. 2116 del 30 settembre 2015, che ha dato facoltà ai presidi di nominare supplenti anche “per i primi sette giorni di assenza” però per il solo “profilo di collaboratore scolastico”. Lasciando completamente scoperto il servizio in tutti i casi di assenza di assistenti amministrativi e tecnici.
“Siamo di fronte ad una serie interminabile di tagli, omissioni e dimenticanze – ha detto ieri a Palermo Marcello Pacifico, presidente Anief, nel corso del seminario “Il personale Ata e la Buona Scuola” – che ha come oggetto sempre lo stesso personale. Come se il bilancio dello Stato dipendesse da questo raggruppamento di impiegati, che peraltro percepiscono lo stipendio più basso della pubblica amministrazione. Eppure, è cosa nota, la scuola non può funzionare senza personale Ata. Come la riforma non può essere attuate senza l’apporto dei servizi di segreteria, il supporto, anche laboratoriale, alla didattica, per non parlare della sorveglianza, dell’apertura e della chiusura delle scuole. Perché in mancanza di bidelli – conclude Pacifico – a questo andremo incontro”.
Il problema risiede anche nelle mancate assunzioni. L’ultimo contingente considerevole di immissioni in ruolo risale al 2011, quando al Miur c’era il ministro Maria Stella Gelmini e furono assunti 36mila Ata; l’anno successivo il numero si ridusse a 5.336 e nel 2013 si scese ancora a 3.662; anche lo scorso anno furono autorizzate appena 4.599 assunzioni. In pratica, solo quelle riguardanti il mero turn over. Quest’anno nemmeno quello, perché le 6.200 assunzioni, da effettuare in luogo dei pensionamenti avvenuti a settembre 2015, sono stati destinati al personale soprannumerario delle province.
Tutto ciò è stato deciso, tra l’altro, in pieno disaccordo con quanto previsto dalla Legge n. 128 dell’8 novembre 2013, nella quale, all’articolo 15, che ha “definito un piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente, educativo e ATA, per gli anni 2014-2016”. E pure della Legge 190/2014, che al comma 5 ha previsto lo stanziamento di un apposito fondo nazionale proprio per le assunzioni di tutte le categorie che operano nella scuola. Ai giudici verrà poi chiesto per quale motivo tutto il personale amministrativo, tecnico, ausiliario ed educativo non risulta ad oggi compreso nei meccanismi premiali della Legge di riforma 107/15.
Si continua, peraltro, a fare melina sulla stabilizzazione di questo personale, a fronte di circa 28mila posti Ata liberi: i 3.643 posti al 31 agosto 2015, cui si aggiungono i 12.735 posti per supplenze annuali al 30 giugno e i 6.243 di posti che dal 1° settembre 2015 si libereranno per via dei pensionamenti. Poi ci sono i 5.182 derivanti dall’adeguamento, previsto dal Miur attraverso la circolare della direzione del personale di Viale Trastevere n. 22173, del 27 luglio scorso relativa all’organico di fatto Ata del prossimo anno scolastico.
La “ciliegina sulla torta” di questo atteggiamento ostruzionistico dell’amministrazione riguardo gli Ata è rappresentato dalla nota Miur n. 27715, del 28 agosto scorso, contenente le “Istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze al personale A.T.A.”, nella quale si dice agli uffici scolastici di procedere con le supplenze su posti vacanti non oltre il 30 giugno. Decisione che Anief, sempre nel corso del seminario di Palermo, ha confermato di voler impugnare perché si tratta dell’ennesima vessazione verso la categoria.
Si coglie l’occasione per riassumere tutti i ricorsi a favore del personale Ata. Le adesioni si fanno on line, direttamente dal Portale Anief, dai seguenti link:
Class action per lo sblocco delle assunzioni ATA
Class action per l’avvio del concorso per Dsga
Class action per lo sblocco delle assunzioni del personale educativo
Ricorso per la stabilizzazione del personale ATA
Ricorso per la stabilizzazione di chi ha svolto la funzione di DSGA per almeno 36 mesi
Per approfondimenti:
DDL Scuola – Il maxiemendamento non risolve nulla: tagliate fuori le nuove generazioni di docenti
Riforma scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto Quotidiano del 29 giugno 2015)
Organico di fatto, le tabelle per Regioni. Tagliati 2.145 posti (Orizzonte Scuola dell’8 luglio 2015)
Mancate assunzioni personale Ata, dal Miur una risposta minimale: Anief avvia il contenzioso
Scuola, l'ultimo fronte: se i bidelli si ammalano si rischia la chiusura (La Repubblica del 16 settembre 2015)