La Segreteria Nazionale rimarrà chiusa nell'intera giornata di domani 13 novembre per la partecipazione allo sciopero nazionale a Roma.
La Segreteria Nazionale rimarrà chiusa nell'intera giornata di domani 13 novembre per la partecipazione allo sciopero nazionale a Roma.
La protesta è contro le forti incongruenze e ingiustizie contenute nella Legge di riforma 107/2015. Perché quella che doveva essere la riforma della Buona Scuola si è trasformata in una sequela di commi che burocratizzano il sistema d’istruzione nazionale, trasformano sempre più i docenti in impiegati, concentrano poteri e responsabilità ai presidi, consegnano deleghe in bianco al Governo su temi delicatissimi come la revisione dei nidi e della scuola dell’infanzia o del sostegno, precarizzano il personale e negano l’immissione in ruolo ad oltre 100mila docenti abilitati, quasi 30mila Ata, migliaia di educatori e Dsga. Il sindacato punta l’indice anche contro la Legge di Stabilità 2016 approvata in CdM: i 300 milioni inseriti nella Legge di Stabilità, pari a meno di 8 euro lordi a dipendenti, rappresentano un oltraggio alla dignità del personale”.
Marcello Pacifico (presidente Anief): in estate Consulta ha emesso una sentenza chiara che sconfessa il blocco imposto dal 2009: il Governo non può sedersi al tavolo del rinnovo contrattuale senza proporre almeno 110 euro di aumenti e 5mila euro di arretrati per l’illegittimo stop all’indennità di vacanza contrattuale. Come è avvenuto nel privato. La protesta non si ferma qui: sabato 12 dicembre abbiamo già fissato una manifestazione Cisal che stavolta accumunerà dipendenti pubblici e privati.
Di fronte all’inerzia del Governo, che dopo sei anni di blocco contrattuale ha messo sul piatto meno di dieci euro lordi a lavoratore e nel frattempo continua ad approvare riforme penalizzanti, tutto il fronte sindacale si è mobilitato. Sei sigle, tra cui l’Anief, hanno già proclamato lo sciopero generale per venerdì 13 novembre; seguirà lo stop del pubblico impiego, organizzato per il 20 novembre dall'Usb; sabato 28 entrano in scena i Confederali, con una manifestazione nazionale dei sindacati, i quali in assenza di risposte hanno già annunciato una giornata di astensione dal lavoro, stavolta per tutta la PA. Solo che i tempi della protesta sono strettissimi: il 15 novembre sarà l’ultimo giorno per la presentazione degli emendamenti alla di Legge di Stabilità 2016 approvata dal CdM. Il sindacato chiama a raccolta i lavoratori, chiedendo loro di iniziare a partecipare a tutte le assemblee nei luoghi di lavoro.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal): i dipendenti pubblici non possono essere sempre il bancomat da utilizzare per far quadrare i conti dello Stato. Mentre si continua a rinviare sine die un serio piano di sviluppo economico e di riconversione del tessuto industriale. Ecco perché occorre muoversi subito e uniti. A dicembre, quando lo faranno i sindacati rappresentativi, potrebbe essere davvero troppo tardi.
Per questi motivi, l’Anief ha deciso di organizzare dei pullman gratuiti per partecipare alla manifestazione nazionale a Roma del prossimo 13 novembre, dove si scenderà in piazza assieme anche agli studenti.
Il giovane sindacato denuncia le incostituzionalità della buona scuola approvata con la legge 107/2015, i tagli dell’ultima legge di stabilità e le risorse irrisorie per il rinnovo contrattuale previste nel nuovo disegno di legge di stabilità 2015. Troppi tagli alle supplenze brevi, nessuna risposta alla Corte europea, alcuna stabilizzazione per il personale docente, ata, educatore e dirigente, trasferimenti al buio, nessun rimborso per l’indennità di vacanza contrattuale, ancora disparità tra precari, neo-assunti e immessi in ruolo, il fondo discrezionale del merito, la chiamata diretta, il diritto allo sciopero sono alcuni dei punti contestati che vedranno in piazza anche Cobas e Unicobas. Previste manifestazioni nella capitale insieme agli studenti.
Il sindacato ritiene impraticabile la decisione di posticipare a domenica 14 giugno la convocazione degli scrutini finali, che potrebbero non svolgersi per via dell’imminente nuova ondata di scioperi contro la riforma: si tratterebbe di un modo scorretto per scongiurare la mobilitazione del personale.
Marcello Pacifico (presidente Anief): stiamo parlando di attività a tutti gli effetti funzionali all’insegnamento, che devono essere obbligatoriamente svolte in orari e giorni feriali. Non seguire questa norma contrattuale, ledendo il diritto al riposo settimanale dei lavoratori che operano nella scuola, comporterebbe conseguenze legali.