Il ministero dell'Istruzione ha reso pubblici i dati nazionali sui contratti a tempo indeterminato stipulati: sono 87.209 i posti aggiuntivi in deroga concessi sul sostegno agli alunni portatori di disabilità, ci sono 59.425 docenti (di cui 12.840 incarichi conferiti in base alle procedure del decreto sostegni bis) e 10.729 tra amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici
"Lo abbiamo denunciato, inutile il green pass, per questo abbiamo scioperato; fino a quando non si sdoppiano le classi, il ritorno in presenza sarà insicuro e poco sostenibile in assenza del rispetto delle regole sul distanziamento. Servono test salivari periodici e domestici e una nuova politica di tracciamento dei contagi". A denunciarlo è il sindacato Anief che afferma: "Hanno un nome le tre scuole dell'Alto Adige dove in alcune classi è già tornata la didattica a distanza, per casi di positività tra alunni oppure professori, pochissimi giorni dopo l'inizio delle lezioni in presenza: gli istituti dove le classi sono state messe in quarantena si trovano a Bolzano e sono frequentate da alunni che vanno dalla primaria alle medie. Comincia ad essere evidente che le rassicurazioni del ministro dell'istruzione sul mantenimento delle attività didattiche in presenza, senza tornare alla dad, debbano fare i conti con delle varianti del virus particolarmente potenti, ma soprattutto con l'inerzia di chi governando la scuola aveva la possibilità di aumentare gli spazi delle aule, dimezzare il numero di alunni per classi, incrementando invece quello di docenti e personale Ata. Tutto questo non è stato fatto e la dad è la conseguenza naturale". "La verità - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - è che venendo meno il distanziamento minimo tra gli allievi, ci ritroviamo con una sicurezza inferiore all'anno passato. Perché il vaccino non scherma in maniera assoluta dai contagi, mentre è inevitabile che i rischi di contrarre il Covid siano altissimi rispetto agli attuali spazi. Le condizioni di sicurezza non possono essere solo legate alla mascherina e alla vaccinazione di un quinto delle persone - tra alunni, docenti e personale - che stazionano a scuola per diverse ore al giorno. Si era parlato molto anche di sistemi di aerazione meccanici, che avrebbero permesso un ricambio d'aria maggiore, ma nemmeno questo è stato fatto, tranne in rarissimi casi. Anche i tamponi diagnostici per i non vaccinati sono stati depotenziati. E pure i monitoraggi, da realizzare con i test salivari su alunni e personale, non decollano: si realizzeranno per iniziative degli enti locali, creando pure discriminazione tra studenti e personale. Noi continuiamo a denunciare queste scelte sbagliate: ecco perché anche oggi - conclude Pacifico - scioperiamo in 5 regioni, sempre nel primo giorno di scuola".
"Dall'Alto Adige giunge la notizia che alcune classi nei primissimi giorni di scuola sono state collocate in didattica a distanza: il governatore Arno Kompatscher ha preso questa decisione per casi di positività nelle classi ed evitare possibili focolai. L'incubo dad si materializza nonostante le rassicurazioni del ministro dell'istruzione, Patrizio Bianchi. Anief ha sempre sostenuto che questo pericolo era incombente, poiché si è tornati in presenza a scuola senza le condizioni minime di sicurezza e in particolare senza aver provveduto ad ampliare gli spazi delle aule e dimezzare il numero di alunni per classi, aumentando nel contempo quello di docenti e personale Ata". E' quanto si legge in una nota dell'Anief