Da ieri quasi tutta Italia è passata alla zona gialla e quasi tutti gli studenti delle scuole superiori sono tornati in classe, seppure al 50-75%. Nella stessa giornata i casi nuovi contagi sono scesi a 7.925: è il dato più basso dal 14 ottobre scorso, all’inizio della seconda ondata. C’è da rallegrarsi, quindi? Non proprio. Perché secondo gli esperti virologi proprio a causa della zona gialla generalizzata e contemporanea riapertura delle scuole, “fra poche settimane i nuovi casi torneranno a salire”. Marcello Pacifico, leader dell’Anief, ha detto a Italia Stampa che stando così le cose “è importante, da una parte non allentare i controlli, aumentare i la prevenzione, cercare di mappare la diffusione del virus, senza mai perdere il controllo, anche nelle zone gialle perché comunque il rischio rimane ancora alto. Dall’altra, bisogna cercare di capire come programmare, investire e rilanciare il paese proprio partendo dall’Istruzione e dalla Ricerca”.
I dati dei contagi da Covid19 risultano in calo, ma c’è poco da stare tranquilli. Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute e docente dell’università Cattolica, è categorico e non si fida della zona gialla e della riapertura delle scuole: “avremo un incremento dei nuovi casi positivi fra tre-quattro settimane. Ormai l’andamento di questa epidemia è prevedibile. Sarebbe importante evitare gli assembramenti, ma mi pare evidente che i semplici suggerimenti non hanno alcuna efficacia. Se a questo aggiungiamo che sono state riaperte le scuole, abbiamo la certezza di vedere presto un incremento di casi. Come sa, io sono per la zona rossa in tutto il Paese. Febbraio e marzo saranno i mesi più difficili”, ha concluso l’esperto.
“La didattica in presenza ha ripreso in quasi tutte le Regioni. Fa eccezione la Sicilia, dove giustamente si è deciso di esaminare i dati dopo che sono stati aperti i drive in anche alla popolazione studentesca”, ha ricordato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. Durante un’intervista a Italia Stampa, il sindacalista invita “tutti a registrarsi” presso i presidi sanitari, “perché il monitoraggio è la migliore prevenzione rispetto alla diffusione del contagio. Nel frattempo, ci sono delle priorità che rimangono” da attuare, a partire dal “Recovery Plan che comunque dovrà essere portato avanti dal nuovo Governo. Ma anche delle priorità sulla Scuola, a proposito delle quali l’Europa ha già fornito delle osservazioni rispetto al progetto: noi, come Anief, diciamo la nostra opinione”.
PER APPROFONDIMENTI:
Decreto Legge N. 126/2019: sbloccati i posti “Quota 100”
Lavori gravosi, entro gennaio commissione tecnica al lavoro
Nel 2020 rimangono Quota 100, Opzione Donna e Ape Social: in arrivo Quota 41
Pensioni, Anief: tornare ai parametri preesistenti alla riforma Fornero
Addio Quota 100, tutti in pensione a 67 anni? Anief: per la scuola sarebbe una beffa
Domani rientro in classe nelle superiori di sette Regioni, Pacifico (Anief): i problemi rimangono