Gli aumenti stipendiali e gli arretrati assegnati tra dicembre 2023 e gennaio 2024 al personale docente e Ata della scuola sono contrassegnati da complessità e discrepanze: si tratta di problematiche legate alla gestione contrattuale e agli adeguamenti dovuti all’inflazione che stanno penalizzando molto i lavoratori. Lo ha rimarcato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante una diretta su Orizzonte Scuola Tv. Il sindacalista ha sottolineato che gli incrementi stipendiali percepiti dopo la riforma contrattuale si traducono in modesti arretrati mensili, ben al di sotto delle aspettative e delle necessità legate all’aumento del costo della vita. Questi aggiustamenti, che dovrebbero riflettere l’inflazione passata, risultano insufficienti e non allineati alle previsioni legali italiane.
Pacifico ha quindi ricordato il nodo dell’indennità di vacanza contrattuale, prevista dalla legge in caso di scadenza del contratto senza un immediato rinnovo, questa indennità, che dovrebbe essere calcolata in base all’inflazione prevista, he cha subito variazioni minime e rimane invariata per periodi prolungati, nonostante l’aumento significativo dell’inflazione negli ultimi anni. La recente legge di bilancio ha introdotto una normativa che, secondo il presidente, non ha rispettato pienamente i diritti dei lavoratori, offrendo una somma anticipata per gli aumenti contrattuali che non corrispondono agli arretrati effettivamente dovuti. In risposta a questa situazione, Anief ha promosso l’invio di diffide per preservare i diritti dei lavoratori e interrompere i termini di prescrizione, evidenziando la necessità di una mobilitazione collettiva per richiedere il rispetto delle normative vigenti.
Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ha quindi ribadito l’importanza dell’azione sindacale non solo nel denunciare le ingiustizie, ma anche nell’informare e mobilitare il personale scolastico sui propri diritti. L’obiettivo è quello di ottenere una revisione delle politiche attuali per garantire che stipendi e arretrati rispecchino le reali necessità del personale e siano in linea con le disposizioni legali del nostro paese.
A questo proposito, l’Ufficio Studi Anief ha realizzato degli esempi: un docente della scuola secondaria in classe 9, a dicembre, ha ricevuto un assegno pari a 846,61 euro, ma lo Stato gli deve ancora 3.192,36 euro. Un insegnante precario a marzo ha ricevuto un assegno mensile aggiuntivo di 63,78 euro, peccato che doveva essere di 142,76, e per il passato l’amministrazione gli deve ancora: 2.334,97 euro. “Consigliamo ai docenti di ruolo e precari, ma vale anche per i lavoratori Ata, di rivolgersi al nostro sindacato per bloccare la prescrizione e chiedere di avere le somme corrette: i ricorsi li seguiranno i nostri legali, specializzati in questo genere di cause giudiziarie”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Sono già in 3 mila i lavoratori della scuola ad avere intrapreso questa strada.
Per sapere quanto lo Stato deve a ogni lavoratore della scuola e dipendente pubblico per mancata assegnazione dell’indennità di vacanza contrattuale piena basta controllare il proprio cedolino dello stipendio: si verifica l’assegno corrisposto nel mese di dicembre 2023 e si divide la cifra per 13 mensilità. La somma ricavata, quindi, si moltiplica per la tabella messa a disposizione dall’Anief. Ogni dipendente scoprirà di avere diritto a degli arretrati che vanno dai 2mila ai 4 mila euro. A quel punto avrà buoni motivi per rivolgersi al nostro sindacato.
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