Se si sommano i fondi stanziati dal Decreto Rilancio e dal Decreto agostano. E’ un segnale importante ma a condizione che sia un inizio rispetto al potenziamento che si potrà fare con i soldi dell’Europa che arriveranno per il prossimo settennato. Il primo passo sarà trasformarli in organico di diritto alla luce dell’impegno preso nel Protocollo sulla sicurezza del 6 agosto sulla revisione delle norme sul dimensionamento scolastico
La stima è stata realizzata dall’Ufficio Studi Anief, che ha tramutato in posti di lavoro i fondi stanziati per assumere nuovo personale scolastico attraverso sia il Decreto Rilancio (34/2020) sia pochi giorni fa con il Decreto Agosto (104/2020).
Marcello Pacifico (Anief): “Assumere non più di 76 mila nuovi docenti e Ata non risolve il problema del distanziamento perché ne servirebbero almeno altrettanti ma comincia ad essere un segnale di direzione, mentre ancora i dirigenti devono capire come potranno utilizzare tale personale, tra possibili riduzioni del monte orario settimanale delle lezioni, l’introduzione di doppi turni e la ricerca di spazi. La scuola deve ripartire, però, in presenza, e in sicurezza. Presenteremo ai senatori degli emendamenti che andranno in tal senso oltre ad assegnare nei ruoli tutti i posti vacanti dalle prossime immissioni in ruolo e salvaguardare anche diverse figure professionali lasciate al loro destino - come i docenti diplomati magistrale, i maestri della scuola dell’infanzie e primaria, gli insegnanti tecnico-pratici e di religione cattolica, i facenti funzione Dsga - appena si riuniranno le Commissioni a fine mese per l’esame del decreto ‘agostano’ 104”.
Lo stanziamento che il Governo ha previsto per rafforzare il corpo docente e il personale Ata, oltre le quasi 100 mila immissioni in ruolo autorizzate.
I FONDI DEL DECRETO RILANCIO
I primi fondi, quello derivanti dal Decreto Rilancio, già ripartiti tra le varie regioni italiane, ammontano “977,6 milioni di euro con gli articoli 231- bis e 235 del decreto-legge n. 34 del 2020”. Una parte dovrebbero essere destinati ad assumere 10 mila unità di personale Ata: considerando che lo stipendio mensile medio lordo di un assistente amministrativo e tecnico è di circa 2 mila euro, che quello dei collaboratori scolastici è leggermente inferiore ai 1.900 euro, che i contratti si stipuleranno sino alla fine delle attività didattiche (quindi per nove mesi) e che il numero complessivo di posti da aggiungere si aggira sulle 10 mila unità, ne conviene che il budget destinato a questo scopo potrebbe essere all’incirca di 180 milioni di euro.
Poiché il 10 per cento della quota complessiva stanziata servirà per finanziare le supplenze brevi, anche dal primo giorno, superando quindi la norma introdotta alcuni anni fa in regime di spending review, rimarranno solo 700 milioni per assumere i docenti in surplus. Ma quanti saranno questi posti? Per calcolarlo il sindacato ha fatto una media tra lo stipendio di un docente dell’infanzia e del primo ciclo con quello assegnato nella scuola secondaria, considerando quindi che per ogni mensilità viene corrisposta ad un insegnante precario una somma che si colloca tra i 2.600 e i 2.700. Moltiplicando tale importo per nove mesi, dal 14 settembre alla metà di giugno 2021, ne consegue che per ogni docente assunto per motivi legati al Covid lo Stato spenderà circa 24 mila euro.
Considerando il budget dedicato a questo scopo sempre dal Decreto Rilancio, ridotto della parte da assegnare al personale Ata, si evince che saranno poco più di 29 mila gli insegnanti che potranno essere contrattualizzati con scadenza del contratto al termine dell’anno scolastico, salvo risoluzione del rapporto qualora dovesse scattare un secondo lockdown con contestuale chiusura degli istituti scolastici. In base, infine, alla ripartizione dei fondi, già stabilita, il numero maggiore di supplenze annuali-temporanee verrebbe di gran lunga assegnato alla regione Campania, seguita da Lombardia e Lazio. Poi Puglia e Sicilia.
I FONDI DEL DECRETO ‘AGOSTANO’
Ci sono poi i fondi derivanti dal recente Decreto ‘agostano’ n. 104: si tratta di 920 milioni di euro totali (“368 milioni di euro nell'anno 2020 e a 552 milioni di euro nell'anno 2021”), come anche confermato e motivato nella Relazione illustrativa allegata. Sottraendo, anche da questa seconda tranche, il 10 per cento per finanziare le supplenze brevi, ammesso che possano essere utilizzati tutti nell’immediato per le supplenze annuali, il numero complessivo di Ata e docenti che ne scaturirà non è entusiasmante. Gli 830 milioni residui potrebbero essere così ripartiti: ipotizzando l’impiego di altri 180 milioni, necessari per altri 10 mila Ata aggiuntivi, quindi per ulteriori assistenti e collaboratori scolastici, lo Stato potrebbe assumere non più di ulteriori 27 mila insegnanti per tutti gli ordini scolastici.
LO STUDIO DEL SINDACATO: CONCLUSIONI
Sempre secondo l’Ufficio Studi del sindacato Anief, la somma complessiva di lavoratori della scuola in aggiunta all’organico ordinario, derivante dai fondi stanziati dal Governo con i due decreti approvati in estate – “Rilancio” e “Agosto” – porterebbe quindi ad assumere con contratto a termine, fino al termine delle attività didattiche, appena 20 mila unità di personale Ata e 56 mila docenti.
La giovane organizzazione rappresentativa reputa la quantità di organico aggiuntivo prevista dal Governo del tutto insufficiente per rispondere alle esigenze degli oltre 42 mila plessi scolastici dislocati nelle 100 province italiane. Ancora di più perché si tratta di personale che rischia di essere licenziato da un giorno all’altro e senza particolari indennizzi, con la cosiddetta modalità “usa e getta”. Il sindacato Anief è dall’inizio del mese di maggio che ha invece quantificato in almeno 150-160 mila i docenti da assumere in numero maggiore e in 40 mila la quota di Ata da assegnare alle scuole per garantire da settembre la didattica in presenza in sicurezza.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’emergenza epidemiologica che stiamo vivendo, ci sta aprendo gli occhi e deve rappresentare l’occasione migliore per eliminare la vergogna dell’organico di fatto, ad iniziare dai posti in deroga sul sostegno, e riassumere quelle centinaia di migliaia di docenti, più 50 mila Ata, cancellati - assieme a 4 mila istituti autonomi - dallo scellerato dimensionamento avvenuto negli ultimi dieci anni. Saremo vigili perché questo avvenga, nel 2021, quando potranno cominciare ad essere spesi i fondi del Recovery Fund. Nel frattempo, però, c’è da mettere al sicuro il rientro in classe di otto milioni di alunni. E per farlo devono avere personale in ruolo per questo continuiamo a lottare per trasformare i rapporti del personale aggiuntivo da tempo determinato a tempo indeterminato”.
L’ARTICOLO DEL DECRETO 104 PER IL RIENTRO A SCUOLA
L’art. 32 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia:
(Misure per l'edilizia scolastica, per i patti di comunità e per l'adeguamento dell'attività didattica per l'anno scolastico 2020-2021)
- Il fondo di cui all'articolo 235 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, è incrementato di 400 milioni di euro nell'anno 2020 e di 600 milioni di euro nell'anno 2021. Il predetto incremento è destinato alle finalità di cui ai commi 2 e 3, delle quali costituisce limite di spesa.
- Quota parte dell'incremento di cui al comma 1, pari a 32 milioni di euro nell'anno 2020 e a 48 milioni di euro nell'anno 2021, è destinata:
- a) al trasferimento di risorse agli enti titolari delle competenze relative all'edilizia scolastica ai sensi della legge 11 gennaio 1996, n. 23 ai fini dell'acquisizione in affitto o con le altre modalità previste dalla legislazione vigente, inclusi l'acquisto, il leasing o il noleggio di strutture temporanee, di ulteriori spazi da destinare all'attività didattica nell'anno scolastico 2020/2021, nonché delle spese derivanti dalla conduzione di tali spazi e del loro adattamento alle esigenze didattiche;
- b) alla assegnazione di risorse agli uffici scolastici regionali per il sostegno finanziario ai patti di comunità. Per la predetta finalità, nel corso dell'anno scolastico 2020/2021, le istituzioni scolastiche stipulano accordi con gli enti locali contestualmente a specifici patti di comunità, di collaborazione, anche con le istituzioni culturali, sportive e del terzo settore, o ai piani di zona, opportunamente integrati, di cui all'articolo 19 della legge 8 novembre 2000, n. 328, al fine di ampliare la permanenza a scuola degli allievi, alternando attività didattica ad attività ludico-ricreativa, di approfondimento culturale, artistico, coreutico, musicale e motorio-sportivo, in attuazione di quanto disposto dall'articolo 1, comma 7, della legge 13 luglio 2015, n. 107.
- Quota parte dell'incremento di cui al comma 1, pari a 368 milioni di euro nell'anno 2020 e a 552 milioni di euro nell'anno 2021, è destinata:
- a) al potenziamento delle misure previste all'articolo 231-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, consentendo la sostituzione del personale così assunto dal primo giorno di assenza fermo restando il rispetto della normativa vigente ed il prioritario ricorso al personale a qualunque titolo in servizio presso l'istituzione scolastica e in possesso di abilitazione o di titolo di studio idoneo. Il 10 per cento delle risorse che incrementano il fondo di cui di cui all'articolo 235 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, per l'attivazione dei contratti temporanei a tempo determinato del personale scolastico, è resa indisponibile per essere utilizzata per la copertura delle sostituzioni;
- b) nel limite delle risorse a ciò destinate ai sensi del comma 5, all'autorizzazione allo svolgimento di prestazioni di lavoro straordinario rese nei mesi di agosto e settembre 2020 dal personale degli ambiti territoriali del Ministero dell'istruzione impegnato nelle operazioni di avvio dell'anno scolastico 2020/2021 e all'incremento del fondo per il miglioramento dell'offerta formativa di cui all'articolo 40 del CCNL comparto istruzione e ricerca del 19 aprile 2018, anche per remunerare lo svolgimento di prestazioni aggiuntive rese dal personale delle istituzioni scolastiche nei limiti predefiniti.
- Al fine di consentire l'avvio e lo svolgimento dell'anno scolastico 2020/2021 e per le finalità di cui all'articolo 231-bis del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, e del presente articolo, per l'anno scolastico 2020/2021 al personale scolastico e al personale coinvolto nei servizi erogati dalle istituzioni scolastiche in convenzione o tramite accordi, non si applicano le modalità di lavoro agile di cui all'articolo 263 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
- Con il decreto di cui all'articolo 235 del citato decreto-legge si determinano le modalità e la misura del riparto delle risorse di cui ai commi 2 e 3 tra le finalità ivi indicate.
- Il termine del 30 settembre 2020 di cui all'articolo 1, comma 147, lettera b), della legge 27 dicembre 2019, n. 160, è prorogato al 30 settembre 2021 limitatamente alle graduatorie comunali del personale scolastico, educativo e ausiliario destinato ai servizi educativi e scolastici gestiti direttamente dai comuni.
- Agli oneri di cui al comma 1, pari a 400 milioni di euro nel 2020 e di 600 milioni di euro nel 2021, si provvede ai sensi dell'articolo 114.
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18 agosto 2020
Ufficio Stampa Anief