La nota n. 2116 del 30 settembre 2015 ha previsto una deroga solo per il “profilo di collaboratore scolastico”. Lasciando completamente scoperto il servizio in tutti i casi di assenza di assistenti amministrativi e tecnici. La scuola dell’autonomia avrebbe invece bisogno di maggiori risorse umane. Non va meglio per infanzia e primaria, dove quando manca il docente titolare si uniscono più gruppi-classe, comportando la formazione estemporanea di classi-pollaio. E di moltiplicazione dei rischi di culpa in vigilando. Alle medie e superiori si calpesta anche il diritto allo studio.
Marcello Pacifico (presidente Anief): l’amministrazione farebbe bene ad estendere a tutte le categorie professionali la possibilità di sostituire il personale assente, altrimenti passeremo un anno con l’attività didattica perennemente bloccata. Presto, con i primi malanni autunnali, la situazione sarà già critica. Perché nello stesso periodo entrerà nel vivo il piano triennale delle scuole autonome previsto dalla riforma 107/15.
Se il Miur non darà in fretta facoltà ai presidi di nominare i supplenti “per i primi sette giorni di assenza” su tutte le figure professionali che operano nelle scuole, presto si rischierà il blocco dell’attività didattica e organizzativa. Nel corso del primo mese di inizio dalle lezioni, ai sindacati sono pervenuti già diversi casi di scuole costrette a non fare lezione, proprio a causa dell’impossibilità per i dirigenti scolastici di convocare docenti supplenti in coincidenza del primo giorno di assenza del titolare di cattedra. E anche il vincolo di chiamare supplenti per i primi sette giorni di assenza di amministrativi e tecnici di ruolo ha comportato diversi disservizi. Il blocco, come noto, è stato introdotto dal Governo Renzi attraverso il comma 332 dellaLegge di Stabilità 2015(articolo 1 Legge 190/14), che per motivi di risparmio ha introdotto i tagli alle supplenze “brevi”, con effetto esecutivo 1° settembre 2015.
Dopo le prime gravi disfunzioni, con alcune scuole addirittura rimaste chiuse, la nota n. 2116 del 30 settembre 2015 ha previsto una deroga solo per “profilo di collaboratore scolastico”. Nella nota, l’amministrazione ha spiegato che potranno essere sostituiti laddove si verrebbero a determinare delle “urgenze che non potrebbero trovare alcuna altra risposta atta a garantire l’incolumità e la sicurezza degli alunni, nonché la indispensabile assistenza abili (…) tanto da compromettere in modo determinante il diritto allo studio costituzionalmente garantito”.
Il Miur, quindi, su spinta del sindacato ha ammesso l’errore del Governo, tornando a permettere di tenere aperti e sorvegliati gli istituti. Ma non ha provveduto a creare le condizioni per mantenerli efficienti. Lasciando, infatti, ancora completamente scoperto il servizio in tutti i casi di assenza, anche per una settimana, degli assistenti amministrativi e tecnici, l’organizzazione scolastica sarà fortemente penalizzata. Una mancanza che si sentirà, tra l’altro, sempre di più nei prossimi mesi, perché a seguito del piano triennale delle scuole autonome, previsto dalla riforma 107/15, approvata lo scorso luglio, le segreterie scolastiche, come i laboratori didattici, saranno chiamati a svolgere dei carichi di lavoro maggiori rispetto al passato.
E che dire delle scuole dell’infanzia e primaria, dove nei casi di assenza del docente titolare si “spalmano” gli alunni in altri aule, formando classi-pollaio, moltiplicando i rischi di culpa in vigilando? Si tratta di situazioni davvero critiche, di cui si dovranno fare carico i dirigenti scolastici. Perché il problema dalla mancanza dell’insegnante non si potrà di certo chiedendo sistematicamente ai genitori degli alunni di far tornare a casa i figli. Mentre negli altri ordini di scuola, medie e superiori, assisteremo ad un pullulare di negazioni di diritto allo studio, visto che gli alunni verranno periodicamente fatti entrare dopo oppure uscire in anticipo. L’alternativa sarebbe quella di lasciarli soli in aula. Proprio per la mancanza del docente, che in attesa dell’organico potenziato, la cui attuazione è prevista solo da settembre 2016, molto difficilmente potrà essere sostituito (con docenti interni alla scuola).
“Speravamo che la Legge di Stabilità 2016 contenesse una soluzione – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – invece tutto è rimasto immutato. Lasciando in piedi disservizi e rischi. Perché da quando, con la riforma Gelmini, si è perso l’insegnamento cosiddetto a “modulo” nel primo ciclo, cancellando le copresenze, le scuole dell’infanzia e primarie sono state costrette a ricorrere al supplente anche in occasione di un solo giorno di assenza del docente titolare. Ora, eliminare anche questa possibilità comporta gravi conseguenze. Di cui lo Stato dovrà farsi carico. A meno che il Miur non intervenga con una nota analoga a quella già saggiamente presentata per salvare le supplenze dal primo giorno dei collaboratori scolastici. Lo auspichiamo. In caso contrario – conclude Pacifico – già con i primi malanni di stagione e la maggiorazione di lavoro dovuta alla Buona Scuola, la situazione diventerà presto critica”.
Per approfondimenti:
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