Niente file per entrare a scuola: per la verifica giornaliera del possesso del Green Pass da parte di docenti e Ata in servizio, le segreterie delle scuole utilizzeranno una piattaforma che permetterà di verificare in automatico chi ha la certificazione e chi ne sprovvisto: “bollino verde per i primi, rossi per i secondi”, scrive oggi La Repubblica, sottolineando anche “l’annuncio di uno sciopero il primo giorno di lezioni indetto da Anief, il sindacato contrario all’obbligo del Green Pass”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “si sta cercando di far passare mediaticamente l’idea che la sicurezza a scuola passi per il bollino verde o rosso associati ai lavoratori. Noi a questo giochino non ci prestiamo, per questo abbiamo deciso di non firmare il protocollo sulla sicurezza per il ritorno a scuola e ha indetto lo sciopero di tutto il personale ad inizio settembre. Le condizioni per ripartire con delle garanzie, in chiave Covid e assicurando il diritto allo studio, sono ben altre: vanno aumentati gli spazi e dimezzata la quantità di alunni per classe, va incrementato il personale, assunti almeno i docenti e Ata Covid dell’anno scorso e fino al 31 agosto 2022, si devono ripristinare le scuole e i plessi esistenti prima dello scempio del dimensionamento partito nel 2008. Il certificato verde, che Anief ha impugnato in tribunale con 3mila ricorsi presentati in pochi giorni, ci sembra sempre più uno specchietto per le allodole, un inganno che sposta l’attenzione su un aspetto per non affrontare quelli che contano”.
Il Governo Draghi, attraverso i tre ministeri di competenza - Istruzione, Salute e Innovazione – e in continuo contatto con il Garante della Privacy, sta lavorando sulla piattaforma digitale per l’individuazione del Green Pass tra il personale scolastico: una volta raggiunto l’obiettivo, scrive la stampa nazionale, “si dovrà capire i tempi normativi, se basterà un emendamento al decreto del 6 agosto o una legge. “Sarà tutto pronto per quando i ragazzi andranno a scuola”, ha assicurato il ministro all’Istruzione precisando anche che in caso di focolai sindaci e Regioni non potranno più chiudere tutti gli istituti: “Se in una classe c’è un positivo scatta una procedura chiara che il preside deve seguire: il soggetto viene allontanato, lo stesso per quelli più vicini a lui, e si verifica subito quant’è ampio il cluster”.
Per Anief, il problema è proprio questo: per quale motivo si continua a sostenere che con il possesso del Green Pass da parte di tutto il personale, docenti e Ata, le scuole saranno al sicuro dai contagi da Covid19, e poi invece si è perfettamente consapevoli che milioni di alunni non sono in quelle condizioni e quindi il contagio potrebbe essere all’ordine del giorno, ancora di più a seguito della variante Delta che rende l’infezione più trasmissibile con in passato? Perché l’attenzione del Governo è tutta spostata su questo aspetto, mentre si continua a tralasciare quello più importante, il distanziamento in classe, comunicando addirittura alle scuole che da settembre il metro tra un alunno e l’altro sarà pratico solo laddove possibile? Perché la scuola riprende nelle stesse condizioni dell’anno passato, senza aule e personale aggiuntivo, ma soprattutto classi con numeri di alunni ridotti?
Le domande che il sindacato pone a chi gestisce oggi la scuola italiana sono anche altre. Perché si è arrivati addirittura a ridurre l’organico Covid di oltre 30mila unità e a prevederne la collocazione negli istituti solo fino al prossimo 31 dicembre? Perché in altri Paesi, come la Francia, si è deciso di fare effettuare 600mila test salivari a settimana, mentre da noi gli scienziati li reputano validi ma poi non si programma alcun monitoraggio preventivo anti Covid19? Perché non si è programmato un reclutamento straordinario assumendo i precari storici, azione più che giustificata in tempo di pandemia ma che nell’UE è la norma, per andare a coprire oltre 113mila posti liberi e altri 70mila in deroga su sostegno?
“I nostri quesiti sono gli stessi che pongono tantissimi docenti, amministrativi e collaboratori scolastici – dice Marcello Pacifico, leader Anief -, perché i giorni che mancano all’inizio dell’anno scolastico sono sempre meno e la preoccupazione cresce in modo esponenziale. Le disposizioni approntate dal Governo non ci soddisfano, lo diciamo da mesi inascoltati. Il Green Pass obbligatorio per il personale è un dispositivo che, almeno nella scuola, non offre alcuna garanzia per prevenire i contagi. La verità è che stiamo perdendo un’occasione unica: quella del mancato utilizzo del fondi del Recovery Plan per cambiare i parametri alunni-docenti, alla base delle 11mila classi pollaio ancora esistenti e delle almeno 100mila classi da circa 25 alunni, del tutto incompatibili con l’emergenza Covid. Ma anche con una la pedagogia moderna, che guarda alle attenzioni di ogni singolo alunno e che non può essere praticata con efficacia con questi numeri altisonanti di iscritti”.
Anief continua a raccogliere, ancora per alcuni giorni, le adesioni ai ricorsi contro il Green Pass, da parte di dipendenti e studenti universitari che non accettano la violazione discriminatoria di sottoporsi a tampone ogni due giorni per entrare negli istituti scolastici e negli atenei. Come continua la raccolta delle firme per la petizione contro le relative sanzioni, che ha superato le 121mila adesioni. È poi ancora attiva anche la petizione per eliminare l’obbligo del Green Pass tra gli studenti universitari. Una ulteriore specifica petizione è stata avviata per lo sdoppiamento delle classi e il raddoppio degli organici.
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