L’operazione si è resa inevitabile dopo la mancata risposta dell’amministrazione sull’inspiegabile esclusione di tutto il personale non docente dalla scuola pubblica, malgrado dal primo settembre si siano liberati 6.200 posti, per via dei pensionamenti, che si sommano a diverse altre migliaia già da tempo vacanti. Dal 2011 - quando furono assunti 36mila amministrativi, tecnici e ausiliari – l’amministrazione ha mostrato sempre più disinteresse verso la stabilizzazione del personale di categoria. Dopo tre anni di mero turn over, nel 2015 si è toccato il fondo: niente immissioni in ruolo e nessuna considerazione nella riforma, “congelamento” delle immissioni in ruolo per un anno, il tutto in attesa che i perdenti posto delle province decidano il da farsi. Inoltre, si è aggiunta la “beffa” della sottrazione illegittima di due mesi di stipendio anche per le supplenze a tutti gli effetti annuali.
Marcello Pacifico (presidente Anief): i posti vacanti sono molti di più. Ma al Ministero dell’Istruzione si ostinano a trasformarli in supplenze al 30 giugno non utili alle stabilizzazioni. Ora però basta: vista la situazione stagnante, la questione è destinata a passare ai giudici.