Portare l’amministrazione scolastica in tribunale paga: in meno di un anno, il sindacato Anief ha vinto quasi 2.800 cause facendo rimborsare ai docenti e Ata che ha difeso ben 10 milioni di euro complessivi. Solo nel mese di novembre il maltolto recuperato nelle aule dei tribunali d’Italia è stato pari a 979.000 euro. Ogni lavoratore della scuola ha recuperato migliaia di euro, con punte di 30.000 euro a Frosinone, 24.000 euro ad Ivrea, più altri 12.000 e 11.500 a Genova sempre come “risarcimento del danno”.
Il sindacato ricorda che le sentenze possono essere condotte anche in modalità collettiva e che le motivazioni per presentare ricorso sono svariate: si va dalla mancata presenza nello stipendio di tutti coloro che stipulano un contratto di breve durata della Retribuzione professionale docente, alla mancata monetizzazione delle ferie non godute, con gli avvocati che hanno chiesto e ottenuto il recupero dell’indennità sostitutiva per le ferie mai usufruite. Diversi risarcimenti danni si riconducono alla discriminazione che l’amministrazione scolastica esercita sui precari, ai quali si negano in modo illegittimo gli scatti stipendiali automatici, con conseguente riduzione della portata dei conteggi che vanno a determinare prima ricostruzione di carriera e poi le fasce di stipendio. Tantissime cause sono state vinte anche sulla Carta del docente negata ingiustamente ai precari, con casi di oltre 3.000 euro recuperati da ogni supplente.
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ricorda che “con queste procedure vincenti si ottengono diversi risultati: il personale scolastico ottiene giustizia, anziché soccombere dinanzi alle norme sbagliate, e recuperare le somme economiche negate; l’amministrazione della scuola, ad iniziare dal Ministero, si rende conto che certe disposizioni normative vanno superate; la politica prende atto che l’Istruzione italiana ha bisogno di nuove regole. C’è anche da dire che tanti insegnanti, amministrativi, collaboratori scolastici e lavoratori Ata, precari e di ruolo, continuano ad essere indecisi se ricorrere o meno con il sindacato per far valere i loro diritti: i numeri di questi giorni sulle cause vincenti e i soldi recuperati non necessitano di commenti. Farebbero bene, quindi, questi dipendenti ad avvicinarsi alle sedi Anief territoriali e verificare con i nostri consulenti se vi sono i presupposti per presentare ricorso e non soccombere in silenzio”.
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