Ora Miur cerca commissari per maturità scuole oltre confine
(ANSA) - ROMA, 23 MAR - "La legge delega della Buona Scuola sul 'riordino delle scuole italiane all'estero' sembrerebbe voler 'punire' il personale in servizio nelle 142 scuole, nei 242 lettorati e nei corsi di lingua e cultura italiana". E' quanto afferma l'Anief aggiungendo che proprio per le scuole italiane all'estero il ministero degli Esteri ha comunicato l'avviso relativo alle nomine dei commissari per la Maturità di giugno da conferire ai docenti in servizio in Italia (gli interessati, se in possesso dei requisiti richiesti, possono inviare domanda, per via telematica, dalle 12.00 del 29 marzo alle 12.00 del 12 aprile). "Con il testo approvato già dal Consiglio dei Ministri - osserva l'Anief - si vuole ridurre l'indennità fissa di sede (-38% dal 2014 per docenti superiori), penalizzare il rientro in Italia (no al super-punteggio e sì ad ambiti territoriali), svilire la dirigenza (lontana dall'Ise dei diplomatici) e mortificare le reggenze. Oltre a introdurre un ridicolo tetto all'organico di sostegno: appena 10 unità". "Sono anche inaccettabili le riduzioni di organici e gli spezzoni di ore" aggiunge il sindacato che contesta, soprattutto, "l'eliminazione dei contratti a termine e l'obbligo della loro copertura da parte del personale di ruolo, al di là dei vincoli contrattuali e del possesso della specifica abilitazione. Creando, quindi, i presupposti per una sostanziosa riduzione della qualità dell'offerta formativa prodotta". "Forse chi ha scritto quella parte del decreto - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - non è a conoscenza del fatto che il 25% del personale che opera all'estero è precario (mentre in Italia è il 13%). La 'frittata' si compie del tutto, però, quando al posto dei precari si vogliono assumere docenti di ruolo senza abilitazione. È evidente che questa possibilità non può essere bene accolta dal sindacato. Anche perché tutto ciò avviene mentre si cerca chi valuterà gli studenti a fine anno: non si risolve così il problema del precariato, né si dà una risposta concreta alla diffusione della cultura italiana fuori dallo Stivale". (ANSA).
22 marzo 2017, Bruxelles, Parlamento Europeo. Audizione ore 16.00 diretta streaming dei legali Anief Galleano e De Michele sulla petizione presentata sul precariato scolastico, relativa alla violazione da parte dello Stato Italiano, con la legge 107/2015 della Direttiva 70/99 UE e della sentenza Mascolo della CGUE del 24 novembre 2014.
Udir, su 42.292 edifici scolastici, in 8.450 non ci sono lezioni
(ANSA) - ROMA, 19 MAR - La 'stretta' degli ultimi anni sulle misure preventive e il logoramento delle strutture ha prodotto la chiusura o la necessità di adeguare sempre più scuole: tanto è vero che oggi se è vero che gli edifici scolastici esistenti sono 42.292, in 8.450 non si svolgono le lezioni, perché in ristrutturazione, in costruzione o dismessi. Un plesso scolastico su cinque, quindi, è chiuso per sempre o in attesa di essere messo a norma. I dati sono stati forniti dall'ingegner Natale Saccone, nel corso degli incontri organizzati in questi giorni in varie città italiane dall'Udir, il neonato sindacato dei dirigenti scolastici. In Sardegna, a esempio, sono 1.615 gli edifici dove non si va a scuola e appena 326 quelli dove si fa lezione. Anche in Sicilia, a fronte di 1.680 strutture scolastiche operanti, ve ne sono altre 2.580 non attive. Anche le scuole sulla 'carta funzionali necessitano di miglioramenti, dice l'esperto: a esempio, il nulla osta provvisorio per la prevenzione incendi è disponibile in una scuola su sei. Del certificato di collaudo dell'impianto di spegnimento sono sforniti il 91% degli istituti. Per tutelare i presidi, Udir e Eurosofia hanno organizzato a Torino, mercoledì prossimo, il convegno 'Le tre RRR della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni'. I sindacati ricordano che il 50 per cento degli edifici scolastici è stato costruito prima del 1971, l'anno in cui entrò in vigore la normativa sul collaudo statico degli edifici e che anche le scuole attive necessitano di miglioramenti: gli ultimi dati ufficiali dicono che il piano di emergenza e il documento di valutazione del rischio sono stati riscontrati con certezza da meno di tre scuole su quattro (rispettivamente 73% e 72%); il certificato di collaudo statico, da una su due (49%); quello di agibilità-abitabilità e di omologazione alla centrale termica, da una su tre (39%); la certificazione della prevenzione incendi in corsi di validità è presente appena in un'istituzione scolastica su cinque (21%); il nulla osta provvisorio, sempre di prevenzioni incendi, in una scuola su sei (16%). Sul certificato di collaudo dell'impianto di spegnimento siamo messi malissimo, perché ne è sfornito ben il 91% degli istituti. (ANSA).
I tre miliardi e mezzo di investimento del Governo Renzi non hanno prodotto risultati tangibili. Gli ultimi dati nazionali ci dicono che il piano di emergenza e il documento di valutazione del rischio, sono stati riscontrati con certezza da meno di tre scuole su quattro; il certificato di collaudo statico, da una su due; quello di agibilità-abitabilità e di omologazione alla centrale termica, da una su tre; la certificazione della prevenzione incendi in corsi di validità, è presente appena in un’istituzione scolastica su cinque; il nulla osta provvisorio, in una su sei. Sul certificato di collaudo dell’impianto di spegnimento, siamo messi malissimo, perché ben il 91% degli istituti non ne è in possesso. Intanto, i presidi vanno a processo proprio per questi motivi: per tutelarli, UDIR ed EUROSOFIA hanno organizzato a Torino, mercoledì 22 marzo, il convegno ‘Le tre R della Dirigenza. Rischi, responsabilità, retribuzioni'.
Marcello Pacifico (Confedir): la legge è diventata sempre più severa verso i dirigenti scolastici: solo qualche giorno fa, si è saputo che una preside di Marsala dovrà difendersi da dieci capi di imputazione. È chiaro che non possono pagare per colpe non loro. In cambio, poi, di poche centinaia di euro in più al mese rispetto alla busta paga dei docenti. Per questi motivi è nato l’Udir: così non si può andare avanti.
Corteo a Roma. Fedeli 'lavoriamo a soluzioni per precari'. A una fetta del mondo scolastico la Buona scuola (e i suoi decreti attuativi) proprio non va giù. Cobas, Anief e altri sindacati di base (Unicobas, Federata, Orsa, Cub e Usb) hanno portato oggi in piazza a Roma, ma anche in altre città, la protesta in concomitanza con uno sciopero del comparto al quale, secondo il leader dei Cobas Piero Bernocchi, ha aderito in media 1 lavoratore su 5. Rivendicazioni alle quali il Governo spiega di non essere rimasto sordo. "A loro voglio dire - ha dichiarato la ministra Fedeli riferendosi ai manifestanti che sotto le finestre del Miur stamani facevano sentire la loro voce - che stiamo lavorando per la qualificazione della scuola". "Dovrebbero sapere, visti anche i pareri delle commissioni sul decreto per il reclutamento e, in particolare, sulla fase transitoria, che stiamo puntando a reclutare e immettere nella scuola le persone che sono precarie e hanno superato i concorsi". Nella Capitale dopo il sit-in davanti al Miur i manifestanti (5.000 secondo i Cobas) hanno dato vita a un colorato corteo lungo viale Trastevere sventolando le bandiere sindacali e sorreggendo striscioni con slogan contro i tagli al sostegno e in difesa della scuola pubblica. A Napoli protesta in piazza del Gesù dove alla base dell'obelisco è stato affisso uno striscione chiedendo l'eliminazione dell'alternanza scuola-lavoro che "si traduce in uno sfruttamento degli studenti". Insegnanti in piazza anche a Cagliari: un gruppo di docenti si è ritrovato in piazza Giovanni XXIII per aprire un corteo che, attraversando le strade cittadine, si è concluso davanti alla sede dell'Ufficio scolastico regionale in piazza Galilei. A Palermo centinaia di persone, studenti, genitori e docenti, sono partiti da piazza Verdi per raggiungere in corteo Palazzo d'Orleans. ""Ancora una volta - ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - il mondo dell'istruzione pubblica si è espressamente dichiarato contro quella che è stata definita la Buona Scuola, ma che alla resa dei conti non si è mostrata né giusta, né equa, né solidale". "Decine di migliaia di docenti e Ata hanno partecipato alle 10 manifestazioni svoltesi a Roma, Cagliari, Palermo, Napoli, Torino, Bologna, Catania, Venezia, Firenze e Bari" è il bilancio dei Cobas che oltre al ritiro delle deleghe chiedono, tra le altre cose, l'eliminazione della chiamata diretta dei prof, il recupero del 20% di salario perso in 8 anni di blocco contrattuale, l'assunzione dei precari con almeno 36 mesi di servizio, la libertà delle scuole di istituire o meno l'alternanza scuola-lavoro e la cancellazione dei test Invalsi. (ANSA).
Intanto per concorso a cattedra "finalmente le prove suppletive"
Roma, 15 mar. (askanews) - Mentre "finalmente" sono state pubblicate in gazzetta le prove supplettive del concorso a cattedra, "il Miur licenzia tre docenti appena assunti": la denuncia arriva dal sindacato Anief.
ROMA, 10 MAR - "Quando, tra poco più di un anno, avremo la nuova maturità, viene da chiedersi come faranno i privatisti a essere ammessi e ad affrontare la prova orale, dal momento che non hanno svolto questo genere di attività formative divenute nel frattempo imprescindibili". Lo afferma l'Anief sottolineando anche la mancanza del regolamento che tutela gli stagisti. "Servono regole chiare e tutele vere per evitare - afferma il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - che gli studenti rimangano esposti ai fenomeni di sfruttamento, di cui oggi purtroppo abbiamo spesso riscontro, così come bisogna dare risposte a chi si presenta da privatista. Oltre che far decollare l'interesse degli imprenditori: senza incentivi veri, 'accesi' anche dal Ministero del Lavoro, il progetto è destinato a naufragare".
PALERMO, 6 MAR - Su 700 mila insegnanti di ruolo in Italia appena il 15% ha potuto finora usufruire della carta docente, il bonus da 500 euro per l'aggiornamento professionale e spendibile dal 30 novembre per l'acquisto di libri di testo, cinema e teatri. A causa anche di problemi telematici. A denunciarlo è l'Anief, l'associazione nazionale degli insegnanti. "La maggioranza dei docenti - dice il presidente dell'Anief Marcello Pacifico - non ha potuto usufruire del bonus. A causa di un errore del sistema telematico del ministero dell'Economia e delle Finanze soltanto alcuni enti, sia spa e srl, sono stati inseriti nel sistema. Chiediamo che il Ministero autorizzi altri enti per consentire ai professori di usufruire di questa opportunità per gli acquisti di libri e per l'aggiornamento professionale". A Palermo, ad esempio, molti docenti hanno avuto disagi nell' individuare gli esercizi commerciali, come librerie, cinema e teatri, convenzionati nei quali spendere la somma a loro destinata per la formazione dalla cosiddetta "La Buona scuola". "Ho riscontrato qualche difficoltà già a fine novembre - dice Elena Mancuso, docente di Italiano e Latino a Palermo - poi ho cominciato a usufruire della carta del docente da metà dicembre, per via del numero esiguo di esercizi convenzionati. Ancora oggi sono pochi quelli presso cui è possibile utilizzarla". "Purtroppo però - ha sostenuto, nei giorni scorsi l'Aires (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati) - non tutti gli esercenti che desiderano fornire il servizio agli insegnanti lo possono fare a causa di un intoppo burocratico che la Aires ha segnalato alla Presidenza del Consiglio e al Miur a dicembre. Il problema consiste nella mancata inclusione di alcuni codici Ateco nell'elenco di quelli automaticamente accettati dalla piattaforma informatica messa a punto da Sogei per conto del Ministero". (ANSA).
“Siamo arrivati al punto che professori e presidi vengono percepiti come nemici dello Stato e, di conseguenza, delle persone. Contrariamente a ciò che si pensa siamo tutti al servizio dello Stato, del cittadino e, quando si parla di scuola, ci dobbiamo impegnare per garantire un servizio fondamentale per la nostra società”. Con queste parole Marcello Pacifico, Presidente Nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ha commentato l’ennesimo agguato, con tanto di aggressione fisica, ad un dirigente scolastico catanese, Fernando Rizza, che fatica a spiegare l’accaduto: “Aggredito a calci e pugni ma non so perché. Viviamo in una società che ha perso i valori e magari si pensa di ottenere un diritto agendo con queste forme sbagliate. “Abbiamo a che fare – spiega il preside al quotidiano La Sicilia– con centinaia di persone e trattiamo tanti atti amministrativi con un unico obiettivo: fare il bene della scuola per educare e formare i ragazzi. Qualche atto può non essere gradito, ma ci sono altri modi per contestare l’operato di un preside, come i sindacati e la legge”. Il Presidente dell’Anief tenta di trovare una spiegazione plausibile all’ennesimo gesto di intollerabile gravità che sta assumendo i contorni di un fenomeno deprecabile del nostro tempo, strettamente correlato a quella crisi di status che riguarda la figura professionale dell’insegnante: “C’è ormai il clima negativo, culturale e politico, di un Paese che si ostina, contro ogni evidenza, a dipingere i dirigenti scolastici come nemici del Collegio docenti o del personale Ata, come potenziali corrotti e corruttori che si approfitterebbero dell’autonomia scolastica per perseguire interessi personali”. Pacifico si sofferma poi sulla questione decreti delegati: “C’è la necessità che entro il 17 marzo si giunga ad una revisione completa degli otto testi al vaglio delle commissioni. I decreti sono sbagliati e vanno corretti. Ci sono errori all’interno del decreto sul sostegno come in quello che affronta il tema della formazione iniziale. In questo modo la scuola precipita, non so come faccia la neo ministra Fedeli ad annunciare che tutti i professori saranno in cattedra per i primi di settembre, è utopistico”.
ROMA, 28 FEB - L'Anief accoglie con favore l'ordine del giorno, approvato oggi in Senato, che riguarda il personale della scuola. "Una giusta risposta al precariato" commenta il sindacato, che però aggiunge: "non basta". "Se rispettato, l'ordine del giorno comporterebbe delle modifiche alla delega relativa al reclutamento, nello specifico alla fase transitoria" spiega l'Anief. Tuttavia, non basta, poiché "occorre dare seguito ai buoni intenti con un decreto legge ad hoc". "Se si vuole davvero dare una svolta e cancellare la supplentite - si legge in una nota - occorre inserire tutti i posti vacanti in organico di diritto, perché ci sono più di 80mila posti dati oggi in supplenza annuale. Ogni anno, ricordiamo, si assegnano oltre 100mila supplenze di lunga durata. E la situazione non muterà più di tanto, visto che i 400 milioni di euro inseriti nella legge di Bilancio 2017, su cui c'è stato il via libera del Mef, serviranno a questo scopo solo per appena 13mila posti". "Le operazioni da attuare sono diverse e una complementare all'altra - ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief - bisogna, anche questo è urgente, aggiornare le Graduatorie a eliminazione annualmente e serve un provvedimento normativo specifico, visto che l'ultimo decreto Milleproroghe approvato rinvia al 2018 la 'finestra' naturale di aggiornamento che cadeva invece proprio quest'anno". Allo stesso tempo, occorre "procedere allo svuotamento delle Gae e delle graduatorie di merito, ove sono inseriti i vincitori del concorso a cattedra" e "attingere alle graduatorie d'istituto laddove risultino esaurite le Gae". (ANSA).
(Teleborsa) - Torna l'attenzione dei sindacati della scuola sulla figura del dirigente scolastico, sempre più penalizzato da maggiori responsabilità e rischi, contro compensi che si rivelano inadeguati. Un problema che è emerso da tempo. Crescenti carichi di lavoro, responsabilità enormi, spostamenti continui per raggiungere plessi e sedi scolastiche, buste paga a dir poco esigue rispetto agli impegni/rischi: sono questi i maggiori problemi di questa categoria, che torna sotto i riflettori con vari seminari gratuiti sul tema organizzati dal sindacato UDIR e da Eurosofia. "Registriamo una sempre più alta insofferenza tra i presidi: il maggior numero di compiti, scadenze e impellenze di varia natura hanno trasformato la loro professione in un impegno da 18 ore al giorno. Il tutto, si svolge in cambio di buste paga a dir poco basse, soprattutto se rapportate al grado di responsabilità richiesto e alla mole di lavoro svolta", ricorda Marcello Pacifico, Presidente del giovane sindacato Anief.
Queste sono le parole pronunciate dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, durante l’audizione di ieri in Commissione Cultura di Camera e Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero. Infatti, tra i punti toccati (università, diritto allo studio, edilizia scolastica e mobilità) anche quello degli insegnanti precari. Cisl: “Bene impegno sul reclutamento, ma si faccia di più”.
Anief: “Soluzioni su fase transitoria non ci soddisfano”. Continua a leggere
L’Anief scende in piazza insieme a Cobas, Unicobas e Usb il 17 marzo contro le deleghe della riforma Renzi. «La data è simbolica, poiché - ricorda in una nota - è l’ultimo giorno utile al Parlamento per esprimere il parere sugli otto decreti legislativi della Buona Scuola, i quali non risolvono il problema del precariato, della valutazione e del merito, dell’organico di sostegno, del diritto allo studio, dell’insegnamento all’estero, della chiamata diretta». Per l’occasione, il sindacato autonomo lancia un appello a tutti i supplenti, docenti e Ata della scuola italiana e all’estero. Chiede inoltre anche ai sindacati rappresentativi di «scioperare insieme, ancora una volta, per mandare un segnale forte al Governo». Sono previsti sit-in nella Capitale e in alcune città della Penisola.
In questo modo le Gae non si esauriranno mai.
Roma, 17 feb. (askanews) - "L'amministrazione scolastica intende dare seguito a quanto previsto dal decreto Milleproroghe sul posticipo non solo della "finestra" di aggiornamento delle GaE, ma anche della prima fascia delle graduatorie d'Istituto. Mentre, l'aggiornamento della seconda e terza fascia di quest'ultime si effettuerà nella primavera 2017. Si conferma il disallineamento insensato che porterà paradossalmente parte dei precari ad avere un trattamento diversificato rispetto a quelli che hanno maggiore anzianità di servizio. Anief ricorrerà in tribunale". E' il commento del sindacato della scuola Anief, in una nota. Spiega Marcello Pacifico (Anief-Cisal): "è una decisione irragionevole, perché a seguito della mobilità straordinaria, oggi è tutto modificato rispetto alle scelte fatte dai precari nel 2014, sulla base degli organici preesistenti. Se un docente abilitato, magari da oltre 10 anni, si trova in una provincia dove oggi non c'è più posto, anzi sono anche in sovrannumero i colleghi di ruolo, è evidente che da quella sede il precario ha desiderio di andarsene. Non si può farlo stare lì ad attendere il nulla. Ora però questo suo diritto, perché va ribadito che l'aggiornamento naturale era previsto nel 2017, gli viene negato, sulla base di supposte ragioni di continuità didattica che non hanno alcun fondamento. Oltre al fatto che, in questo modo, le GaE non si esauriranno mai". "Sull'aggiornamento delle graduatorie dei docenti dei precari - prosegue - il Miur si sta "incartando" come non mai", "si produce, in tal modo, un disallineamento privo di senso, che porterà paradossalmente una parte dei precari ad avere un trattamento diversificato rispetto a quelli che hanno maggiore anzianità di servizio". Il giovane sindacato si dice sin d'ora pronto a ricorrere contro il mancato aggiornamento della terza fascia delle GaE e della prima fascia delle graduatorie d'istituto. Anief non è nuova a questo genere di battaglie legali: così come è riuscita a fare riaprire ai laureati la terza fascia delle graduatorie d'istituto, come previsto nel decreto legge Milleproroghe 2016, ritiene ora illegittimo il mancato aggiornamento della terza fascia delle GaE e della conseguente prima fascia delle graduatorie d'istituto. "Se un docente abilitato, magari da oltre 10 anni, si ritrova in una provincia dove oggi non c'è più posto, anzi sono anche in sovrannumero i colleghi di ruolo, è evidente che da quella sede il precario ha desiderio di andarsene. Non si può farlo stare lì ad attendere il nulla. Ci troviamo dinanzi a una lesione di un suo diritto, perché va ribadito che l'aggiornamento naturale era previsto nel 2017, sulla base di supposte ragioni di continuità didattica che, come abbiamo più volte dimostrato, non hanno alcun fondamento se legate al precariato. Si crea, in questo modo, una disparità di trattamento e un danno gratuito a chi chiede solo di spostarsi di provincia. Inoltre, in questo modo, è evidente che le GaE non si esauriranno mai", conclude il sindacalista autonomo.
I docenti precari hanno gli stessi diritti degli insegnanti di ruolo, grande vittoria riportata dall'Anief.
Pensare di salvaguardare i bisogni formativi dell’allievo, confermando lo stesso insegnante di sostegno per un alto numero di anni è un’illusione. Tale docente è, infatti, inserito all’interno dell’organico scolastico: all’inizio di ogni nuovo anno, sempre che abbia mantenuto la stessa sede di servizio, nulla vieta che possa cambiare allievo. Inoltre, la programmazione educativa individualizzata non è frutto del singolo docente, ma sempre e solo del Consiglio di Classe: è in quella sede che si determina la linea formativa dell’alunno. E quell’organismo ogni anno cambia volto e strategie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la continuità didattica è un falso mito, perché nell’ipotesi di contratto sulla mobilità è abolito il vincolo triennale di permanenza e almeno un insegnante per Consiglio di Classe avrà la possibilità di spostarsi per avvicinarsi, giustamente, vicino casa. Mentre i docenti di sostegno, ai sensi dell’art. 12 della legge delega, dovranno permanere nel loro ruolo per dieci anni; inoltre, nello stesso organo collegiale, uno o due docenti sono quasi sempre precari, costretti ogni anno a cambiare sede. Vi sono, poi, i trasferimenti volontari e d’ufficio e i pensionamenti. In questo quadro, con la programmazione periodicamente rivista e corretta, come si può pensare di garantire la continuità formativa pensando di costringere il docente di sostegno a rimanere sull’alunno? Ma ammesso che sia così, perché il Miur continua, pure dopo la riforma, ad assegnare una cattedra di insegnante specializzato su tre ai precari?
ROMA, 10 FEB - La delega alla riforma vuole portare da 20 a 22 il numero di alunni per classe in presenza di disabili e a questo proposito dal Senato parte un'interrogazione al ministro dell'Istruzione: lo rende noto l'Anief segnalando l'iniziativa di un gruppo di senatori secondo i quali 'lo schema di decreto legislativo per la promozione dell'inclusione scolastica, all'esame del Parlamento, non sembra garantire i diritti, né soddisfare i bisogni degli studenti disabili'. "Non si può pensare di garantire la continuità didattica solo costringendo il docente specializzato a rimanere sull'alunno - afferma il presidente di Anief Marcello Pacifico - così come non possiamo che contrastare la norma che alza il numero di alunni in presenza di un disabile grave nel gruppo-classe. Come si può pensare di elevare la qualità della didattica 'speciale' se a governare sono sempre le esigenze di cassa? È chiaro che se ne riparlerà in tribunale: i giudici saranno chiamati a esprimersi sull'ennesima lesione del diritto allo studio. Infine - conclude - non possiamo non ricordare che la delega sul sostegno non si occupa di un aspetto fondamentale: il dato nazionale degli oltre 40mila posti, su 140mila, che ogni anno devono andare in deroga fino al 30 giugno, a causa di una legge, la 128/2013, che non si riesce a cancellare".
Intervista al Presidente ANIEF Marcello Pacifico.
È il primo risultato, per quanto ancora non scritto, del confronto tra politica e associazioni sul testo della delega sull'inclusione scolastica. Da parte della ministra Fedeli c'è la disponibilità ad accogliere le osservazioni che verranno dal Parlamento. Le associazioni sono impegnate a formulare proposte, confronto aperto con la politica.
Roma, 7 febbraio 2017 - È nato da pochi giorni l'UDIR, il nuovo sindacato dei dirigenti scolastici. La nuova organizzazione, fortemente voluta da Marcello Pacifico, presidente di ANIEF (Associazione Sindacale Professionale), nei primi due giorni di vita ha già registrato più di 100 iscrizioni, e punta a diventare il punto di riferimento principale di tutti i dirigenti scolastici italiani. La nuova organizzazione aderisce a Confedir (Confederazione rappresentativa al tavolo della dirigenza pubblica per il triennio 2015-18) ed è stato creato per centrare un obiettivo ormai da tempo abbandonato da tutti gli altri sindacati che hanno sottoscritto nell’ex area V il CCNL 2000-2001, che hanno dimenticato di trattare tutti i dirigenti allo stesso modo, lasciando i dirigenti scolastici come fanalino di coda della dirigenza italiana. Per i vertici del nuovo sindacato "I sindacati storici non hanno contrastato, in maniera significativa, il taglio del 33% del FUN, nell’ultimo quinquennio, da cui si paga la retribuzione di posizione e di risultato con riflessi negativi nella contrattazione regionale. Pertanto, risulta necessaria un’immediata e vincente azione giudiziaria che aumenti gli stipendi a regime e recuperi gli arretrati. L'UDIR nasce quindi con l'intento di combattere con forza queste disparità, che portano i Dirigenti Scolastici ad essere i dirigenti dello stato meno pagati in assoluto a fronte del fatto che sono quelli con il maggior numero di responsabilità. Il nuovo sindacato dei dirigenti scolastici promette di iniziare subito con azioni forti, anche legali, per difendere i diritti di un settore dimenticato della dirigenza dello stato. A tal fino sono già previsti e pronti più di 100 ricorsi per la tutela del profilo dirigenziale del "vecchio" Preside.
"Fase transitoria è un disastro". Minaccia di sciopero.
Roma, 5 feb. (askanews) - L'Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori è in stato d'agitazione per la questione precariato nella scuola, e si dice pronta a uno sciopero. "La mancanza di prospettive d'assunzione, prevista dalle leggi delega della riforma Renzi-Giannini - si legge in una nota dell'Anief -, riguarda tutto il panorama del personale precario: quello docente che lavora attraverso le graduatorie d'istituto e le scuole estere, gli amministrativi, tecnici e ausiliari a tempo determinato, gli educatori, i laureati in Scienze della formazione primaria dal 2012, gli insegnanti di sostegno. Inoltre, per chi sceglie il concorso pubblico si prospetta una beffa: ammesso che lo vinca, dovrà aspettare il 2020 per iniziare a frequentare un corso abilitante, abbandonare la supplenza e riavere poi la stessa con stipendio dimezzato perché tirocinante, per poi tornare a fare il docente dopo altri tre anni con stipendio iniziale senza scatti di anzianità e col rischio d'essere pure bocciato. Nella primaria, invece, il docente non sarà mai assunto. Per non parlare del 25% dei docenti precari che non potranno più lavorare dall'anno prossimo nelle scuole italiane all'estero, perché saranno sostituiti dagli insegnanti di ruolo". "La questione - spiega ancora l'Anief - riguarda anche gli insegnanti di sostegno, costretti a rimanere nel loro ruolo per dieci anni, in nome di una continuità didattica che non esiste. Risulta condannato alle supplenze anche il personale Ata. Inoltre, è scandalosa la gestione dei criteri di ammissione al concorso per diventare insegnante".
E Marcello Pacifico (Anief-Cisal) dichiara: "La laurea, fino a prova contraria, non può scadere come se fosse uno yogurt. Un titolo di studio non può essere sospeso ad tempus: o è valido oppure non è valido; delle due, si scelga una. La verità è che il Miur deve subito organizzare un concorso a cattedre aperto a quei laureati che ha escluso nel 2016", annunciando che "dopo le richieste emendative alle deleghe, in audizione in Senato, abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione che, in assenza di risposte, porterà a un nuovo sciopero generale del personale interessato, da svolgere anche congiuntamente con le altre sigle sindacali. Serve una soluzione urgente e adeguata rispetto a una legge, la 107/15, e ai suoi schemi di decreti delegati, che allontanano la nostra scuola dall'Europa". "La mobilitazione, per certo - conclude Pacifico -, continuerà anche nei Tribunali nazionali ed europei".