Sono più di cento i docenti e gli ATA con contratto a t.d. che si sono visti sbloccare dai giudici gli arretrati maturati a titolo di progressione di carriera. Il Miur nega questa indennità ai precari (e preferisce pagare arretrati e spese di giudizio), ma si avvicina il momento in cui la magistratura potrebbe annullare questo risparmio nella spesa per il personale che induce a mantenere il sistema del precariato.

 

Mercoledì della settimana scorsa nove insegnanti assistiti dalla Gilda di Treviso hanno vinto, contro il Ministero dell’istruzione, la causa per il riconoscimento degli arretrati maturati con l’anzianità di servizio. Il magistrato ha dato torto al Miur, all’Ufficio scolastico regionale e a quello provinciale disponendo il pagamento degli arretrati in favore dei ricorrenti (che si vedono riconosciuti cifre che vanno, a seconda degli anni di servizio effettuati: da mille fino a quasi 9000 euro). La strada giudiziaria è da sempre quella privilegiata dall’ANIEF che, in riferimento a questo particolare aspetto del contenzioso tra Miur e precari, l’ha percorsa con successo appellandosi alle leggi nazionali e a quelle della Unione europea. Da questa sentenza, siamo spronati a proseguire sulla strada giudiziaria, affinché sia riconosciuta parità di diritti ai precari rispetto ai loro colleghi di ruolo, in analogia con quanto avviene per gli insegnanti precari di IRC, ai quali è riconosciuta la progressione stipendiale.

Utilizzati come strumento di comparazione e per la valutazione di sistema, i test “strutturati” sono centrali e imprescindibili; invece, per la valutazione sommativa di singoli studenti, in sede d'esame, vanno correlati all'esito di verifiche (aperte o semistrutturate) più adatte a “indicare” le competenze più elevate della scala tassonomica, quelle previste  negli OSA degli studenti delle scuole secondarie superiori.

Dev'essere rimasta sorpresa e deliziata, la Gelmini, da quella che dev'esserle sembrata l'efficacia del test Invalsi per la classe terza media; ora medita di introdurlo anche tra le prove dell'esame di Stato per le scuole superiori, a partire dal giugno 2012:“Serve una valutazione oggettiva delle conoscenze degli studenti”, ha detto, fiduciosa. La novità  consisterebbe nel carattere “nazionale” del test, in quanto la Terza prova, introdotta dal ministro Luigi Berlinguer nel 1999, adesso è preparata localmente dalle commissioni esaminatrici. Conquisa subitaneamente, temiamo sia rimasta abbacinata dal mito dell'obiettività, poiché ha dichiarato: “… dovrà garantire omogeneità di giudizio indipendentemente da scuole e commissioni”, parole che lasciano trasparire (a parte la solita sfiducia nella professionalità dei docenti), la stessa ingenuità del paziente che insiste col medico perché le prescriva l'accertamento radiografico. Gli accertamenti ci vogliono, ma non sono il cuore della diagnosi personalizzata sul singolo alunno (“la base della valutazione”, dice il Ministro lodando la prassi docimologica di altri Paesi), poiché vanno, come dire, “incrociati” con altri descrittori di cui la commissione è abbondantemente munita; e si tratta di descrittori ben più significativi di quelli connessi a prove del tipo vero/falso. Occorrere essere professori per capirlo o, appunto, occorrere essere medici. Confidiamo nei consiglieri del ministro, per non finire con l'importare la prassi dei Paesi nei quali di fatto i test sono “la base della valutazione”.

 

Orientato ad una linea meritocratica, il Miur ha stabilito criteri progressivamente più severi per l’assegnazione del massimo voto all’esame finale delle secondarie di II grado

Per questo a.s. 2009/10, le commissioni si atterranno ai criteri stabiliti con O.M. n.44/2010 che, all’art.20 stabilisce: “….La Commissione può motivatamente attribuire la lode a coloro che conseguono il punteggio massimo di 100 punti senza fruire della integrazione del punteggio, a condizione che: abbiano conseguito il credito scolastico massimo complessivo attribuibile senza fruire della integrazione di cui all’art.11, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, n.323; abbiano riportato negli scrutini finali relativi all’ultima classe solo voti uguali o superiori a otto decimi, compresa la valutazione del comportamento”. Nei prossimi anni, i criteri si faranno più restrittivi chiamando in causa le valutazioni riportate dallo studente nel triennio. La commissione potrà attribuire la lode a studenti che conseguano la cifra 100 dalla somma delle prove e del credito senza fruire di integrazioni (il c.d. bonus fino a 5 punti), a due condizioni: che abbiano riportato il massimo credito scolastico (25 punti) e che nello scrutinio del V anno abbiano riportato voti uguali o superiori agli 8 decimi in ogni disciplina. Nell’esame del 2011 si osserverà se il candidato ha riportato il credito massimo anche nello scrutinio di quarta classe; nell’esame del 2012 si osserverà se il candidato ha riportato il credito massimo anche al terzo anno di studi. Si richiederà, altresì, per l’attribuzione della lode, che le deliberazioni siano state prese tutte all’unanimità, sia da parte dei consigli di classe che da parte della commissione d’esame.

 

Come già lo scorso anno, gli ispettori ministeriali incaricati di redigere le tracce per la prova di Italiano appaiono sintonizzati sulle frequenze del nostro tempo; ci riferiamo, in particolare, alla traccia sulla musica.

Hanno prospettato ai candidati impegnati nella prova d’Italiano una gamma di opzioni che spazia tra differenti tematiche importanti; è questo il segno che gli studenti li si prende più sul serio, senza muoverli come fa il burattinaio dall’alto, come in passato si è fatto quando li si impegnava su tematiche “di scuola”, polverose e marginali. Ieri, come già lo scorso anno, le tracce proposte sono andate dritte su tematiche essenziali, senza espressioni contorte né intellettualismi echeggianti critica critica. Lo scorso anno si trattò degli abissi della mente (l’analisi testuale – tipologia A - di un brano da La coscienza di Zeno), delle profondità del cuore (tipologia B sull’argomento “Innamoramento e amore”), della Grande Storia (la traccia di tipologia D, sulla caduta del Muro di Berlino), dell’attualità nella comunicazione (Social Network, Internet, New Media) di giovani e non. E bruciando l’aspettativa che quest’anno è stata nondimeno alimentata in preparazione della ricorrenza celebrativa, si sfiorò anche l’argomento Risorgimento (con la proposta, relativa alla tipologia C, sulla Stato nazionale italiano). Quest’anno, in mancanza di Risorgimento e di Unità d’Italia (ma l’anno prossimo….), ci sembrano opportune e apprezzabili le tracce proposte a partire da “La ricerca delle radici”, di Primo Levi, a partire da D’Annunzio, Leopardi, Botticelli e di Ricasso, perché è davvero un piacere, per il giovane intelligente soffermarsi a riflettere sul piacere e sui piaceri, e a partire da Mussolini, Moro, Togliatti, Papa Giovanni Paolo II, perché è un dovere per il giovane colto muoversi nella politica e nella ideologia. Troppo impegnativi, invece, ci sono sembrati il tema sulle Foibe (trattando una materia urente e troppo vicina, fino al 1954), e quello che dalla materia socio-economica passa con confidenza eccessiva ai presupposti ideologici della materia (felicità, dignità, normativa costituzionale), operazione non facile per lo studente medio. Chi ha affrontato questa traccia, merita che la Commissione valuti con molta attenzione il lavoro. Sui criteri per valutare la prova, un auspicio: le commissioni diano un segnale di quanto importante la correttezza e padronanza espressiva sia pr la collocazione sociale e lavorativa dei giovani: diano al lessico, alla sintassi e alla grammatica il giusto peso, sanzionando con rigore chi demerita e premiando con decisione chi si sa esprimere.


Il Ministero parla di maggior rigore ma l’incremento nei numeri dei non ammessi è lieve.

I dati parziali, utilizzati anche per le proiezioni, dicono che alla Scuola media non ci sono incrementi significativi degli alunni non ammessi alla classe successiva, né di quelli non ammessi agli Esami di terza media. Non così nelle scuole secondarie di secondo grado, dove gli studenti non ammessi all'esame di maturità sono aumentati in percentuale (dal 4,8 per cento dell'anno scorso, al 5,7 per cento), e la ragione sta nel nuovo requisito, per l’ammissione, del voto di sufficienza in tutte le discipline. Nelle scuole secondarie superiori, maggiore rigore si registra anche nelle classi intermedie, con un incremento medio degli studenti non ammessi alla classe successiva, di circa mezzo punto percentuale; come sempre, la maglia nera dei non promossi tocca agli istituti tecnici (i bocciati sono nell’ordine del 14% circa)., e gli studenti dei licei classici si confermano i più studiosi (i bocciati sono nell’ordine del 4% circa). Non sono pochi gli studenti (nella proiezione, risulterebbero circa 10.000) ai quali è stato attribuito il voto di insufficienza in condotta.

(fonte: TuttoscuolaNEWS n. 445 - 21 giugno 2010)