"Il 31 dicembre è il giorno limite per lo svolgimento della prova del concorso straordinario: dal ministero dell'Istruzione fanno sapere che c'è tempo fino al 12 novembre per il censimento delle aule utili allo svolgimento delle prove concorsuali. Poiché il decreto Sostegni bis prevede che si organizzerà ''per un numero di posti pari a quelli vacanti e disponibili per l'anno scolastico 2021/2022 che residuano dalle immissioni in ruolo'', si presume che siano non meno di ''15.000 posti da coprire con la nuova procedura riservata ai precari''. A sostenerlo è oggi Orizzonte Scuola, secondo cui i docenti precari guardano con interesse a questa selezione, perché li porterebbe ''alla stabilizzazione dopo anni di lavoro come supplenti''". Lo ricorda il sindacato Anief.
Il sindacato Anief reputa la scelta fatta da Governo in tema di 'classi pollaio' "davvero minimale rispetto all'esigenza delle nostre scuole": le classi con oltre 27 alunni sono circa 10mila; quelle tra i 25 e i 27 iscritti alcune decine di migliaia; infine ci sono almeno 100mila le classi con circa 25 alunni. "Pensare di risolvere il problema dando delle deroghe nella formazione delle classi solo in casi estremi serve a ridurre l'apice del problema ma non certo a estirparlo", commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. "Quello che ci attendevamo, ancora di più ora che stanno arrivano i finanziamenti del Pnrr - continua Pacifico - è un provvedimento capillare per sdoppiare tutte le classi e arrivare ad avere non più di 15 alunni per classe, in casi eccezionali non oltre 17-18. È una esigenza che con la pandemia è diventata impellente, ma già le norme vigenti sulla sicurezza imporrebbero aule scolastiche con almeno 1,80-1,90 metri quadrati di spazio ad alunno: una condizione che in piccole aule, che in media si collocano tra i 35 e i 40 metri quadrati complessivi, viene quasi sempre sistematicamente elusa". (ANSA).
La dimenticanza nella Legge di Bilancio della proroga di 30mila amministrativi e collaboratori scolastici precari porterà le scuole alla paralisi: una fetta consistente del mondo politico e sindacale, Anief prima di tutti, sta chiedendo da giorni l'approvazione di un emendamento che proroghi quei contratti almeno fino al prossimo 30 giugno. Stiamo chiedendo al Parlamento non soltanto la proroga dei contratti al 30 giugno ma la stabilizzazione dei posti in organico di diritto", Lo ha ricordato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Pacifico, si prevedano più risorse in legge di bilancio "Sulla effettiva possibilità di centrare un rinnovo del contratto dignitoso, non basta il sì del ministero dell'Istruzione ma dipende tutto dalla volontà politica: se nella Legge di Bilancio non arriveranno ulteriori risorse, considerando anche le coperture per la perequazione e l'indennità di vacanza contrattuale, sembra che si proceda verso un rinnovo non molto superiore agli 85 euro lordi di tre anni fa. Se così fosse - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - si tratterebbe di una linea politica in perfetta sintonia con quanto accaduto negli ultimi due decenni, durante i quali gli aumenti stipendiali dei dipendenti privati sono saliti del 20-30%, mentre quelli dei lavoratori pubblici sono sprofondati del 20% e scesi pure sotto il livello dell'inflazione. Ci ritroviamo oggi che un professionista, ad esempio un ingegnere, percepisce un compenso mensile fino a dieci volte superiore di un insegnante. E poi ci lamentiamo perché alle superiori non si trovano docenti per coprire le cattedre di discipline scientifiche: ma perché un ingegnere dovrebbe guadagnare 1.400 euro al mese per otto anni, mentre il collega con lo stesso titolo e le medesime competenze ne prende almeno 4.000? La verità è che per dare una svolta a tutto questo servono molte risorse aggiuntive nella Legge di Bilancio andando prima di tutto a coprire il reddito minimo all'inflazione. Dalle nostre stime servono incrementi di almeno 300 euro netti a dipendente"
"È del tutto evidente che quanto sta avvenendo in Italia sul possesso della certificazione verde per tutti i lavoratori del settore pubblico e del privato deve ancora trovare una sua legittimazione rispetto al principio di non discriminazione protetto da una precisa direttiva europea. Per quanto riguarda la scuola, è irragionevole imporre il Green Pass al solo personale per tutelare la salute degli studenti, quando due su tre di essi non sono vaccinati o vaccinabili pur frequentando le stesse classi (5,5 milioni)". Lo afferma il presidente di Anief Marcello Pacifico. "Anche per questo, come sindacato Anief chiediamo l'estensione a tutto il personale di un'indennità da rischio biologico. Un pensiero, infine a quei docenti sospesi che hanno servito lo Stato durante la didattica a distanza, potrebbero continuarlo a farlo, ma risultano senza stipendio ormai da mesi, a cui non è giusto negare lo stato di sopravvivenza, in attesa di un reintegro o di un risarcimento", conclude il leader del giovane sindacato. (ANSA).
Inizia la campagna elettorale per le elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie nei comparti pubblici di scuola, università e ricerca: in vista delle elezioni di primavera dei rappresentanti dei lavoratori, il sindacato Anief ha dato vita a un incontro di inaugurazione delle attività di promozione del giovane sindacato alla presenza di tutti i dirigenti sindacali del territorio nazionale e di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: il leader dell'organizzazione autonoma ha detto che il sindacato intende migliorare la propria rappresentanza dando il massimo per "valorizzare le figure professionali, eliminando la precarietà, garantendo la piena mobilità e quindi il diritto alla famiglia. Vogliamo pure valorizzare i livelli professionali e i ruoli a tutti i livelli, ripartendo da una ridefinizione degli organici", ha spiegato Pacifico. Questo, ha dichiarato il sindacalista autonomo ad Italia Stampa, è un appuntamento "importante per il personale scolastico - docente, amministrativo educativo - ma anche per quello dell'università e per i ricercatori degli enti di ricerca: quest'anno la campagna elettorale si realizza nel bel mezzo del rinnovo del contratto scaduto da tre anni. E per la prima volta questa trattativa avrà il sindacato Anief" in prima linea, dopo che nell'ultima tornata di elezioni "è stato dichiarato tra i sindacati maggiormente rappresentativi"
A due mesi dall'inizio dell'anno scolastico e dalla ripresa delle lezioni in presenza, non trova soluzione il problema delle cattedre scoperte: diverse migliaia sono le cattedre ancora da coprire. Solo a Milano ve ne sono oltre 800: alcuni presidi, che continuano a convocare, ma con risposte modeste e tante rinunce a stipulare il contratto, hanno proposto l'attivazione di misure d'emergenza, come il richiamo dei docenti in pensione. Dalle loro testimonianze si coglie in pieno la gravità della situazione. A sostenerlo è il sindacato Anief il quale aggiunge di non stupirsi: "non è certo accordando ai docenti inseriti in GPS di presentare la domanda di messa a disposizione - dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - che si potevano risolvere i problemi. Noi lo sapevamo che sarebbe finita così: sono infatti rimasti in vita i paletti inutili per l'inserimento nelle Gps e sulla loro spendibilità. Come non si è voluto tenere conto delle graduatorie d'istituto per le immissioni in ruolo. Abbiamo avuto così circa metà delle oltre 100mila cattedre perse e che invece dovevano andare al ruolo. Poi ci sono quasi 70mila posti in deroga che continuano ad andare su sostegno. Per non parlare del fatto che certe cattedre non risultano appetibili, perché un ingegnere non può percepire 1.400 euro per otto anni. Il peccato originale - conclude Pacifico - rimane comunque quello di avere negato il doppio canale di reclutamento". Nonostante l'esigenza di personale, con poco meno di 200mila supplenze annuali che anche quest'anno devono essere portate a termine, nelle scuole si sta rivivendo il paradosso della forte difficoltà nel coprire le cattedre libere. Dopo i tentativi a vuoto degli uffici scolastici, che hanno potuto contare su un algoritmo ministeriale non proprio impeccabile, la "pratica" è passata ai presidi. (ANSA).
Il nuovo protocollo sulla gestione delle quarantene che mira a evitare la didattica a distanza a scuola, a meno che in una classe non ci siano almeno tre positivi, suscita le ire dei sindacati non solo per i contenuti - troppe responsabilità scaricate sulle scuole e sui presidi - ma anche per il metodo scelto dal governo. "Parlano di condivisione ma il testo che è girato in questi giorni non ci è stato dato, abbiamo appreso i contenuti del nuovo documento oggi da alcune slide, non è questo il modo di fare informativa sindacale", attacca Graziamaria Pistorino, della Flc Cgil. "Vorremmo più dialogo da parte del ministero dell'Istruzione", lamenta anche Maddalena Gissi della Cisl. "Non siamo stati coinvolti e siamo stati messi di fronte a decisioni unilaterali", sostiene Pino Turi della Uil. Il testo - che entrerà in vigore nelle prossime ore - è frutto del lavoro dell'Istituto Superiore di Sanità, dei ministeri della Salute e dell'Istruzione con il contributo delle Regioni e rimane comunque quello circolato in questi giorni: niente dad se c'è un solo positivo, se sono due quarantena "selettiva" a seconda si sia vaccinati o meno, e si resta tutti a casa se i casi sono almeno tre. Per salvaguardare il più possibile l'anno scolastico in presenza, in caso di contagi, il ricorso alla didattica a distanza verrà calibrato, e si darà peso a test e tracciamento: valgono il molecolare, quello rapido, o con prelievo salivare e analisi molecolare. Andranno effettuati il prima possibile e dopo cinque giorni, oltre che al termine dell'eventuale quarantena. A non piacere ai sindacati è il fatto che una serie di decisioni siano, a loro dire, scaricate sulle scuole, in particolare sulle figure del dirigente scolastico e del responsabile covid. Per placare le loro ire - il confronto di oggi pomeriggio, durato quasi tre ore, a quanto si apprende è stato a tratti incandescente - il ministero dell'Istruzione ha garantito l'emanazione, a brevissimo, di una circolare che dovrà spiegare in dettaglio i compiti delle scuole e dei dirigenti scolastici nel caso di casi di covid tra gli alunni o tra il personale. I sindacati hanno chiesto che venga scritto nero su bianco che i dirigenti scolastici non sostituiranno le Asl nei loro compiti. "Ancora una volta si scaricano sulla scuola attività improprie, che dovrebbero essere fatte dall'autorità sanitaria. Il lavoro istruttorio, infatti, dovrebbero farlo le scuole senza averne esperienza nè competenza. Condividiamo solo l'obiettivo di evitare la dad ma ribadiamo che servirebbero i presidi sanitari negli istituti: il tracciamento è stato abbandonato e va ripreso, nè puo' farlo il personale della scuola", dice Turi. Mentre il sindacato Anief sostiene che i contagi sono in aumento nelle scuole, che i dati non vengono volutamente diffusi e con l'arrivo del freddo intenso sono alte le possibilità che anche l'Italia si ritrovi ad essere costretta ad una stretta sulle condizioni di svolgimento delle lezioni in classe. (ANSA).
"Anche in Italia c'è un sostanziale aumento di casi da Covid19, solo che quelli delle scuole continuano volutamente a non essere diffusi: è assodato, comunque, che la politica del ritorno in classe senza distanziamento sta producendo quella recrudescenza di casi che avevamo annunciato solo noi e pochi altri. Fare cadere la distanza minima di un metro tra gli alunni, mantenendo gli stessi locali scolastici e senza sdoppiare il numero degli allievi presenti, ci sta portando dove temevamo. Avere imposto l'illegittimo e discriminante Green Pass, che noi continuiamo a contrastare nei tribunali, è stato solo uno specchietto per le allodole: tutta l'attenzione mediatica si è spostata sul possesso del certificato verde, senza riflettere sul fatto che su dieci milioni di individui presenti a scuola, ben oltre la metà, considerando soprattutto tutti gli alunni fino 12 anni, non si sarebbero mai potuti vaccinare". A dirlo è dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief sul ritorno all'uso delle mascherine in alcuni Paesi europei. "La verità è che all'estero sono ripartiti con la didattica in presenza predisponendo misure organizzative poco rigorose, come in Francia, dove si è tornati a lezione senza nemmeno l'obbligo di indossare la mascherina, adesso devono correre ai ripari. Speriamo di sbagliarci, ma - conclude Pacifico - con l'arrivo del freddo secondo noi sono alte le possibilità che anche l'Italia si ritrovi ad essere costretta ad una stretta sulle condizioni di svolgimento delle lezioni a scuola". (ANSA).
Inizia la campagna elettorale per le elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie nei comparti pubblici di scuola, università e ricerca: in vista delle elezioni di primavera dei rappresentanti dei lavoratori, il sindacato Anief ha dato vita a un incontro di inaugurazione delle attività di promozione del giovane sindacato alla presenza di tutti i dirigenti sindacali del territorio nazionale e di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: il leader dell'organizzazione autonoma ha detto che il sindacato intende migliorare la propria rappresentanza dando il massimo per "valorizzare le figure professionali, eliminando la precarietà, garantendo la piena mobilità e quindi il diritto alla famiglia. Vogliamo pure valorizzare i livelli professionali e i ruoli a tutti i livelli, ripartendo da una ridefinizione degli organici", ha spiegato Pacifico.