Il sindacato Anief si considera soddisfatto del rinnovo contrattuale sottoscritto in via definitiva due giorni fa all’Aran perché migliora diversi aspetti normativi e prima di tutto tutela maggiormente i precari e le donne: a dichiararlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, in un’intervista ad Orizzonte Scuola. “Quando si discuteva se, in base alle risorse, finanziare due o tre giorni di permesso per i precari come il personale di ruolo, noi abbiamo cercato di farli finanziare tutti e tre – dice Pacifico - : questo è l’esempio di come un sindacato lotti per la parità di trattamento sancito dalla normativa europea. L’altro grande tema, che per noi è importantissimo, è l’aumento del congedo dei giorni retribuiti per le donne vittime di violenza”.
Ma c’è dell’altro nel nuovo Ccnl: abbiamo “finalmente dato dignità e considerazione al personale ATA, il più sottopagato di tutti – continua il leader dell’Anief - e bisogna guardare gli aumenti del salario accessorio: RPD + 5,2, CIA 8,4, indennità DSGA 39,3%. L’altra nostra battaglia riguarda la formazione retribuita, un diritto dei lavoratori. Ora lo prevede il Contratto, se non sarà retribuita bene faremo i ricorsi. Nel decreto PA bis siamo riusciti a far utilizzare le risorse per la formazione anche per il personale ATA”.
Certo, spiega ancora Pacifico, ci sono “alcune richieste Anief” che “non sono state accolte, come il cambiamento sui livelli professionali o buoni pasti, ma è un passo avanti rispetto al precedente contratto”. Il sindacalista annuncia che ripresenterà i temi per il nuovo contratto 2022/2024: “In futuro ci sarà anche la sfida del middle management, cioè tutte quelle figure che svolgono un lavoro diverso dalla didattica frontale e meritano di vedere riconosciuto questo lavoro. Bisognerà riconoscere l’indennità di sede disagiata, di chi lavora lontano da casa e bisognerà riconoscere il diritto al risarcimento per l’abuso di contratti a termine, nonché il diritto al burnout”.
Per quanto riguarda la mobilità del personale di ruolo, Pacifico ricorda che è stato “ottenuto il fatto di cominciare a considerare chi ha bambini sotto i 12 anni, i caregiver, chi assiste parenti con handicap. Si cambieranno le regole. L’obiettivo finale è rimuovere tutti gli ostacoli, affinché chi entra di ruolo dopo anni di precarietà possa ricongiungersi alla propria famiglia”.
La nota dolente rimangono gli stipendi di docenti e personale Ata, tra i meno alti della PA: “Questo triennio contrattuale abbiamo dato aumenti quasi il doppio dell’inflazione – dice il presidente Anief - , recuperando dei soldi rispetto al contratto 2016-18. E’ stato un contratto a perdere rispetto all’inflazione che c’è stata in 15 anni. Dobbiamo continuare a lavorare per recuperare i soldi degli anni passati. Sul periodo 2022-24 bisogna recuperare” con apposito ricorso “almeno 4mila euro sull’indennità di vacanza contrattuale prima ancora di aprire le trattative per il prossimo CCNL. Vogliamo recuperare il 50% dell’inflazione e che il governo sblocchi quei 5 miliardi stanziati per il 2024 per allineare l’indennità di vacanza contrattuale. Solo allora e solo se ci saranno risorse aggiuntive, siamo disponibili a chiudere il prossimo contratto. Il lavoro si misura in primo luogo con la sua retribuzione e questa deve essere pari al tenore del costo della vita. Vorremmo che il governo prendesse atto di questo e mensilmente aumentasse le buste paga di altri 150 euro per dare 4mila di arretrati”.
Di certo, l’aumento medio mensile di 124 euro per i docenti, di 190 euro per i Direttori dei servizi generali e amministrativi e di 90 euro per il personale Ata, può essere considerato solo un primissimo punto di partenza. Pacifico ricorda, infatti, che “l’inflazione fra il 2019-21 è stata del 2,5, gli aumenti sono stati del 4,2, quindi questo contratto non si poteva non firmare e abbiamo firmato. Purtroppo veniamo da una stagione difficile e il risultato raggiunto può non essere chiaro”.
Il sindacalista autonomo ricorda, infine, che “al di là dei numeri, siamo tra i sindacati maggiormente rappresentativi. All’Aran, in Parlamento e nei tribunali italiani ed europei abbiamo dimostrato di essere un interlocutore serio e affidabile, che non significa dire sempre sì, ci si può anche scontrare nei tavoli. Cerchiamo di essere propositivi e non ideologici. Questo è quello che è successo anche ai tavoli Aran e continueremo con maggiore determinazione”,
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