Aderiscono alla protesta dell’Anief anche altri sindacati che hanno a cuore le sorti dei lavoratori, di ruolo e precari, e che non accettano di vedere svilito ancora una volta il settore, privandolo di oltre 600 milioni di euro come vorrebbe fare il governo approvando la Legge di Stabilità che ha già avuto il via libera da CdM e Quirinale.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la misura è colma, il personale faccia sentire il proprio dissenso aderendo alla mobilitazione di un sindacato che non si è mai svenduto.
Le tante testimonianze sulla riforma raccolte durante le assemblee organizzate dall’Anief negli istituti confermano la contrarietà della base nei confronti dei provvedimenti proposti dal Governo: servono solo a tutelare gli interessi dello Stato, a discapito di quelli del personale e dell’utenza scolastica.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): serve una risposta dei lavoratori della scuola prima che la legge di bilancio di fine anno Governo e la riforma della scuola si trasformino in legge.
Le tante testimonianze raccolte dal sindacato durante le assemblee organizzate dall’Anief negli istituti sulla riforma confermano la contrarietà della base nei confronti dei provvedimenti proposti dal Governo: servono solo a tutelare gli interessi dello Stato, a discapito di quelli del personale e dell’utenza scolastica.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il malcontento è palpabile e lo sciopero è inevitabile. Prima che le bozze governative del bilancio di fine anno e della riforma del settore si trasformino in legge dello Stato.
Diversi i motivi della protesta nazionale: la proroga del blocco contrattuale fino al 2018, l'addio agli scatti di anzianità, il congelamento degli stipendi per tutta la carriera, la forte riduzione del Fondo d'istituto, l'utilizzo delle ferie forzate, la penalizzazione durante la malattia, la trattenuta del 2,5% per il TFR, la cancellazione del primo gradone stipendiale per i neo-assunti, gli imminenti ulteriori tagli al personale ATA e la cancellazione dei commissari esterni alla maturità, l'intenzione di introdurre il recupero delle ore non svolte durante la sospensione della didattica e l’eliminazione dei precari dalle graduatorie d’istituto. Tutti temi che verranno affrontati in assemblee d'istituto di due ore organizzate dalle Rsu.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il sindacato è aperto al cambiamento, ma vi sono dei principi invalicabili, insindacabili, intoccabili che ogni docente e Ata deve difendere.
Dalle ore 10,00 i raggruppamenti in difesa dei diritti del personale non di ruolo manifesteranno a Viale Trastevere: chiederanno ritiro dei tagli, assunzioni, scatti di anzianità, ferie non godute e garanzie sui futuri sistemi di reclutamento. Anief reputa giuste le rivendicazioni ed è solidale con i manifestanti. Il presidente Marcello Pacifico lo dirà a Roma nel corso di un seminario di legislazione scolastica: il personale non di ruolo della scuola chiede giustamente garanzie su una serie di punti presenti nella nostra Costituzione, protetti dall'ordinamento comunitario, ma sempre dimenticati dai nostri governanti per ragioni finanziarie che peraltro non hanno nemmeno fondamento.
Domani, venerdì 11 aprile, i precari della scuola pubblica si fermano e scendono in piazza a Roma: lo sciopero generale della categoria è stato indetto da una serie di organizzazioni, tra cui il “Coordinamento nazionale Precari Uniti contro i Tagli”, che per l’occasione nella stessa giornata ha organizzato un presidio, a partire dalle ore 10,00 davanti la Ministero dell’Istruzione in viale Trastevere a Roma. I precari chiedono di incontrare il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, per porgergli dei quesiti su ritiro dei tagli, assunzioni, scatti di anzianità, ferie non godute, futuri sistemi di reclutamento.
I precari sono preoccupati delle continue esternazione del Ministro sulla necessità di tagliare di un anno la durata delle scuole superiori e di introdurre un meccanismo di chiamata diretta degli insegnanti da parte del dirigente scolastico. Inoltre, Giannini fa parte di una coalizione politica, Scelta Civica, che non ha mai nascosto il desiderio di portare l'orario settimanale di tutti i docenti a 24 ore settimanali d’insegnamento frontale.
Lo sciopero di domani è stato proclamato anche da una serie di organizzazioni sindacali di comparto, che hanno allargato la protesta a tutto il personale scolastico e della formazione, anche di ruolo, quindi docenti, dirigenti e ATA e addetti ai servizi esternalizzati. Sono esenti dalla protesta solo le “zone colpite da calamità naturali accertate o interessate da consultazioni elettorali”. Alla giornata di protesta aderisce il Coordinamento Lavoratori scuola, che già da due settimane ha attivato un presidio davanti alla sede del Partito Democratico a Milano, sempre con l’intento di chiedere un impegno sul tema della Scuola Pubblica e della stabilizzazione di chi insegna da troppi anni come precario.
Il sindacato Anief reputa giuste le rivendicazioni dei precari della scuola ed è solidale con i manifestanti. Nella stessa giornata, il presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico, di ritorno da Lussemburgo, dove ha assistito all’audizione delle parti coinvolte nel ricorso alla Corte di Giustizia Europea sull’abuso di precariato in Italia, il cui esito si conoscerà nei prossimi mesi, si confronterà con il personale della scuola nel corso di un seminario di legislazione scolastica. Durante l’incontro, che si svolgerà presso l’istituto "Paolo Stefanelli", si approfondiranno diversi temi riguardanti da vicino il precariato scolastico italiano: dalle progressioni di carriera al merito, dagli anni di precarietà al processo contorto che porta alla stabilizzazione, con indicazioni sulle norme nazionali e sul diritto comunitario, sulla tutela giurisdizionale e sulla riforma.
“L’Anief – sostiene il presidente Marcello Pacifico – combatte da anni per la salvaguardia del diritto alla parità di trattamento, all'equa retribuzione, alla stabilizzazione, al lavoro, alla dignità della professione di insegnante: sono tutti punti presenti nelle nostra Costituzione e protetti dall'ordinamento comunitario, ma sempre dimenticati dai nostri governanti. I quali preferiscono calpestarli per presunte ragioni finanziarie. Che, tra l’altro, nemmeno esistono: di recente la Ragioneria dello Stato ha dimostrato che tenere in piedi il meccanismo infernale del nostro precariato scolastico costa alle casse pubbliche centinaia di milioni di euro in più”
A tal proposito, un recente studio Anief ha evidenziato come per il funzionamento ordinario degli istituti scolastici tra il 2001 e il 2013 i supplenti annuali sono passati da 105 mila a 140 mila. E nel contempo le spese per il personale a tempo determinato si sono incrementate di 348 milioni di euro dal 2007 (+68%), mentre nello stesso periodo nel settore della Sanità pubblica – dove si è proceduto alla stabilizzazione di 24 mila unità – si è prodotto un risparmio di 80 milioni di euro.
“Il nostro sindacato – continua Pacifico – ha inoltre dimostrato che oggi ci sono già 100 mila posti vacanti e disponibili in organico di diritto. Se inoltre innalzassimo l'obbligo scolastico fino a 18 anni e anticipassimo l’inizio della scuola a 5 anni, si diminuirebbero i Neet e si creerebbero dei posti di lavoro sufficienti per assumere anche i 100 mila docenti che si sono abilitati con l'ultimo concorso e con il TFA, quelli che hanno acquisito il diploma magistrale fino al 2001 e che si abiliteranno con i PAS nei prossimi tre anni. In questo modo si dimezzerebbero in un colpo solo le presenze nelle graduatorie ad esaurimento già dalla prossima estate: i posti ci sono, manca solo – conclude il sindacalista Anief – la volontà politica”.