° Qualche dato, in materia di organici
Il decreto sull’organico di diritto fa acqua. Non lo dicono soltanto i sindacati, ma la Conferenza Unificata Stato-Regioni, e lo dice Tutto Scuola, osservatorio non pregiudizialmente mal disposto verso le politiche attuate dal MIUR.
“Sullo schema di decreto interministeriale per le dotazioni organiche di diritto del personale scolastico per l’anno scolastico 2014-15, stiamo assistendo ad una serie di attacchi e di critiche al Ministero dell’Istruzione, colpevole, secondo alcuni esponenti sindacali, di non volere assegnare nuovi posti nonostante l’aumento della popolazione scolastica. La critica rileva il fatto, in particolare, che la consistenza dell’organico docente su posti comuni è uguale esattamente a quella dell’anno precedente: 600.839 unità, né una di più né una di meno. Aggiungiamo noi che la consistenza di 600.839 posti è identica da quattro anni a questa parte. Un organico di diritto congelato a 600.839 posti mentre aumenta il numero degli alunni. … Un ostacolo, per il momento insormontabile, in effetti c’è: una norma di legge che ha congelato gli organici ai valori del 2011-12 (art. 19, c. 7, legge n. 111/2011)”. …“L’Emilia-Romagna batte cassa per 800 posti in più. 35 mila alunni in più nel quinquennio…. Come riferisce l’agenzia DIRE, l'assessore regionale all'Istruzione dell’Emilia-Romagna, Patrizio Bianchi, chiede ufficialmente al ministro Stefania Giannini 800 posti di docente in più… La regione emiliano-romagnola ha registrato tra il 2009-10 e il 2013-14 un aumento di quasi 35 mila alunni ed ha avuto assegnate quasi mille nuove classi. Ma l’assessore Bianchi per quest’anno sembra proprio volere di più, molto di più. Poiché gli organici non sono il pozzo di San Patrizio, il ministro Giannini sarà costretta ad usare un metro di rigorosa perequazione nella distribuzione delle risorse umane per dare risposta alle richieste dell’Emilia” “Anche il Piemonte batte cassa per un incremento dell’organico. In 5 anni le scuole piemontesi hanno registrato un aumento di oltre 18mila alunni… Il Presidente della Regione Piemonte ha inviato una lettera al ministro per richiedere, in base ai dati effettivi, di riparametrare l'attribuzione dei docenti per le scuole piemontesi, con la previsione di un incremento di almeno 160 unità rispetto a quanto assegnato lo scorso anno scolastico. Complessivamente negli ultimi cinque anni il Piemonte ha registrato un aumento di 18.283 alunni, che ha comportato un incremento di 202 classi, confermando la tendenza all’incremento denunciata. (Fonte: tuttoscuola.com - 25 giugno 2014)

° Scuola paritaria e risparmio erariale: una sedia e un banco in più per ogni classe.
Le paure della Giannini non hanno impressionato la Fondazione Agnelli. Ancora un chiarimento che l’Istituto offre al MIUR favorendo una più franca interlocuzione.
In un report dello scorso febbraio, la Fondazione (sempre attenta alla valutazione di sistema della Scuola) ha stroncato senza mezzi termini i test Invalsi, con queste parole: «False partenze, cambiamenti di direzione, incapacità di comunicare con chiarezza gli obiettivi, trascuratezze tecniche… La scuola italiana deve utilizzare per forza i test Invalsi e quello che li circonda?».Adesso, Andrea Gavosto, presidente dell’Istituto di ricerca nelle Scienze umane e sociali replica all’allarme lanciato dalla Giannini (secondo la quale, «La chiusura delle scuole private in crisi costerebbe allo Stato molto meno di 6 miliardi») formulando due considerazioni: «La prima è che all’interno del milione che frequentano le scuole paritarie sono inclusi anche circa 200 mila bambini delle scuole dell’infanzia comunali, sostenute quindi dalle amministrazioni locali: formalmente non sono costi a carico del Ministero, ma a carico della Repubblica certamente sì. Solo questo ridurrebbe la cifra a 4,8 miliardi. Ma c’è una seconda obiezione, più sostanziale, che mette in dubbio lo stesso metodo di calcolo. Per la stima della spesa complessiva non è corretto utilizzare come fattore il costo «medio» per allievo: bisognerebbe utilizzare invece quello che gli economisti chiamano «costo marginale»…. Per accomodare i circa 400 mila studenti di scuola primaria e secondaria in più provenienti dalle paritarie non sarebbe necessario un significativo incremento di aule e insegnanti; basterebbe aumentare di poco più di un’unità la composizione media di ciascuna classe, con qualche variazione territoriale… Se ho degli invitati a cena e ne arriva uno inatteso, quasi mai è necessario comprare un nuovo tavolo, spesso basta aggiungere una sedia. Altro discorso, invece, è quello della scuola dell’infanzia, dove l’offerta dello Stato e degli enti locali è insufficiente, soprattutto nelle regioni meridionali, e che quindi - osserva Gavosto - andrebbe rafforzata. «A questo proposito va notato però che il 70% delle scuole paritarie dell’infanzia (che accolgono circa 400 mila bambini, ndr) è al Nord e quindi non aiuterebbe a soddisfare il bisogno dove esso è più forte». (Fonte: corrieredellasera.it - 29/06/2014)

° L’Ufficio Stampa del MIUR pubblica i numeri della preselezione al secondo TFA
Gli iscritti sono 147.000 (età media 33,6 anni); percentuale al femminile è il 68,7%
I posti banditi per il secondo ciclo di Tfa sono 22.478 e in più sono stati autorizzati 6.602 posti per la specializzazione sul Sostegno (riservati agli abilitati). Il numero delle classi di concorso coinvolte in questa tornata è più ampio rispetto alla prima ed è l'Ambito 4 a registrare il numero più elevato di iscritti (accorpa la cl. A050 -Materie Letterarie nell'istruzione di II grado, e la cl. A043 -Italiano, Storia e Geografia nella scuola media). La regione con il maggior numero di candidati è la Campania. In occasione del primo ciclo del Tfa le iscrizioni confermate alla preselezione erano state 176.495 (in effetti si presentarono poco più di 115.000 candidati) per poco più di 20.000 posti banditi. La selezione preliminare per l'ingresso nei corsi si svolgerà nel mese di luglio e prevede, per ciascuna classe di abilitazione, un test identico su tutto il territorio nazionale (60 quesiti cui rispondere in 120 minuti). Chi supera la prova sarà ammesso alla prova scritta e all’orale. I corsi, tenuti dalle università, partiranno a novembre.

° Rivoluzione, o l’Eterno ritorno?
Regole per la formazione iniziale dei docenti che sono presentare come innovative
Mettere ordine tra le regole di questa sorta di tapins roulant mediante il quale si accede all’insegnamento è impresa che richiede buona memoria: a volte le regole ritornano, a volte cambiano improvvisamente come se i decisori politici non avessero conoscenza delle politiche attuate in precedenza e, procedendo come lo smemorato che cerca a zonzo la strada, a caso interferissero retroattivamente nel progetto di vita di molte migliaia di giovani. Che restano inopinatamente pigghiati ri turchi (la locuzione risale al XV secolo, all’epoca in cui i pirati barbareschi piombavano sulle città per razziare). Cambiare le regole in corso di partita è lecito ? Può accadere che una stessa regola venga adottata, abbandonata e nuovamente prospettata, come per un experimentum in corpore vili. A proposito di remake e di smemorati, segnaliamo che l’argomento prospettato dal sottosegretario Reggi, in lode dei TFA (“Lo scopo è quello di mettersi alla prova. Non è infatti detto che tutti coloro che hanno voglia di insegnare siano adatti a farlo. Non è detto, in altre parole, che uno che sa certe cose poi sappia trasmetterle" - Fonte: larepubblica.it – 27.06.14) è il remake di quello che 15 anni fa indusse il ministro Luigi Berlinger a preferire, ai concorsi, scuole di specializzazione (SSIS) caratterizzate dalla frequenza del Tirocinio diretto e di quello indiretto (300 ore, quasi un terzo dell’intero monte ore biennale delle SSIS). Segnaliamo, anche, la chiosa con cui il giornalista Salvo Intavaia accompagna la dichiarazione del sottosegretario: “Una mezza rivoluzione per la scuola italiana”. Non è di “rivoluzione” che si tratta, a parer nostro, ma dell’eterno ritorno dell’Uguale.

° Progetto Vales: a Villa Falconieri c’è soddisfazione
Primo bilancio sulla sperimentazione che ha coinvolto 228 istituzioni scolastiche
Presentando, a Roma, le risultanze della sperimentazione, la presidente, prof.ssa Ajello ha detto di considerarla un salto fondamentale nella cultura della valutazione di sistema, perché “Dal punto di vista professionale degli attori coinvolti invece, la possibilità di dialogare sul proprio lavoro, sulla base di evidenze e con interlocutori affidabili, rappresenta un’occasione importante per accrescere la propria competenza)." Nel Progetto, sono compresenti l’autovalutazione delle scuole e la valutazione esterna a cura dell’Invalsi: una formula che verrebbe recepita nel Sistema Nazionale di Valutazione. L’Invalsi annuncia la pubblicazione di una “imponente quantità di dati che potranno essere utilizzati per conoscere meglio e approfondire sotto il profilo dell’analisi quanti-qualitativa i processi formativi in atto nel nostro Paese, i loro squilibri e le potenzialità di miglioramento”.(Fonte: tuttoscuolaoggiNews - 25 giugno 2014)

° Piccolo è bravo
La tecnica della scuola pubblica un nutrito elenco delle scuole nelle quali gli alunni eccellenti non sono rari, e le scuole di provincia vi sono largamente presenti.
Alla rilevazione "Tutti 10 in pagella”, le scuole possono partecipare inviando all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. le fotografie e i nominativi degli studenti più bravi. E’ già il terzo anno che il periodico catanese cura questa rilevazione nelle scuole.

 

° Renzi taglia i distacchi, e per i sindacati è l’ora di riorganizzarsi

Lo scrive Pippo Frisone (www.scuolaoggi.org - 25 giugno 2014). Il nostro commento

“Dei 2800 distacchi in tutto il pubblico impiego , 681 riguardano la scuola, cui vanno aggiunti 150 distacchi derivanti dal cumulo dei permessi . Il taglio dovrebbe far rientrare nella scuola circa 500 tra insegnanti, ausiliari,tecnici e amministrativi, compresi i dirigenti scolastici. …Si mette all’angolo, indebolendola, la rappresentanza sindacale dei pubblici dipendenti. Che è l’obiettivo vero del governo Renzi. Basta con la concertazione ! Basta coi veti e gli estenuanti tavoli di confronto con le rappresentanze delle parti sociali…. Ci sono posizioni politiche di maggioranza e opposizione che hanno teorizzato in campagna elettorale la marginalizzazione del sindacato. E il dimezzamento dei distacchi, seguendo anche gli umori che agitano il nostro Paese, va in quella direzione. Saprà a questo punto il sindacato reagire e trovare la giusta collocazione per continuare a rappresentare i diritti e le aspettative di milioni di lavoratori del pubblico impiego ?  E’ questa la vera sfida che oggi ha di fronte il sindacato e che lo costringerà sempre più a ripensarsi non solo dal punto di vista organizzativo ma in generale  a ritrovare con la fine della concertazione la giusta collocazione nei confronti della politica”.

Una nostra considerazione. Il personale della Scuola sa quanto poco efficace sia stata l’azione dei sindacati concertativi, nel contrastare il declino professionale degli insegnanti, e sanno se questa azione abbia evitato prevaricazioni e ingiustizie ai precari. Ora, la concertazione dei sindacalisti con i decisori politici potrebbe andare in soffitta – almeno, questa è la prospettiva, nel tempo della spending review, cui Renzi mira con l’art.7 del decreto di Riforma della P.A. La norma che impone il dimezzamento dei distacchi è contenuta nel d.l. n. 90 “Misure urgenti per la semplificazione e trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari”: Ai fini della razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, a decorrere dal 1° settembre 2014, i contingenti complessivi dei distacchi, aspettative e permessi sindacali, già attribuiti dalle rispettive disposizioni regolamentari e contrattuali vigenti al personale delle pubbliche amministrazioni di cui all'art.1, comma 2, ivi compreso quello dell'art. 3, del d.l. 30 marzo 2001, n. 165, sono ridotti del cinquanta per cento per ciascuna associazione sindacale”. L’imperativo è adottare la massima fermezza nella difesa dei lavoratori (specie di quelli precari) ed essere propositi, com’è nello Stile Anief. L’ANIEF ha lavorato sodo sulla normativa ministeriale denunciando, senza mezze misure, i passaggi illegittimi, quelli pedagogicamente inadeguati alla realtà della Scuola, quelli carenti di efficacia amministrativa. I risultati sono tangibili, per i nostri iscritti, anche in solidum, ma sotto questo profilo diciamo che il Miur ci ha spesso aiutato con la sorprendente inclinazione autolesionistica a non cogliere i nostri rilievi preferendo soccombere nei tribunali. Abbiamo iniziato con la vertenza coda/pettine delle G.E., poi il pasticciaccio brutto del concorso a d.s. (un flagello biblico, tanti sono i problemi che ha prodotto per i concorrenti e per l’Amministrazione); adesso affrontiamo parecchie vertenze, principalmente quella per una gestione delle graduatorie degli insegnanti che valorizzi, dinanzi alla Corte di Giustizia Europea, il servizio non di ruolo, ai fini dell’immissione in ruolo.

 

° Indiscrezioni e notizie. Pessime !

Il governo si orienterebbe a proporre una riforma che riduce l’offerta formativa: un anno in meno nei corsi di istruzione secondaria di II grado.

L’indiscrezione è di fonte bene informata (P.Almirante, latecnicadellascuola.it). Esprimiamo tutta la nostra delusione perché, al netto delle chiacchiere in salsa U.E., la sostanza è che lo Stato ci accinge a deprivare gli italiani di un anno di istruzione/formazione. Renzi corre verso la Storia ma potrebbe essere ricordato come chi volle beneficiare l’erario tagliando un tredicesimo di servizio scolastico; altri non era riuscito in tale impresa ! Sembra dunque che non si voglia prendere in considerazione quanto l’ANIEF ha proposto in audizione alla VII Commissione: mantenere la durata (13 anni) dell’offerta formativa anticipando all’età di cinque anni l’ingresso degli alunni nella scuola dell’obbligo, all’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia. Alla Scuola dell’Infanzia il P.D. vuole dare una svolta epocale (d.d.l. a prima firma Puglisi, discusso al Senato, nello scorso aprile), ma intanto al MIUR scarseggiano i soldi per la Sezioni Primavera, e c’è la prospettiva che il servizio scompaia completamente dalle scuole statali, spiegano da Tuttoscuola (26 giugno 2014): “Inspiegabile. È il minimo che si possa dire sul ritardo del finanziamento alle sezioni primavera da parte del Ministero dell’Istruzione. La legge di stabilità per il 2014 aveva disposto uno stanziamento di quasi 12 milioni di euro come contributo al funzionamento del servizio educativo sperimentale per bambini di età 24-36 mesi, che doveva servire per l’anno scolastico 2013-14, ma le attività si stanno concludendo senza che le scuole abbiano visto nemmeno l’ombra di un euro…”.