Via libera al piano triennale di immissioni in ruolo, ma senza copertura finanziaria: per 8 anni rimarranno senza progressioni di carriera e con lo stipendio dei supplenti. Aumentano i posti di sostegno complessivi, ma rimangono tanti posti in ‘deroga’ e si riducono quelli per i disabili meno gravi. Lasciati infine fuori dalle graduatorie 30mila docenti selezionati e ritenuti idonei dallo Stato per insegnare. Pacifico (Anief-Confedir): i provvedimenti approvati oggi dall’Aula della Camera deludono le attese, così si calpestano i diritti dei lavoratori e degli alunni disabili.
Anche la Camera dei Deputati delude le aspettative del personale precario della scuola. La buona notizia sul decreto legge n. 104 - recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca, pochi minuti fa approvato dall’Aula - sul piano di immissioni in ruolo di 60mila assunzioni in tre anni, è stata vanificata da una doppia penalizzazione: alla scarsità di posti vacanti e disponibili, visto che sarebbero quasi il doppio quelli che si sarebbero dovuti accordare, si è aggiunta oggi la grave decisione di non accompagnare il provvedimento con un’adeguata copertura finanziaria. Al contrario di quanto accadde l’ultima volta, nel 2006, a tutti i docenti che verranno assunti nel triennio 2014-2016, si chiede di rimanere fermi allo stipendio base, senza progressioni di carriera, equiparando per ben 8 anni consecutivi la loro busta paga a quella dei precari.
“Siamo di fronte ad un ricatto e a uno sfruttamento lavorativo – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – al quale nessun cittadino europeo dovrebbe essere sottoposto. Secondo quanto indicato dall’Unione europea, infatti, le necessità legate ai finanziamenti statali non possono essere considerate imperative, perché violano chiaramente il diritto all’equo stipendio dei lavoratori. Questo decreto, inoltre, delude le attese riguardanti i portatori di handicap”.
“Sempre tra i punti approvati dalla Camera, infatti, si prende atto della rimodulazione del numero di alunni con disabilità e della necessità di incrementare del 30% l’organico di diritto dei docenti di sostegno. Anche in questo caso, però, si poteva fare molto meglio perché per gli alunni con disabilità ci saranno meno garanzie: rimane in vita sia il problema dei tanti posti in ‘deroga’, con decine di migliaia di docenti a supporto degli alunni portatori di handicap gravi che rimangono precari, sia quello della riduzione del numero di posti di sostegno rivolti – conclude Pacifico - agli alunni con handicap meno gravi”.
Rimangono infine al palo tutti i 30mila insegnanti precari che lo Stato ha provveduto a selezionare, formare e abilitare, tramite concorso a cattedra o attraverso i Tfa ordinari: non saranno accolti nelle stesse graduatorie dove invece si trovano oggi i loro colleghi precari, allo stesso modo vincitori di procedure concorsuali o formati tramite analoghi percorsi universitari. Con gli emendamenti che avrebbero potuto sanare questa ingiustizia, presentati all’Aula della Camera anche dall’Anief, rigettati, reputati inammissibili o respinti.