Il D.I. di prossima pubblicazione, in attuazione della legge n. 234/2021, determina la previsione della quota massima dell’organico del personale docente da destinare alle classi costituite in deroga ai limiti suddetti, indicando l’equivalente stima delle classi. Marcello Pacifico (Anief): “Le stime sono inferiori allo scorso anno, non siamo soddisfatti”
Si è appena concluso l’incontro presso la Direzione Generale per il personale scolastico, sulla determinazione dei posti in deroga da istituire nell’anno scolastico 2023/2024: all’incontro erano presenti i sindacati rappresentativi, per l’Anief il dottor Stefano Cavallini e il dottor Martino Todaro.
A seguito dell’intervento del dottor Todaro, che ha chiesto un monitoraggio a consuntivo delle classi in deroga effettivamente attivate lo scorso anno, il direttore generale del ministero dell’Istruzione Filippo Serra ha risposto sostenendo che il monitoraggio è stato realizzato e che verrà inviato a seguito di questa richiesta alle organizzazioni sindacali.
Nell’anticipazione dei dati, emerge la preoccupante riduzione delle classi in deroga che passa da 8.000 circa attivate nel 2022 alle 6.000 circa che verranno attivate il prossimo anno scolastico. I 2.000 posti dati dalla differenza verranno utilizzati per l’attivazione dei posti di educazione fisica nelle scuole primarie. A fronte di questa riduzione, quindi, è stato chiesto in che modo si intenda tutelare le classi in deroga già attivate lo scorso anno in caso di sforamento delle classi attivabili il prossimo anno: a questa domanda non è stata data risposta esaustiva in quanto il Mef è diventato di fatto “controllore” delle risorse del ministero dell’Istruzione e difficilmente darà la possibilità di aumentare le risorse a disposizione, inoltre, subentra anche l’incognita dei nuovi indicatori di dispersione scolastica introdotti nel D.I. che potrebbero ribaltare situazioni consolidate negli anni passati.
È anche vero che la scuola sta perdendo alunni: tra pochi mesi, con l’inizio dell’anno scolastico 2023/24, ne avremo quasi 130 mila in meno rispetto agli attuali. È una circostanza che si ripete da anni, frutto soprattutto della riduzione delle nascite: rispetto a dieci anni fa, il calo studenti supera le 700 mila unità. In queste condizioni ci saremmo aspettati anche una riduzione di alunni per classe: con conseguente aumento delle classi in deroga, invece, le classi pollaio, non c’è alcuna intenzione di ridurle, perché nella legge di Bilancio approvata alla fine del 2022 è stato approvato un piano di dimensionamento scolastico che prevede l’innalzamento del numero minimo di alunni per scuola, con accorpamento progressivo di oltre 600 istituti autonomi e taglio di altrettanti dirigenti scolastici e Dsga.
“La drastica riduzione del numero degli alunni ci deve fare riflettere su quali siano le strategie per lottare contro la dispersione scolastica e per migliorare gli apprendimenti dei nostri studenti – ha spiegato il presidente Anief Marcello Pacifico –. Come Anief pensiamo che occorra aprire una riflessione sul tempo scuola e sul tempo pieno, che deve essere garantito soprattutto al Sud e ancora su una rivisitazione dei tempi e dei cicli scolastici”. Il giovane sindacato si batte da tempo per aumentare il numero di ore settimanali di lezione, anticipare la scuola almeno a cinque anni di età e allungare l’obbligo formativo fino al conseguimento del diploma di maturità: tutti obiettivi che necessitano di maggiore personale, soprattutto nelle aree territoriali più disagiate, dove l’abbandono scolastico è alto e c’è una forte presenza di alunni stranieri.
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