Adesso si può dire: sulla retribuzione professionale docenti negata a tutti i docenti precari (come pure la Cia al personale Ata) sempre più tribunali si stanno convincendo che si tratta di somme sottratte in modo illegittimo a supplenti che già percepiscono stipendi ridotti poiché privi di scatti automatici. Sulla restituzione dei 174,50 euro al mese si era espresso favorevolmente a febbraio il tribunale di Forlì, poi quello di Modena, quindi di Catania, pochi giorni fa abbiamo avuto la sentenza favorevole di Paola. Sempre dai giudici della stessa provincia di Cosenza apprendiamo dell’accoglimento della tesi dei legali che operano per Anief, grazie alla quale una maestra della scuola primaria ha recuperato “1.818,41 oltre interessi dal dovuto al saldo”, a seguito della mancata assegnazione della Rpd per gli anni di supplenza svolti dal 2009/2010 al 2018/2019.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Ormai si sta creando un solco di giustizia che porta all’espletamento del diritto alla riscossione di RPD e CIA mensili, quest’ultima non assegnata al personale Ata, come per ai supplenti “Covid”: tutti i precari, ma anche gli assunti in ruolo dopo uno o più anni di supplenze, anche brevi, possono verificare le proprie posizioni per verificare se vi sono somme non pagate loro dall’amministrazione pubblica. Per farlo, Anief ha messo loro a disposizione un calcolatore gratuito on line: qualora vi siano i presupposti, hanno facoltà di avviare i ricorsi in Tribunale con il patrocinio dello stesso sindacato a condizioni economiche molto vantaggiose”.
LA SENTENZA
Uno dei passaggi cruciali di quanto deciso dal giudice del lavoro di Paola è il seguente: “il giudicante ritiene di dover aderire all’orientamento manifestato dalla Corte di Cassazione e alla copiosa e successiva giurisprudenza di merito che ha aderito all’orientamento manifestato dal giudice di legittimità (Cass. sez. lav., 27/07/2018, n.20015). Si richiamano, ex art. 118 disp. att. c.p.c.,le conclusioni alle quali è pervenuto il Tribunale di Cosenza, sezione lavoro, con la recente sentenza n. 1765/2021: “Sulla vicenda oggetto di causa (spettanza della "retribuzione professionale docenti" prevista dall'art. 7 del CCNL comparto scuola del 15-3-2001 anche ai supplenti temporanei) è intervenuta la Suprema Corte che, con sentenza n. 20015/2018, ha enunciato il seguente principio di diritto: L'art. 7, comma 1, del c.c.n.l. per il personale del comparto scuola del 15 marzo 2001, che attribuisce la "retribuzione professionale docenti" a tutto il personale docente ed educativo, si interpreta - alla luce del principio di non discriminazione di cui alla clausola 4 dell'accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE - nel senso di ricomprendere nella previsione anche tutti gli assunti a tempo determinato, a prescindere dalle diverse tipologie di incarico previste dalla l. n. 124 del 1999, sicché il successivo richiamo contenuto nel comma 3 alle "modalità stabilite dall'art. 25 del c.c.n.i. del 31.8.1999" deve intendersi limitato ai soli criteri di quantificazione e di corresponsione del accessorio e non si estende all'individuazione delle categorie di personale richiamate dal predetto contratto collettivo integrativo”.
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