Per favorire il rientro in classe a settembre è prevista la copertura finanziaria di un numero limitato di insegnanti, assistenti amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici: tutti però rigorosamente contrattualizzati a tempo determinato e “tagliati in caso di nuova chiusura delle scuole” qualora dovesse subentrare un nuovo lockdown. Sembra che non abbiano accesso nemmeno all’indennità di disoccupazione. “Pensare di risolvere i problemi della scuola assumendo dei docenti in modo fortemente temporaneo è un errore strategico – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché si continua ad intendere la formazione come una spesa e non un investimento. Se si devono ridurre il numero di alunni per classe, è normale che i docenti assunti a settembre torneranno utili a questo scopo. Senza dimenticare che i contratti e i diritti dei lavoratori non cambiano a seconda del tipo di rapporto: non ci sono precari di serie A e B. A meno che non si voglia tornare alle logiche e agli assetti pre-Covid. In tal caso lo si dica. Come si dica chiaramente che non si vuole ripristinare l’organico precedente alla riforma Tremonti-Gelmini, quando c’erano 200.000 insegnati, 50.000 Ata e 4.000 scuole in più. Valorizzare la scuola e i suoi dipendenti, riconoscendo in pieno l’opera sociale del loro lavoro svolto – conclude Pacifico – significa prendere le distanze da certe politiche e restituire il maltolto”.
Con il via libera definitivo del Senato al Decreto Rilancio, il Parlamento ha previsto anche l’assunzione a tempo determinato di docenti e Ata in vista della ripresa della scuola in presenza a settembre. Poiché si potrà derogare al numero minimo e massimo di alunni per classe, dal momento che le misure di distanziamento fisico comporteranno un lavoro con gruppi più esigui di studenti, sarà anche indispensabile assumere nuovo personale docente e ATA a tempo determinato, proprio per garantire un numero adeguato di operatori a disposizione di ogni classe. Si tratta della possibilità di attivare fino a 50mila posti: solo che saranno “tagliati in caso di nuova chiusura delle scuole” dovuta ad un possibile nuovo lockdown.
IL COMMENTO DELL’ON. VITTORIA CASA
In un’intervista a Orizzonte Scuola, la deputata del Movimento Cinque Stelle, Vittoria Casa, aveva spiegato che “questi incarichi possono essere attivati dall’inizio delle lezioni o dalla presa di servizio, fino al termine delle lezioni, in aggiunta ai posti già previsti dagli organici per i docenti e il personale ATA. Saranno in relazione alle reali esigenze organizzative delle singole scuole e cesseranno qualora si dovessero di nuovo interrompere le lezioni in presenza, cosa che ci auguriamo vivamente non debba mai accadere. Disporre di personale aggiuntivo può permettere una maggiore autonomia e una maggiore sicurezza nell’organizzazione delle attività didattiche”.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
Anief ritiene importante avere provveduto all’ampliamento dell’organico, ma si rammarica per il numero di cattedre e di posti di personale Ata decisamente inferiore alle aspettative e soprattutto che queste assunzioni non siamo a tempo indeterminato. Il giovane sindacato ritiene che l’organico emergenziale di 50.000 unità aggiuntive debba essere molto più corposo: servono, infatti, 150-160 mila docenti in più e 40 mila Ata aggiuntivi, visto che la stima degli alunni che necessitano di accoglienza al di fuori degli istituti è di circa il 15 per cento. Inoltre, queste assunzioni devono essere strutturali e non a tempo determinato. In questo modo, infatti, si potrà permettere alle nostre classi di essere magari non più di 15 alunni al massimo, ma nemmeno con più di 30 iscritti come avviene oggi. La logica del risparmio ad oltranza sulla pelle del personale e quindi degli studenti ci ha portato a collezionare un altro record poco invidiabile: le 250 mila supplenze annuali che la prossima estate renderanno l’inizio della scuola davvero difficile.
IL TESTO DELL’EMENDAMENTO APPROVATO
- Al fine di consentire l’avvio e lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 nel rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, con ordinanza del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono adottate, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte ad autorizzare i dirigenti degli uffici scolastici regionali, nei limiti delle risorse di cui al comma 2, a:
- a) derogare, nei soli casi necessari al rispetto delle misure di cui all’alinea ove non sia possibile procedere diversamente, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun ordine e grado di istruzione, dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81;
- b) attivare ulteriori posti di incarichi temporanei di personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) a tempo determinato dalla data di inizio delle lezioni o dalla presa di servizio fino al termine delle lezioni, non disponibili per le assegnazioni e le utilizzazioni di durata temporanea. In caso di sospensione dell’attività in presenza, i relativi contratti di lavoro si intendono risolti per giusta causa, senza diritto ad alcun indennizzo;
- c) prevedere, per l’anno scolastico 2020/2021, la conclusione degli scrutini entro il termine delle lezioni.
- Il Ministero dell’istruzione, entro il 31 maggio 2021, provvede al monitoraggio delle spese di cui al comma 2 per il personale docente e ATA, comunicando le relative risultanze al Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, entro il mese successivo. Le eventuali economie sono versate all’entrata del bilancio dello Stato e sono destinate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica.
PER APPROFONDIMENTI:
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