° Chiarimento su servizi utili per l’ammissione ai PAS.
Il requisito dei tre anni di servizio può essere conseguito cumulando i servizi prestati su classi di concorso appartenenti a ordini e gradi di scuola diversi.
Lo chiarisce la Nota ministeriale (Prot. 11970, 8 novembre 2013) inviata agli uffici periferici: “…Si ritiene che, al fine del raggiungimento dei tre anni di servizio e analogamente a quanto previsto per la scuola primaria e per la scuola dell’infanzia, possano essere cumulati i servizi prestati su classi di concorso appartenenti alla scuola secondaria sia di primo che di secondo grado. Resta, ovviamente, inteso che almeno un anno scolastico deve essere stato prestato sulla stessa classe di concorso”. Restano ancora, per l’avvio dei corsi riservati, alcuni problemi organizzativi: - alcuni UU.SS.RR. sono in ritardo con i controlli sui requisiti dei richiedenti; - gli atenei – che hanno tempo fino al 22 novembre – nicchiano sull’attivazione dei corsi Infanzia e Primaria.

° “La scuola riparte”. Soddisfazione del ministro Carrozza
In una dichiarazione resa in Parlamento e diramata dall’Ufficio Stampa, la ministro si dice orgogliosa “dell’inversione di tendenza” nelle politiche scolastiche
Il comunicato stampa indica quali finanziamenti sorreggano l’inversione di tendenza; il finanziamento: - di borse per il trasporto studentesco (15 milioni); - del servizio wireless in aula (15 milioni); - del comodato d’uso di libri e strumenti digitali per la didattica (8 milioni); - dell’orientamento degli studenti della scuola secondaria di I e II grado (6,6 milioni); - della lotta alla dispersione (15 milioni); - delle innovazioni nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro; - del piano triennale di assunzioni dei docenti e Ata; - della stabilizzazione di 26mila insegnanti di sostegno; - della messa in sicurezza di edifici scolastici. Si consideri, inoltre, lo stanziamento: - di 100 milioni per aumentare il Fondo per le borse di studio degli studenti universitari; - di 3 milioni nel 2014 per premi a studenti delle Istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica; - potenziamento dell’insegnamento della geografia generale ed economica (13,2 milioni); - per progetti didattici nei musei (3 milioni); - per la formazione del personale scolastico (10 milioni); - per l’accesso del personale docente nei musei statali e nei siti di interesse archeologico, storico e culturale (10 milioni); per la formazione nelle aziende (10 milioni); - in favore degli Istituti superiori di Studi Musicali pareggiati (5 milioni); - in favore delle Accademie di Belle Arti finanziate dagli Enti locali (un milione).

° “La scuola riparte”, a passo di gambero
La Tecnica della Scuola commenta le magnifiche politiche progressive che il governo prospetta in materia di formazione e aggiornamento dei docenti
Il decreto 104, del quale la ministro Carrozza si dice soddisfatta, stanzia 10milioni di euro per attività obbligatorie di formazione e aggiornamento dei docenti il 2014. Si tratta di uno stanziamento pari alla decima parte di quanto veniva stanziato ai tempi dei ministri Berlinguer e De Mauro e ad un terzo di quanto era disponibile all’epoca di Letizia Moratti. Delle due, l’una: o 15 anni fa le risorse dello Stato erano dieci volte maggiori rispetto a oggi, o la considerazione che della Scuola nel governo Prodi I (ministro Berlinguer) era dieci volte maggiore rispetto alla considerazione elargita dal governo Letta. Ecco il magniloquente testo dell’art. 16 - decreto 104/2013 “Al fine di migliorare il rendimento della didattica, con particolare riferimento alle zone in cui è maggiore il rischio socio-educativo, e potenziare le capacità organizzative del personale scolastico, è autorizzata per l'anno 2014 la spesa di euro 10 milioni… per attività di formazione e aggiornamento obbligatori del personale scolastico…”.

° Disoccupazione e povertà
Numeri della situazione drammatica
In Italia la percentuale dei poveri è raddoppiata dal 2007 al 2012 passando da 2,4 a 4,8 milioni. La disoccupazione tra i giovani tra i 15 e i 24 anni è al 40%. 3.190.000 persone sono senza un lavoro. (Fonte: latecnicasellascuola - 11 novembre 2013)

 

° Aggiornamento Scuola in chiaro - a.s. 2013/2014
La D.G. per gli studi, la statistica e i sistemi informativi comunica ai dd.ss. l’implementazione di nuove funzionalità
Al fine di migliorare i servizi offerti da Scuola in chiaro sono state aggiunte ed implementate nuove funzionalità, disponibili a partire dall’13 novembre 2013. Un nuovo motore di ricerca consente, con riferimento alla scuola primaria e secondaria di I grado, di impostare un filtro sulla tipologia del “tempo scuola” desiderato; per la scuola secondaria di II grado, invece, è possibile selezionare con maggiore dettaglio l’indirizzo di studio. Inoltre, è stata introdotta una nuova sezione interamente dedicata all’offerta formativa della scuola. In tale area, disponibile all’interno della scheda di ciascuna scuola, viene prospettata, per ciascun anno di corso, l’offerta formativa in termini di indirizzi di studio/tempi scuola, secondo quanto presente in Anagrafe Alunni. Per le scuole secondarie di II grado viene introdotta, a beneficio delle famiglie in occasione delle iscrizioni, un’area dedicata agli eventuali nuovi indirizzi di studio, attivati nella scuola dal successivo anno scolastico. Tutte le informazioni relative al processo di aggiornamento di Scuola in chiaro sono descritte nella guida operativa disponibile nell’area “Procedimenti amministrativi” del portale SIDI dall’13 novembre 2013. Per problemi tecnici dell'applicazione è disponibile il numero verde del gestore del sistema informativo 800903080.

° Dalle rilevazioni internazionali, una sentenza: la Scuola Media invecchia male
Si pretende di valutare la qualità di un intero sistema di istruzione generalizzando l’esito dei test (punteggi che valutatori esterni al contesto didattico attribuiscono agli alunni); poi banalizzando si indica una soluzione alla crisi nel sapere informatico
La stampa è propensa a considerare affidabili le valutazioni - su un sistema complesso qual è la scuola secondaria di primo grado, tessuto con decine di miglia di professionalità – ricavate dai risultati di rilevazioni internazionali sul profitto degli alunni; si tratta di rilevazioni comparative, i cui criteri che non tengono conto delle specificità dei singoli Paesi e dei diversi contesti culturali e sociali: per un tot numero di invarianti che i test misurano, restano fuori un numero di variabili dieci e cento volte maggiore, e della massima incidenza perché attengono a fattori che trans-agiscono con i processi di apprendimento, o attengono alle differenze tra i sistemi scolastici comparati. Procedure valutative comparative di questo genere ci consegnano un’immagine positiva della Scuola elementare, e una del tutto negativa della Scuola secondaria di primo grado. Questo, con riferimento, ad esempio, ai risultati: dell’indagine PIRLS 2011 sulle capacità di lettura e su quelle matematiche dei bambini di 10 anni; del test Pisa sulle competenze linguistiche dei quindicenni nei Paesi Ocse; della ricerca «I numeri da cambiare», elaborata dall’Associazione TreeLLLe e dalla Fondazione Rocca. Su Il Corriere della sera (10.11.2013) leggiamo che una possibile spiegazione della caduta di qualità della scuola italiana man mano che si passi ai gradi superiori sarebbe l’età avanzata dei docenti (l’età media in Italia è di oltre 50 anni, contro i 43 anni della media europea): Questi professori anziani, non avendo conoscenza adeguata dell’informatica, “faticano ad entrare in contatto con i cosiddetti nativi digitali (come del resto faticano anche i loro genitori incapaci di trovare una strada per comunicare con i loro figli «marziani», tutti app, videogiochi e social network).

° Nelle università italiane, ritornano le matricole
Dopo dieci anni di calo, aumentano le iscrizioni in molti degli atenei (28) monitorati.
I maturati italiani stanno tornando a fare le matricole…. Su ventotto atenei, ventitré registrano una crescita di iscritti. Sono 5.246 matricole in più su una platea di 149.262 studenti. E i cinque atenei con segno negativo hanno deficit minimi: a Torino mancano 41 giovani (lo 0,3%) per pareggiare il 2012 e l’università è certa di una crescita finale. Così Firenze (-1,9% oggi), Siena (-2,3%) e L’Aquila con tutte le sue difficoltà (-2,3%). La continua caduta di Catania (-3,1% sul 2012, -8,1% su due anni fa) segnala invece un allontanamento ulteriore delle grandi università del Sud (anche Bari e Palermo, pur non fornendo i dati, confermano ritardi negli iscritti). Il conteggio finale su questo spaccato rappresentativo di atenei certifica che le iscrizioni totali al primo anno crescono del 2,4%. (Fonte: larepubblica.it – 9 novembre 2013)

° Riqualificazione edilizia e messa in sicurezza delle scuole
Il ministro Maria Chiara Carrozza, ha firmato il decreto che assegna alle Regioni 150 milioni, per 692 interventi urgenti di cui oltre 200 per bonifica dall’amianto.
Si tratta di finanziamenti previsti nel c.d. Decreto del Fare; vanno a corrispondere alle priorità segnalate in ottobre dalle Regioni. L’Ufficio Stampa del MIUR precisa che spetta agli enti locali beneficiari dei finanziamenti provvedere alle gare per l’affidamento dei lavori; questi andranno aggiudicati entro il prossimo 28 febbraio 2014, pena la revoca delle risorse stanziate. Per rendere rapide le procedure di realizzazione degli interventi, sindaci e presidenti di Provincia operano come commissari straordinari. Occorre tenere presente che le segnalazioni dagli EE.LL. sono state in totale 3.302, e che 2.515 di queste sono dichiarate ammissibili al finanziamento; si provvederà nel triennio 2014/16 con altri 300 milioni destinati tramite l’Inail. Riportiamo, di seguito, la tabella ripartitoria, allegata al D.M. n. 906 del 5 novembre 2013.

REGIONI

 INTERVENTI AMMESSI AL FINANZIAMENTO

INTERVENTI SOLO PER BONIFICA AMIANTO

RICHIESTE AMMISSIBILI AL FINANZIAMENTO

IMPORTO ASSEGNATO

Abruzzo

7

0

168

4.000.000,00

Basilicata

8

0

41

2.000.000,00

Calabria

63

0

171

13.000.000,00

Campania

32

2

38

18.000.000,00

Emilia-Romagna

118

52

234

7.000.000,00

Friuli-Venezia Giulia

11

9

86

2.500.000,00

Lazio

42

0

162

14.000.000,00

Liguria

30

11

81

4.000.000,00

Lombardia

74

74

455

15.000.000,00

Marche

17

0

65

3.000.000,00

Molise

18

0

69

2.000.000,00

Piemonte

28

4

308

9.000.000,00

Puglia

30

 

125

12.000.000,00

Sardegna

24

24

81

5.000.000,00

Sicilia

43

1

116

16.000.000,00

Toscana

34

8

58

10.000.000,00

Umbria

13

2

44

2.500.000,00

Valle d'Aosta

10

0

10

1.000.000,00

Veneto

90

15

203

10.000.000,00

TOTALE

692

202

2515

150.000.000,00

         

 

° Se fossero generosi e onesti.
Inequivocabili parole della Carrozza intervistata in «Giovani Talenti », da Radio 24
Sulla questione delle dimissioni volontarie dei cattedratici anziani, la ministro, sulla lunghezza d’onda stessa della collega Cancellieri, fa appello ai sentimenti umani: compiuti i settanta anni di età, i professori universitari dovrebbero andare in pensione e fare spazio ai loro allievi. Se, poi, fossero colpiti da nostalgia, potrebbero offrirsi di fare gratuitamente seminari. Così la pensa la Carrozza, e ha ragione; in Italia, un quarto dei docenti universitari ha superato i 60 anni, in Francia e Spagna, solo il 10%. L’Associazione nazionale docenti universitari si dice d’accordo con la ministro; idem la CRUI (ma il presidente Stefano Paleari ha precisato che il turn over dei cattedratici non deve privare gli atenei dei loro qualificati servizi). Il professore Giovanni Cannata, 67enne, che per 18 anni e fino a poco tempo addietro ha tenuto il rettorato all’università del Molise, è convinto che i professori sarebbero ben lieti di pensionarsi se i soldi dei loro stipendi venissero girati dallo Stato alle Università; non ci convince, perché anche questa partita non è risolvibile con appelli volontaristici. Si tenga conto, infatti, che gli atenei hanno la facoltà di stabilire in autonomia i criteri del «prolungamento» eventuale da concedere ai propri docenti ultrasettantenni, e che non pochi chiedono di restare fino ai 72 anni. Quando è stato adottato un criterio restrittivo, alcuni hanno perfino posto la questione dinanzi ai TAR. Ovviamente l’ANIEF, che dai precari è nata, è d’accordo con la ministro, ma la invita ad agire politicamente, legiferando. Basterebbe (Machiavelli docet) che i ministri facessero politica legiferando (la Carrozza) o attenendosi alle leggi (la Cancellieri). Semmai, come compromesso, potrebbe tornare utile una proposta che lo scorso anno fu sul proscenio politico: il passaggio ope legis al part time, per alcune fasce di lavoratori a fine carriera. Da questa rubrica di Aggiornamento prospettammo due forme di “avvicendamento generazionale”: - Passaggio al part time per il personale che abbia maturato i requisiti per l’assegnazione dell’ultimo scatto stipendiale; - Passaggio al part time per il personale che abbia maturato i requisiti per il pensionamento quali erano previsti prima della riforma Fornero. L’idea finì in soffitta, bollata di infamia: non si possono ledere i diritti del lavoratore. Meglio tenere disoccupati i giovani!
 

 

° Un Grande fratello, sovra eminente la funzione docente
Da qualche tempo si progetta di togliere valore legale al diploma di laurea e di delegare la valutazione di qualità in uscita dal percorso formativo degli studenti a soggetti esterni alle scuole e alle università: una genìa di valutatori, valutati da chi?
La disistima nei riguardi dei professori, da parte dei decisori politici e dei vertici dell’economia e della finanza ha raggiunto livelli inattesi e inaccettabili denotando inadeguata consapevolezza del ruolo educativo e della valenza istituzionale di coloro che dallo Stato sono scelti e nominati. Agli occhi di questi decisori, i valutatori esterni che scegliessero sono, per definizione, più capaci e obiettivi nella valutazione gli studenti, rispetto ai docenti che quegli studenti hanno formato. Questi sarebbero, invece, incapaci di formulare valutazioni obiettive. E’ un modo di pensare ingenuo, che solo nella mente di chi non sa di didattica e di docimologia può annidarsi. In passato, in questa stessa rubrica ci siamo chiesti, celiando circa queste intenzioni, se emergessero da un embolo della sfera subliminale avendo l’ex premier Monti e qualche ministro rimosso il ricordo delle bacchettate sulle manine subite da arcigne maestre o l’immagine di un professore dalla personalità straripante. Allora ci sembrava di avere a che fare con uno scherzo, e ci stavamo. Adesso che la cosa si fa seria – visto che i ministri della Istruzione escono serialmente dallo stampo della Casta – ci conviene avanzare obiezioni serie, e la prima è: questi docenti così scarsi e inaffidabili, chi li ha formati, selezionati e assunti ? Non hanno seguito corsi di formazione universitaria; non si sono forse sottoposti a corsi di qualifica professionale, e non sono stati assunti secondo i criteri valutativi stabiliti dalle leggi ? Come si può arrivare a pensare che i valutatore nominati dalla Casta sia, per definizione, docimologicamente migliori dei valutatori che lo Stato stesso ha selezionato. Se questi ultimi fossero davvero inaffidabili, per definizione, chi avrebbe la responsabilità della loro inadeguatezza alla funzione, se non i loro formatori e il legislatore ? Seconda obiezione: Chi potrebbe arrogarsi il titolo di designare altri a sostituirli. Chi valuterebbe i valutatori ? In base a quale titolo, conferito da chi ? Dal Grande Fratello ? Dai filosofi della Repubblica di Platone ? Questi decisori politici si stanno avventurando su un terreno inesplorato per chiudere il cerchio di una oligarchia che avendo già il monopolio dell’economia e della politica progetta di perpetuarsi, nella generazione successiva, con il monopolio della istruzione e della formazione. Noi non ci stiamo: animati dallo spirito della democrazia, reclamiamo il buon diritto e il merito.

° Le “larghe attese” delle OO.SS., in una manifestazione nazionale a Roma
I sindacati “rappresentativo/concertativi” della scuola faranno il solletico alla Legge di Stabilità del governo delle “larghe intese”.
Per il nostro comparto (scuola statale, scuola privata, formazione professionale, accademie e conservatori, università) un’ora di sciopero su base regionale, in Novembre: alla prima ora, in caso di turno unico o all’ultima ora nel turno pomeridiano o nei corsi serali. Non è poco, perché non si può chiedere ai lavoratori di farsi tagliare il reddito oltre che dalle tasse anche dallo sciopero, visto che non ci sono santi che sudano al governo. Né si ottenne qualcosa nel 2008, quando lo sciopero fu contro il tandem Tremonti/Gelmini. Lo sciopero di Novembre sembra, più che altro, un modo per i sindacati di esistere. Né ci rassicurano le parole di Pippo Frisone (scuolaoggimagazine.org – 7 novembre 2013): “Di fronte ai rinvii del governo, al blocco dei contratti e alla scarsa attenzione al mondo del lavoro, il sindacato con le 4 ore di sciopero manda a dire alla strana maggioranza che la legge di stabilità va modificata. E’ una non sfiducia al governo Letta. Una volta bastava la minaccia di uno sciopero generale per far cadere i governi. Oggi con lo sciopero generale il sindacato può ottenere al massimo l’approvazione di qualche emendamento, un tavolo di concertazione, qualche aggiustamento, non certo un cambio d’impostazione della manovra di bilancio. Ahimè anche questo, oltre ad essere un segno di debolezza del sindacato nei confronti della politica, è indice del declino economico e culturale del nostro Paese”.

° Iniziative della D.G. per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica
Olimpiadi delle Scienze Naturali – a.s. 2013/2014, rivolte agli studenti di tutti gli indirizzi della scuola secondaria di II grado; adesioni entro il 28 febbraio 2014
Sono promosse e finanziate dalla del MIUR, e organizzate dall’ANISN, Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali. Lo strumento utilizzato per lo svolgimento delle selezioni regionali delle Olimpiadi di Scienze è una prova scritta costituita da un questionario articolato in domande strutturate, da svolgere in un tempo rigorosamente prefissato. Sono previste due distinte categorie: biennio e triennio. La prova per il biennio consisterà in quesiti di scienze della Terra e di scienze della vita; quella per il triennio consisterà in domande di biologia. A partire da quest’anno nella prova del triennio saranno presenti anche alcune domande facoltative di Scienze della Terra. Ulteriori informazioni circa le modalità di adesione e la tempistica di svolgimento delle prove sono reperibili sul sito www.anisn.it.
Olimpiadi di Problem Solving, informatica e pensiero algoritmico nella scuola dell'obbligo - A.S. 2013-2014. Gli uffici periferici avviano gli adempimenti preliminari
Potranno partecipare le classi IV e V della scuola primaria, quelle del triennio della scuola secondaria di I grado, e del primo biennio delle scuole secondarie di II grado. Per informazioni, il riferimento è http://www.olimpiadiproblemsolving.com

° A che punto è la questione dei lavoratori “quota 96” della Scuola
Non ne fanno menzione né il Decreto Scuola, qual è in atto all’esame del Senato, né la Legge di Stabilità. La ministro Carrozza e il presidente Letta hanno altre priorità e tuttavia, ci sono scadenze imminenti che riproporranno la questione
“La questione dei quota 96 è arrivata a un bivio. Da una parte c'è la quantificazione del numero esatto della platea dei beneficiari. Dall'altra c'è la pronuncia della Corte costituzionale sulla vicenda, attesa per il 19 novembre 2013, che potrebbe segnare uno spartiacque per una questione che si trascina stancamente da mesi e mesi”.
(Fonte: WebMasterPoint.org – 4 novembre 2013)

° Permessi retribuiti, una sentenza annulla l’operato di un D.S.
Dinanzi al Giudice del Lavoro di Sciacca, una insegnante e il suo dirigente scolastico.
La docente – riferisce la FLC CGIL, che ha curato il ricorso - aveva avanzato, dichiarando motivi familiari, richiesta di 3 giorni di permesso retribuito sulla base dell'art. 15 comma 2 del CCNL 2006 2009 che prevede: "Il dipendente, inoltre, ha diritto, a domanda, nell'anno scolastico, tre giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari documentati anche mediante autocertificazione. Per gli stessi motivi e con le stesse modalità, vengono fruiti i sei giorni di ferie durante i periodi di attività didattica di cui all'art. 14, comma 9, prescindendo dalle condizioni previste in tale norma." A parere del d.s., la richiesta di permesso sarebbe dovuta essere riferita ai 6 giorni di ferie di cui all'art. 13 del CCNL, e la fruizione del permesso avrebbe comportato la documentazione a supporto; pertanto, il d.s. considerava ingiustificati i tre giorni di assenza e disponeva un avviso di addebito relativo ad "aspettativa non retribuita". La sentenza del Tribunale del lavoro annulla l’operato del dirigente facendo riferimento, tra altro, al seguente parere dell'Aran "Qualora un insegnante a tempo indeterminato abbia fruito, previa domanda, di un giorno di permesso retribuito ex art. 15 comma 2 del CCNL 2006 09, autocertificando i motivi personali e familiari causa dell'assenza, il Dirigente scolastico non può valutare nel merito le ragioni dell'assenza, dovendosi piuttosto limitare ad un controllo di tipo formale circa la presentazione della domanda e l'idoneità della documentazione a provare le ragioni poste a base della domanda". (Fonte: OrizzonteScuola.it – 5 novembre 2013)

° Partecipazione del personale ATA a corsi per il conseguimento della patente
Le ore eccedenti l’orario di servizio, prestate dal personale Ata per partecipare – previa autorizzazione del d.s. - al corso per il conseguimento della patente europea, sono considerate orario di lavoro da recuperare con riposi compensativi.
Lo stabilisce l’ARAN, rispondere ad apposito quesito (SCU_04_04_13), sottolineando che la partecipazione ai corsi – tenuti dagli atenei o da enti accreditati - avviene nel limite delle ore necessarie alla realizzazione del processo formativo, da utilizzare prioritariamente in relazione all’attuazione dei profili professionali. (Fonte: latecnicadellascuola.it – 05.11.2013)