Firmare subito il contratto scaduto da quattro anni, con gli aumenti già previsti, compresi gli arretrati. Ma anche prevedere un secondo step per il prossimo anno, che porterà nuove risorse per aumentare gli stipendi degli insegnanti: è l’ipotesi a cui starebbe pensando Giuseppe Valditara, il nuovo Ministro dell’Istruzione e Merito., per tutelare l’interesse dei lavoratori di ottenere immediatamente gli aumenti già calcolati. Secondo la stampa specializzata, il ministro già nei prossimi giorni potrebbe convocare i sindacati per illustrare la proposta.
L’idea di Valditara sarebbe quella di inserire una nota sul contratto, ovvero entro il 2023 rimpinguare i fondi con nuove risorse aggiuntive. Se si optasse per la sequenza contrattuale, almeno gli incrementi già stanziati e gli arretrati potrebbero arrivare subito. Non sarebbe la prima volta per una soluzione del genere: già nel 2007 il Governo Prodi aveva agito in questo senso. Se invece si dovesse attendere lo stanziamento delle risorse aggiuntive in manovra, si dovrebbe modificare l’atto di indirizzo e far partire una lunga trafila burocratica. Adesso, resta da capire cosa ne sarà del piccolo tesoretto di 300 milioni provenienti dal salario accessorio, quello destinato alla valorizzazione degli insegnanti e sul quale negli ultimi giorni del Governo Draghi era stata trova un’intesa con i sindacati per riversare una parte del fondo proveniente dal MOF sul contratto.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’opzione sull’allungamento dei tempi per modificare l’atto di indirizzo del contratto non andrebbe presa nemmeno in considerazione. È da prima dell’estate che chiediamo un contratto ‘ponte’, con gli ulteriori aumenti da trattare subito dopo: per questo, concordiamo con il ministro Valditara quando dice che si dovrà fare di tutto per sottoscrivere il Ccnl 2019-21 prima di Natale e fare avere nel contempo alla scuola ‘soldi freschi’. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: facciamo avere fino a 4mila euro di arretrati al personale, più oltre 100 euro medi di aumento, grazie anche ai circa 300 milioni inizialmente destinati al Mof: non torniamo sugli accordi presi. È questa la nostra linea e la comunicheremo al ministro quando ci convocherà al Ministero, speriamo davvero il prima possibile”, conclude il sindacalista autonomo.
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