RIFORMA ISTRUZIONE - La “Buona Scuola" è la Legge n. 107/2015: Anief annuncia una montagna di ricorsi in tribunale.
Contro la chiamata diretta dagli albi territoriali, la mancata stabilizzazione dei precari con 36 mesi di servizio e per risarcimento dovuto; per la mancata applicazione almeno dell’indennità di vacanza contrattuale nello stipendio; per la non considerata ricostruzione di carriera per intero del servizio pre-ruolo; per il recupero degli scatti e per l’assegnazione provvisoria immediata. Il sindacato impugnerà anche il decreto sugli organici e sulle “false” assunzioni 2015. Produrrà poi una serie di ricorsi a favore dei dirigenti risultati idonei prima del concorso del 2011, per l’ampliamento dei posti utili per il turn-over e da trasformare al 31 agosto, per quelli non assegnati a Infanzia, Ata, Educatori, Religione, Sostegno (per i quali si continua ad eludere il rapporto 1 a 2 allievi disabili); per l’esclusione dalle domande per l’accesso agli albi del personale abilitato fuori da GaE.
Marcello Pacifico (presidente Anief): all’interno del testo di riforma sono presenti gravi mancanze, troppe incongruenze e alti profili di incostituzionalità. Siamo pronti ad avviare un contenzioso storico.
Con l’approdo in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 162 del 15 luglio 2015, la riforma della scuola diventa Legge dello Stato ed entra oggi stesso in vigore: ci arriva, a quasi un anno dalla sua prima presentazione, con il nome ‘Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” (15G00122). In attesa del supplemento ordinario, programmato per il prossimo 30 luglio, quando si procederà alla ripubblicazione del testo corredato delle relative note di rimando alle norme preesistenti, ma anche in attesa dei decreti attuativi e dell'attuazione delle deleghe, che nei prossimi mesi dovranno delineare diversi aspetti ancora non ben chiari all’interno dei 212 commi dell’unico articolo che compone il provvedimento - come la formazione del personale, la revisione del sostegno, della scuola sino a sei anni e della formazione professionale -, Anief intende rompere da subito ogni indugio: il giovane sindacato conferma l’avvio di una serie di ricorsi in tribunale contro le troppe parti illegittime ed incostituzionali di questa riforma, approvata benché priva anche di un consenso minimo, sia da parte degli addetti ai lavori sia da parte dell’opinione pubblica.
Come annunciato, subito dopo il sì definitivo dell’aula della Camera, dello scorso 9 luglio, prima ancora di impugnare i decreti attuativi della riforma, Anief ricorrerà contro la procedura della chiamata diretta dagli albi territoriali, dopo che l’unico precedente in Italia, condotto dalla Lombardia, la regione che in fatto di scuola è troppo spesso ‘più realista del re’, è stato già sonoramente bocciata dalla Consulta attraverso la sentenza 66 del 2013. Il sindacato impugnerà poi la mancata stabilizzazione dei precari con 36 mesi e per risarcimento dovuto, poiché sono stati clamorosamente ignorati dalla riforma tutti gli abilitati fuori GaE, in particolare quelli che hanno prodotto un’abilitazione, dopo il 2011, attraverso Tfa, Pas, corsi di Scienze della formazione primaria e all’estero. Una esclusione che diventa ancora più illogica a seguito della persistenza, pure dopo il piano straordinario di 102mila assunzioni previste dalla ‘Buona Scuola’, di ben 80mila cattedre vacanti. Che, ancora una volta, andranno a supplenza.
Verranno anche esaminati in tribunale i motivi che hanno portato Governo prima e Parlamento poi ad ignorare il reintegro dell’indennità vacanza contrattuale, bloccata sino a tutto il 2018, su stipendi legati ad un contratto anch’esso da tempo al palo e ormai crollato stabilmente al di sotto l’inflazione. Con la prospettiva di vedere presto attutati, come previsto dalla riforma Brunetta della PA, solo aumenti in base al merito e non più all’anzianità di servizio. Allo stesso modo, sempre la Legge 107/2015 aggira ogni responsabilità su ricostruzione di carriera per intero pre-ruolo, malgrado la curia europea continui a dare ragione ai precari ricorrenti dei vari Paesi membri, come accaduto nei giorni scorsi ad una dipendente statale precaria spagnola. E anche se lo stesso canovaccio si stia percorrendo nei tribunali italiani, come quello di Torino, che ha appena dato il via libera al primo risarcimento, in toto, relativo alla ricostruzione carriera, anche del periodo pre-ruolo, e che ha portato al precario ricorrente circa 20mila euro.
Anief, inoltre, ricorrerà contro il mancato recupero scatti e per l’assegnazione provvisoria immediata. Ma anche contro il decreto sugli organici del personale, che continua ad essere danneggiato poiché decine di migliaia di posti oggi considerati al 30 giugno sono in realtà cattedre o ruoli impiegatizi o di collaboratore scolastico utili a tutti gli effetti per le assunzioni o le supplenze annuali sino al 31 agosto dell’anno successivo. Il giovane sindacato, allo stesso modo, non accetta le assunzioni “virtuali” previste dalla riforma, visto che oltre la metà delle 102mila accordate (a dispetto della Legge di Stabilità o della prima bozza della riforma, che ne prevedevano 150mila), andranno di fatto a realizzarsi nell’anno scolastico 2016/17, molte delle quali fuori regione di appartenenza ed infine sottoposte al vaglio discrezionale dei dirigenti scolastici.
Verranno poi presentati appositi ricorsi per tutelare tutti gli idonei, ancora non assunti, dei precedenti concorsi per dirigente scolastico a quello del 2011, salvati sotto l’ala della “Buona Scuola” solo se in possesso di un grado di giudizio positivo. Saranno quindi discusse in tribunale tutte le situazioni relative al ridotto contingente di assunzioni, a seguito del sottodimensionamento dei posti da assegnare al turn-over e al 31 agosto dell’anno successivo, a partire da quelli non assegnati ad Infanzia, Ata, Educatori, Religione, docenti Sostegno (calpestando ancora una volta il rapporto 1 a 2 allievi con disabilità o problemi di apprendimento scolastico). Come anche, infine, si ricorrerà per l’ingiustificata esclusione dalle domande per l’accesso agli albi da parte del personale abilitato fuori dalle GaE.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal, “è davvero probabile che questa riforma non sarà molto gradita dai nostri giudici. Contro quella che è tutto fuorché una Buona Scuola, abbiamo infatti intenzione di avviare un contenzioso storico. Perché all’interno del testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale sono presenti gravi mancanze, troppe incongruenze e alti profili di incostituzionalità”.
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16 luglio 2015 Ufficio Stampa Anief